Il 27 agosto 2013 è una data entrata nella storia degli amanti della modalità Zombies. Dopo un lungo percorso affrontato da World at War a Black Ops 2, Treyarch lancia una mappa che, semplicemente, ha rivoluzionato il concept stesso della modalità survival con novità clamorose, una profondità incredibile e meccaniche inedite, con un occhio di grande riguardo alla narrativa. Dieci anni fa, oggi, era il giorno di Origins.
Su Call of Duty: Black Ops 2, inizialmente su Xbox (all’epoca Microsoft aveva ancora l’accordo di esclusività temporale dei contenuti aggiuntivi della serie), arrivò infatti il DLC Apocalypse. Un pacchetto che, a differenza di Rezurrection di Black Ops 1, non venne dedicato interamente alla modalità Zombies, ma si limitò ad aggiungere una sola mappa. E che mappa, fortunatamente, perché Origins riuscì a elevare la modalità di Treyarch a picchi qualitativi incredibili, inaugurando di fatto quella che sarà poi la struttura di Black Ops III Zombies.
In questo decennale, ricordiamo l’imperdibile esperienza di Origins, una delle migliori mappe mai realizzate per questa amatissima modalità.
Origins – La storia
Sin dalle premesse, Origins era una mappa che sembrava volesse rompere con il passato. Tornavano dopo ben due anni di attesa Richtofen, Nikolai, Takeo e Dempsey, ma in una versione più giovane e caratterialmente differente da quella a cui eravamo stati abituati. Il setting è infatti quello della prima guerra mondiale, presso un sito di scavi in Francia dove il dr. Maxis, a seguito della scoperta di un enorme giacimento di elemento 115, inizia a sentire la voce di una bambina di nome Samantha che lo fa lentamente impazzire.
All’epoca, i fan si chiesero per molto tempo quale fosse la reale collocazione temporale di Origins, anche perché sappiamo che Treyarch ha spesso lasciato che queste informazioni venissero scoperte dai giocatori. Inizialmente si ipotizzava che il finale di Buried avesse sconvolto la timeline, cambiando il passato dei quattro personaggi, ma le cose sono divenute poi via via più chiare con l’avvento di Black Ops 3 e il racconto delle vicende dei Primis, di Agartha e della lotta eterna tra Monty e l’Uomo Ombra, in Origins solo abbozzata.
Naturalmente, approfittiamo dell’occasione per segnalarvi LA STORIA ZOMBIE 3: PROLOGO, il nostro video approfondito nel quale ripercorriamo nel dettaglio gli eventi di Origins e il loro legame con Mob of the Dead e Shadows of Evil.
Origins – Un gameplay rivoluzionario
Pur mantenendo le solide basi della modalità, strutturandosì come sempre come una mappa round based tradizionale, Origins sovvertiva completamente le aspettative del giocatore, proponendo un’ambientazione enorme, ricchissima di cose da fare e segreti da scoprire, ancor più che in precedenza.
Nella mappa tornavano alcune delle innovazioni introdotte a partire da TranZit, come la possibilità di costruire lo scudo per proteggere la schiena o il drone di Maxis, fondamentale per la storia, ma le novità erano tantissime a partire dalla pala per scavare a terra al carro armato utilizzabile per spostarsi nelle trincee, dalle casse da riempire con anime dei non-morti ai sei generatori sparsi in tutta la mappa che sostituivano il singolo pannello sempre proposto fino a quel momento. Debuttavano inoltre il Globo Wuderfizz, una sorta di cassa misteriosa per le bibite, e le sfide che ogni giocatore poteva completare per acquisire bonus extra.
Quello che però fece grande Origins fu l’impressionante dinamicità che Treyarch riuscì a conferire alle partite, spingendo i giocatori a non restare in una singola zona ma a sperimentare e raggiungere luoghi sempre differenti. Qualcosa di questo tipo era già stato affrontato con TranZit, e Die Rise in piccola parte, ma con Origins tale struttura si allarga sempre di più.
La ricerca stessa dei Bastoni Elementali, ancora oggi uno dei migliori ricordi che la community conserva (e un grande rimpianto, pensando a Black Ops 4), spingeva gli utenti a cercare in continuazione oggetti sia a terra che in aria, senza dimenticare poi che anche i generatori potevano essere presi d’assalto dagli zombie e danneggiati. E proprio quando pensavamo di aver visto tutto, ecco che la musica proveniente da un grammofono rivelava non solo quattro gigantesche statue dei protagonisti, lasciando intendere una storia ancora più grande e tutta da scoprire, ma anche il famoso Crazy Place, culla delle gemme elementali e in qualche modo legato alla mitica Agartha. Ma questa è un’altra storia…
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