Home Videogiochi Recensioni [Recensione] Destiny 2, Pacchetto 30 anni di Bungie

[Recensione] Destiny 2, Pacchetto 30 anni di Bungie

Il consueto reset settimanale a cui Destiny 2 ci ha ormai abituati ha questo 7 dicembre portato con sé il Pacchetto 30 anni di Bungie, contenuti esclusivi che pescano a piene mani dalla storia dello sviluppatore nordamericano, proponendo ai giocatori due nuove attività che strizzano l’occhio al passato della serie e ad altri universi Bungie. Questa sarà inoltre l’ultima volta in cui nuovo contenuto viene inserito nel gioco prima dell’arrivo della Regina dei Sussurri nel febbraio del 2022, che darà il via al quinto anno dell’esperienza.

Al prezzo di 24,99 € i giocatori avranno accesso alla nuova attività per sei guardiani “Sfide della Cupidigia“, al dungeon “Morsa della Cupidigia” e alla hub “Cumulo di Tesori di Xur“, area dedicata alla riscossione di premi e taglie oltre che all’ottenimento di bottino celebrativo. A farla da padrone saranno proprio emote, shader, astori, spettri, navi, armature, armi e ornamenti dedicati alla celebrazione delle saghe che hanno reso grande l’azienda, o più semplicemente al festeggiare l’anniversario insieme ai propri compagni. Chiunque decidesse di non effettuare l’acquisto avrà comunque accesso alle Sfide della Cupidigia, mentre il dungeon e la maggior parte delle ricompense rimarranno invece inaccessibili.

Visto il costo non indifferente, valutiamo punto a punto il DLC.

Le Sfide della Cupidigia

La prima attività in cui ci si imbatterà una volta entrati in gioco sarà proprio quella delle Sfide della Cupidigia, sottoposte ai giocatori per volere del cavallo stellare, deciso a testarne le abilità, e che esattamente come Violazione durante la Stagione del Tecnosimbionte e Allineamento Astrale nel corso della tutt’ora in corso Stagione dei Perduti, permetterà di unirsi a cinque compagni, anche via matchmaking, per eliminare orde di nemici casuali. O meglio, decisi da un giro di una “ruota del destino” che determinerà quale razza aliena bisognerà affrontare. Le varie arene di gioco si trovano tutte su Eternità, luogo già visitato in passato e al quale era possibile giungere attraverso un portale all’interno della nave del Ramingo. Gli ambienti risultano ispirati, come d’altronde tutti quelli legati ai Nove, trasmettendo una sensazione di aspazialità e atemporalità che ben si sposa con i misteri e la lore di questi esseri superiori. L’obiettivo di base rimane invariato, farsi strada tra una moltitudine di nemici e sconfiggere il boss finale, ma sono presenti alcune piccole novità, come la presenza di fonti energetiche che permettono di ricaricare più velocemente granate, corpo a corpo e super, così come quella di un breve percorso ad ostacoli che collega le due sezioni principali della sfida. Un breve momento “gioco d’azzardo” in cui bisognerà indovinare la porta corretta dietro la quale si cela l’ultima sfida permetterà quindi di ottenere dei bonus temporanei alle abilità. Infine, dopo aver terminato fino all’ultimo nemico, se il cavallo transdimensionale lo deciderà, potrebbe venir concesso un ulteriore round di maggiore difficoltà, che se portato a termine garantirà una quantità maggiore di premi.

Le Sfide della Cupidigia non differiscono quindi granché dai precedenti eventi stagionali per sei giocatori, pur rimanendo un attività piacevole da giocare in compagnia, utile magari per proseguire in quelle missioni che necessitano l’uccisione di un gran numero di nemici senza eccessivi pensieri. È però un peccato che la quasi totalità delle ricompense ottenibili dai forzieri siano per l’ennesima volta legate al completamento di decine e decine di taglie specifiche che forzano il giocatore a una partecipazione semi-passiva, incentrata prevalentemente sul massimizzare il maggior numero di taglie nel minor tempo possibile. Sempre attraverso il completamento di taglie passa l’ottenimento della nuova arma esotica Precursore, un cannone portatile proveniente dalla saga di Halo.

In definitiva, gli eventi a sei giocatori godono del potenziale di offrire una modalità alternativa ai raid, che seppur non con la stessa grandiosità e lo stesso impatto emotivo, potrebbero comunque fornire ai vari gruppi di persone la soddisfazione e l’intrattenimento dato da puzzle, enigmi, strategie da mettere in atto. La materia prima c’è, ora vi è un bisogno di rimodellarla al meglio.

Il Cumulo di Tesori di Xur

Questa nuova hub, una grande stanza colma di ricchezze di ogni sorta, fungerà da alternativa alla torre nell’acquisizione di taglie legate alle Sfide della Cupidigia, oltre ad essere il luogo dove sarà possibile riscuotere i sudati premi, che siano armi, astori, navi o equipaggiamento di vario tipo. Ad attendere si troveranno “il patetico” Xur, come egli stesso si definisce, oltre al cavallo transdimensionale, entrambi pronti a dispensare sfide e ricompense. Ai tre lati della stanza troneggiano statue dorate a rappresentare titani, cacciatori e stregoni, ai cui piedi una quantità di forzieri richiederà condizioni diverse per l’apertura. La valuta di scambio qui saranno le chiavi del tesoro, ottenibili attraverso il completamento di taglie, scambio di strane monete e apertura di pacchetti carico paraversale.

Morsa della Cupidigia

Il dungeon Morsa della Cupidigia è sicuramente la componente più interessante del Pacchetto dei 30 anni di Bungie, non solo perché rappresenta un salto nel passato per i giocatori di vecchia data, ma anche per come sfrutta in modo originale un exploit del primo capitolo di Destiny per creare una meccanica nuova e interessante. Occorre però dare un minimo di contesto: la “loot cave” (letteralmente, grotta del bottino) del precedente titolo era una zona di respawn nemico che venne sfruttata dai giocatori in modo da ottenere quantità improponibili di engrammi, portando a situazioni come questa.

Già al tempo venne fornita una soluzione al problema, “giustificando” la correzione dell’errore rendendo di fatto la caverna infestata da una presenza, ma con il nuovo contenuto Bungie ha deciso di andare oltre e creare un’intera storia attorno alla caverna dei tesori. I giocatori si addentreranno sempre più nel dungeon del Cosmodromo, ripercorrendo i passi di alcuni avventurieri che li hanno preceduti proprio alla ricerca delle ricchezze promesse dal luogo. L’ottenimento di engrammi-surrogato sarà necessario per poter avanzare, ma se non si riusciranno a depositare in tempo presso i cristalli predefiniti, condurranno a morte certa, metafora di come la cupidigia dei giocatori possa aiutarli a procedere e allo stesso tempo possa trascinarli nell’abisso. È quindi necessario riuscire a liberarsi dei propri averi se l’obiettivo è la ricompensa finale.
Nonostante sia ambientato sulla Terra e di conseguenza forse meno evocativo rispetto al Trono Infranto o alla Fossa dell’Eresia, Morsa della Cupidigia è divertente ed appagante da giocare, grazie ad una serie di brevi enigmi e sfide che spezzano i combattimenti e velocizzano il ritmo (particolarmente interessante la sezione di corsa sugli astori, che in modo simile al raid Sciagura del Passato spingerà i giocatori ad affrettarsi per disattivare delle mine in procinto di esplodere, aumentando il tempo tramite l’attivazione di pulsanti disposti ai lati del percorso). Il termine della sfida fungerà ancora una volta da monito per chiunque sia accecato dal bisogno di possesso, garantendo comunque una ricompensa per lo sforzo.

Il grande ritorno

L’arma esotica attorno a cui ruota il Pacchetto 30 anni di Bungie è senza alcun dubbio il Gjallarhorn, lanciarazzi emblematico del primo capitolo, che si sapeva avrebbe prima o poi fatto il suo sfavillante ritorno. La promessa di potenza di fuoco non manca, e l’arma si preannuncia estremamente forte, rendendola equipaggiamento fisso per coloro che affronteranno il raid della prossima espansione a febbraio. Peccato che meno lucente sia il metodo di ri-acquisizione della bocca di fuoco, ottenibile eliminando qualche caduto e ripetendo il settore perduto all’atterraggio sul Cosmodromo fino all’ottenimento di tutte le parti necessarie. Sarebbe stato bello vivere una missione in cui il peso della leggenda aleggiava nell’aria, soprattutto visto il fatto che i guardiani metteranno di nuovo le mani su uno degli strumenti di morte più usati, forti e iconici del brand.

Conclusioni

Il Pacchetto 30 anni di Bungie, per il contenuto che offre, non giustifica una tale spesa, ma la nostalgia preme la mano e la community è sempre in attesa di nuovo contenuto che permetta di vivere un giorno di più il mondo di Destiny. Ad abbassare il livello qualitativo generale del prodotto sono le Sfide della Cupidigia, non realmente innovative né carismatiche, mentre si innalza come punto forte il dungeon Morsa della Cupidigia, fresco e divertente grazie alle nuove meccaniche. Il Gjallarhorn è un gradito ritorno e gli amanti del fashion non potranno far altro che gioire della nuova serie di bottino a loro disposizione. L’annuale Festival dell’Aurora è dietro l’angolo e La Regina dei Sussuri è una delle espansioni più attese di Destiny 2, non ci resta quindi che guardare con positività ai prossimi mesi.

 

Pro

  • Morsa della Cupidigia è un dungeon con meccaniche nuove che permette di rivivere in modo approfondito uno dei momenti iconici del primo capitolo
  • Il nuovo bottino, oltre che emote, shaders e navi celebrative, strizza l’occhio alle IP di Bungie e ai suoi fan, offrendo nuove opzioni per il fashion game
  • Il Gjallarhorn è un gradito ritorno

Contro

  • Le Sfide della Cupidigia non differiscono granché dalle precedenti attività a sei giocatori
  • La missione per l’ottenimento del Gjallarhorn non è particolarmente entusiasmante
  • Il prezzo del pacchetto è decisamente alto per ciò che offre

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