Il tema scottante è: giochi scomparsi. Videogiochi, cioè, che sono stati annunciati ormai da tempo e le cui tracce si sono disperse da talvolta altrettanto tempo, facendo temere il peggior destino possibile per un prodotto molto atteso.
Usciranno? Non usciranno? Sono ancora in sviluppo? Cosa diavolo passa per le menti di coloro che li hanno annunciati quando ancora non erano altro che embrioni o bozze scritte sui tovaglioli del ristorante in una serata in cui il team era a caccia di idee?
Sebbene non possiamo rispondere a tutte queste intriganti domande, che trascendono l’intero scibile umano, siamo invece in grado di raccogliere le idee ed elencare quelli che sono, oggi, i casi più eclatanti di videogiochi scomparsi dai radar, ricordando come sempre che la speranza è l’ultima a morire. Se siamo stati in grado di sopravvivere ai decennali sviluppi di Final Fantasy XV e The Last Guardian, saremo in grado di superare anche questi traumi.
Skull & Bones
L’ultima volta che abbiamo sentito notizie riguardanti Skull & Bones, molti giocatori sono trasaliti: lo sviluppo riparte da zero. E, per rimarcare la dose, il gioco sarà ispirato a Fortnite (qui maggiori dettagli). “Come, scusa?”, questa sarà stata la reazione di molti di voi, che da anni attendono buone nuove su questo curioso progetto targato Ubisoft.
All’E3 2017 Ubisoft Singapore presenta la sua nuova IP, Skull & Bones, gioco piratesco vagamente ispirato alle sequenze navali della serie Assassin’s Creed, in particolare il terzo capitolo e Black Flag. Pardon, ma quale vagamente: Skull & Bones è un gioco dalla chiara derivazione, tratto da questa più volte apprezzata dinamica della serie sugli Assassini. Se all’inizio, per come era stato presentato con il primo trailer, il titolo sembrava potesse essere la risposta di Ubisoft al divertente Sea of Thieves di Rare, i dubbi furono in realtà fugati poco dopo: il focus del gioco sarebbero state le navi e le battaglie navali, dunque nessun pirata da impersonare e col quale visitare esotici luoghi a caccia di tesori.
Poco male, perché il concept resta tutto sommato ambizioso e interessante: i giocatori non saranno lasciati soli, ma anzi potranno solcare i mari in compagnia dei propri amici per creare devastanti flotte pronte a conquistare e a depredare quanti più tesori possibili. Tutto molto bello, sì, almeno sulla carta. Ma il gioco è davvero così come lo immaginavamo? La risposta non la sappiamo, e al momento è “probabilmente no”, perché dopo 3 anni senza alcuna notizia su Skull & Bones, nell’estate 2020, pur senza mostrare alcunché della produzione, Ubisoft Singapore ha fatto sapere che lo sviluppo è sostanzialmente ripartito da zero rispetto a quello che avevamo visto tre anni prima, e che il gioco è stato interamente riorganizzato per abbracciare una formula simile a Fortnite.
Questo significa che Skull & Bones è diventato un battle royale? Forse sì, forse no. La prospettiva di una modalità di gioco di questo tipo ma ambientata in mare non è poi malvagia, ma non è certo chiaro cosa intendessero gli sviluppatori con queste curiose dichiarazioni. In tutto questo, tre anni e mezzo dopo il suo annuncio, Skull & Bones è ancora un mistero.
Metroid Prime 4
Quando dici a un seguace di Metroid che, a distanza di più di 10 anni da Metroid Prime 3: Corruption, uscirà un nuovo capitolo della serie, il seguace inizia ovviamente ad attendere con ansia di poter tornare nell’universo di Samus. Attesa però che si sta prolungando più del dovuto e di quanto sperato inizialmente da Nintendo, e che purtroppo si protrarrà ancora.
All’E3 2017, nel quale Nintendo stava sfoderando i pezzi forti per la line-up della sua da poco uscita Switch, la compagnia decide di mostrare il logo di un gioco attualmente in sviluppo e che fa sobbalzare dalla sedia i giocatori: Metroid Prime 4. Nulla di più, soltanto un logo, ma con la notizia che il ritorno della serie, a 10 anni dall’ultimo capitolo, è finalmente vicino. Nelle ore successive arrivano alcuni ulteriori dettagli che fanno però emergere alcuni dubbi, come ad esempio il team che si occuperà della realizzazione del gioco: addio a Retro Studios, creatori dei primi tre Metroid Prime, e avanti con un nuovo studio, che si scoprirà essere Bandai Namco Studios.
Per molto tempo il gioco scompare dai radar. Nel 2018 Reggie Fils-Aime, all’epoca presidente di Nintendo fo America, dichiara che il completamento di Metroid Prime 4 è ancora lontano, che però stava procedendo bene e che i fan non dovevano aspettarsi di vederlo tanto presto, poiché la grande N aveva deciso di dare in pasto materiale succulento ai fan solamente quando questo materiale si sarebbe rivelato essere ottimo. Ciò che è stato sbagliato con Metroid Prime 4, a nostro avviso, è stata una comunicazione frettolosa da parte di Nintendo, che molto raramente annuncia giochi che poi non usciranno entro breve tempo. Metroid Prime 4 è uno di questi rari casi, e considerando che il gioco non si è ancora mai mostrato a 3 anni e mezzo dall’annuncio ne è l’ulteriore dimostrazione.
C’è però un altro particolare da tenere in considerazione, e che ha gettato un ulteriore velo di incertezza sulla possibile finestra di lancio. Nel gennaio del 2019, dopo alcune settimane di rumor, Shinya Takahashi di Nintendo EPD annunciò ufficialmente che lo sviluppo di Metroid Prime 4 era ripartito da zero proprio in quel periodo, e che la compagnia aveva deciso infine di affidare il progetto ai veterani di Retro Studios, questo a causa dello scarso livello qualitativo del gioco fino a quel momento. Ancora una volta, un annuncio che si è dimostrato essere troppo frettoloso da parte di Nintendo, che ne pagò anche le conseguenze: dopo l’annuncio del reboot dello sviluppo, le azioni calarono di quasi il 3%. E oggi, ancora, non abbiamo nulla di più di un logo per Metroid Prime 4, che forse non è neppure quello definitivo…
Beyond Good & Evil 2
Possiamo capire che Michel Ancel (che in realtà non è più a capo del progetto, dopo che a settembre pare sia stato “invitato” da Ubisoft ad andarsene a causa di un ambiente di lavoro tossico, ma al momento si tratta solo di voci di corridoio) abbia (o avesse, meglio) in mente di dar forma a un videogioco epocale, dopo che il primo Beyond Good & Evil riuscì a conquistare il cuore di tutti i giocatori nel 2003. Possiamo capire che la sua smania di perfezionare ogni singolo dettaglio, e di costruire un mondo, un universo che resterà negli annali. Però a tutto c’è un limite.
Beyond Good & Evil 2 è un altro ben noto caso di videogioco scomparso negli ultimi anni, e non solo. Pensate che il primo reveal del gioco avvenne addirittura nel 2008, quando Ubisoft fece sapere all’E3 che Jade, Pey’j e i Dom’Z sarebbero tornati dopo il loro splendido esordio. Felici e speranzosi, gli affezionati dovettero attendere ben 8 anni prima di assistere… al secondo annuncio ufficiale del gioco! Nel tempo trascorso tra il 2008 e il 2016, Ancel e i vari studi di Ubisoft vennero infatti travolti dalla realizzazione di Rayman Origins e Rayman Legends, oltre che dall’altrettanto mitologico Wild per PS4 – che, sospettiamo, non vedremo mai a questo punto. Alla fine del 2016, poi, arriva nuovamente il via libera da parte del gigante francese, che decide di dare ad Ancel la fiducia necessaria per ripartire da zero con Beyond Good & Evil 2 e proseguire la serie. Ciò che è stato sbagliato con questo titolo, ovviamente, sono state le tempistiche. Nell’esatto momento, o quasi, in cui Ancel ha avuto il via libera, lo ha gridato ai quattro venti, facendo felici naturalmente i fan. Il problema è che nei giorni immediatamente successivi all’annuncio, lo stesso Ancel raffreddò notevolmente gli spiriti (si parlava di almeno 3 anni di sviluppo, se non anche molti di più), facendo intuire che il tempo del ritorno di Jade era ancora parecchio lontano.
Nel 2017, nuovamente all’E3, arriva lo splendido cinematic trailer in CG che presenta ufficialmente il nuovo gioco, a cui è seguito un altro trailer un anno dopo. In tutto questo, Ubisoft Montpellier ha continuato a realizzare alcune particolari dirette streaming per aggiornare sul progetto, il problema è che… non abbiamo visto praticamente nulla del titolo. A più di 4 anni dall’annuncio, e con una data di uscita che sembra ancora lontanissima (ma speriamo di essere smentiti molto presto), i minuti (o addirittura secondi) di gameplay di Beyond Good & Evil 2 che abbiamo visto si contano sulle dita di una mano, e in ogni caso si tratta di sequenze dalle versioni alpha o addirittura pre-alpha. Qualche artwork, rarissimi screenshot, introvabili sequenze video: questi sono stati gli ultimi 2 anni e mezzo di Beyond Good & Evil 2, che in tutto il 2019 e 2020 non si è più fatto rivedere in pubblico.
Deep Down
2013. Evento di presentazione di PlayStation 4. Capcom sgancia una bomba a sorpresa: Deep Down, una nuova IP free to play multiplayer, a tema fantasy-medievale ma con una sinossi paradossalmente futuristica (la vedremo tra poco). Uscita prevista: primi mesi del 2014, con lancio preceduto da una fase beta per tutti i giocatori dopo che il titolo era già apparso in vari eventi accompagnando la console Sony nel suo percorso in vista dell’uscita. È arrivato, alla fine? No, e probabilmente non lo farà mai.
Dicevamo, la sinossi era abbastanza particolare, e molti giocatori vennero attratti da questa imprevedibile premessa:
Il gioco sarà ambientato in un New York futuristica, precisamente nel 2094. All’interno di questo mondo, si trovano i membri di un gruppo chiamato “Ravens” che saranno in grado di andare indietro nel tempo attraverso le memorie contenute all’interno degli oggetti e ascoltando la voce del passato. Lo scopo di tale gruppo, è quello di conoscere il passato e capire la verità su ciò che è successo.
In tutto questo, i giocatori venivano lanciati in una serie di dungeon fantasy procedurali, che potevano affrontare in compagnia di amici e altri utenti. Premesse quasi straordinarie, specialmente in un momento storico, il 2013, in cui il gioco online e la condivisione stavano crescendo sempre di più tra i desideri dei giocatori, ansiosi di unirsi a community sempre più grandi.
Cosa è successo a Deep Down, però, è un mistero ancora oggi. Dopo il reveal all’inizio del 2013, il gioco si è mostrato in varie occasioni in quello stesso anno come dicevamo, e stando ad alcuni rumor che sono emersi solo pochi mesi fa, il suo sviluppo era vicinissimo al completamento. La beta, in effetti, doveva essere lanciata nel febbraio 2014, con il debutto di PS4 in Giappone, ma venne poi rinviata all’estate e infine a data da destinarsi, data che non conosciamo ancora oggi.
L’ipotesi più probabile è che i sopraccitati rumor ci abbiamo visto giusto: Capcom stava effettivamente per pubblicare il gioco, almeno in versione preliminare, poi qualcosa si è rotto, e Deep Down non è più stato una priorità per l’azienda che nel frattempo si preparava a rilanciare marchi importantissimi come Monster Hunter e Resident Evil. In tutto questo, sembra che alcune delle sue dinamiche e dei suoi elementi siano stati riutilizzati in giochi già pubblicati e futuri, ma l’unica verità è che al momento non abbiamo idea di cosa sia realmente successo al titolo. Di tanto in tanto, Capcom rinnova il marchio di Deep Down, forse speranzosa di pubblicarlo, un giorno. L’impressione è però che Deep Down non sia più un gioco scomparso, ma un gioco che semplicemente non vedremo mai.
Dead Island 2
Uno dei più grandi misteri di sempre, per l’industria del videogioco, paragonabile a produzioni come Crackdown 3, The Last Guardian, Final Fantasy XV e simili. Che però, almeno al momento, hanno una cosa che li differenzia da Dead Island 2: dopo una lunga odissea, questi hanno visto la luce del Sole. Dead Island 2, no.
Il primo Dead Island, quando uscì, non venne particolarmente acclamato dalla critica e dal pubblico, ma nel tempo è riuscito a conquistarsi inaspettatamente lo status di cult ritagliandosi inoltre una discreta fetta di appassionati, che si sono poi appassionati anche alla serie Dying Light nata inizialmente come spin-off. Erano in tanti quindi, nel 2014, ad essere emozionati quando all’E3 Deep Silver annunciò Dead Island 2 con un trailer davvero divertente, che ci portava sul lungomare di una Miami presa d’assalto dai non-morti. La data di uscita, seriamente, era lì a un passo: primavera del 2015. Il gioco difatti si mostrò in più occasioni nel corso di quell’anno, con Yager – nuovo studio al quale era stato assegnato il progetto, poiché Techland aveva deciso di proseguire per la sua strada con Dying Light – che era fortemente intenzionata a rispettare le scadenze. Demo, apparizioni in pubblico, trailer, interviste, addirittura una collector’s edition. Tutto sembrava pronto per l’esordio di Dead Island 2 nel 2015. Sembrava, appunto.
La debilitante storia di Dead Island 2 apre il suo capitolo di oscurità che prosegue ancora oggi proprio nei primi mesi del 2015, quando, dopo un periodo di silenzio molto sospetto, Deep Silver decide di rinviare il gicoo al 2016. Apparso sottotono nelle prime dimostrazioni pubbliche, Dead Island 2 puntava a un grosso successo, e dunque il rinvio era l’unico modo per riuscire a dare in pasto ai giocatori un’esperienza di alto livello. Se a quell’epoca il rinvio non fu accolto con particolare negatività – ricordiamo ad esempio che anche titoli mastodontici come Red Dead Redemption II ebbero bisogno di 12 mesi aggiuntivi per ultimare lo sviluppo – è ciò che è accaduto dopo, che ha fatto sprofondare le aspettative dei giocatori. Nell’estate del 2015 Yager abbandona il progetto, e Deep Silver si affida a Sumo Digital – nonostante Techland si fosse proposta per ultimare il gioco. A quel punto il gioco viene posticipato alla fine del 2017, poi al 2018, poi ancora al 2019, anno in cui THQ annuncia che anche Sumo Digital ha detto addio a Dead Island 2 e che da quel momento se ne sarebbe occupata Dambuster Studio. Da allora sono passati quasi altri due anni, e ancora una volta non abbiamo avuto alcuna novità su Dead Island 2. Un gioco che, di questo passo, non vedremo mai, o che rischia di uscire in uno stato ormai anacronistico che potrebbe affossarlo…
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