Il progresso galoppa rapidamente: se da un lato in Italia la copertura 5G arranca ancora, dall’altra parte del mondo la tecnologia è già pronta allo step successivo.
Un gruppo di aziende di telecomunicazioni giapponesi ha sviluppato un gadget wireless 6G ad alta velocità, in grado di trasportare dati fino a 20 volte la velocità del 5G. Il dispositivo può trasmettere dati a 100 gigabit al secondo (Gbps), a distanze fino a 100 metri (330 piedi).
Il progetto nasce da un consorzio di quattro aziende leader, vale a dire DOCOMO, NTT Corporation, NEC Corporation e Fujitsu. Dal 2021 queste aziende collaborano alla ricerca e allo sviluppo di dispositivi sub-terahertz, prevedendo l’alba dell’era 6G.
Questi test sono stati condotti su una distanza di 100 metri, come affermato dai rappresentanti del consorzio.
Sebbene le velocità raggiunte siano piuttosto impressionanti, è comunque presto per gridare al miracolo. Il 6G è stato testato su un singolo dispositivo e non è una rete commercialmente valida in questo momento. Inoltre, la tecnologia di rete ha i suoi svantaggi.
Il 5G, l’attuale gold standard nella connettività, ha una velocità massima teorica di 10 Gbps. Tuttavia, le velocità nel mondo reale sono in genere molto più basse, con una media di circa 200 megabit al secondo (Mbps) per gli utenti di T-Mobile negli Stati Uniti.
Uno dei motivi di velocità così basse è dovuto alle bande di frequenza più elevate utilizzate dal 5G. Sebbene frequenze più elevate possano significare velocità più elevate, presentano anche degli inconvenienti, limitando ad esempio la distanza che il segnale può percorrere e ne riducono la forza di penetrazione.
Il 6G fa un ulteriore passo avanti e utilizza bande di frequenza ancora più elevate rispetto al 5G. Ciò significa che sarebbe difficile per i dispositivi 6G ricevere le frequenze necessarie per download più veloci.
Con la maggiore velocità, il 6G potrebbe consentire cose come la comunicazione olografica in tempo reale ed esperienze coinvolgenti di realtà virtuale e mista. Tuttavia, c’è ancora molto da fare per passare a questo nuovo step evolutivo delle connessioni, specie dal punto di vista delle infrastrutture.
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