Activision ha intensificato la sua causa contro una prolifica società di vendita di cheat, e ha inoltre affermato che “streamer di alto profilo” usano i loro hack in Call of Duty. Quali grandi nomi stanno per tremare?
Activision è attualmente concentrata sul futuro di Call of Duty. A metà settembre si è tenuto l’evento Call of Duty Next, durante il quale Infinity Ward e Activision hanno mostrato di tutto e di più circa il futuro del franchise, da Modern Warfare 2 a Warzone Mobile.
Il grande protagonista, il più atteso, è stato però certamente Warzone 2, la nuovissima versione del battle royale che sarà disponibile da novembre.
Gli sviluppatori, oltre al primo trailer, hanno anche discusso di alcune novità di Warzone 2 compresa la nuovissima mappa di Al Mazrah, che includerà, come suggerivano le indiscrezioni, alcune location della storica serie classica di Modern Warfare. Avevamo già dato uno sguardo ad Highrise, in una clip di MW2, ma con i gameplay di Warzone 2 arrivano anche altre note mappe.
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Ora però, in attesa di MW2 e del nuovo battle royale, Activision si ritrova a combattere una nuova battaglia contro i cheater.
Activision vs. Cheater
Gli imbroglioni sono stati un problema in Call of Duty per molto tempo, ma sono diventati decisamente più evidenti con il lancio free-to-play di Warzone nel marzo 2020. Da allora, Activision ha bandito oltre 900.000 account, eliminato il provider di cheat CrazyAim e ha lanciato il proprio anti-cheat RICOCHET .
RICOCHET è stato considerato un successo dai giocatori, almeno inizialmente, e ora Activision sta anche portando avanti la sua causa contro il famigerato sito Web di vendita di cheat EngineOwning.
La causa è iniziata nel gennaio 2022 e si è intensificata a settembre, con Activision che ha identificato i nomi dei proprietari dell’azienda e ha chiesto al tribunale di costringere i venditori a consegnare tutti i loro profitti. Non è però tutto qui, perché la causa farà emergere anche i nomi di alcuni grandi streamer di COD che fanno uso delle hack.
All’interno di un documento depositato nel mese di settembre, Activision ha affermato che i venditori di cheat “svolgono ampi affari” in California e negli Stati Uniti, e che “tra i clienti del software cheat ci sono streamer di alto profilo di COD che risiedono negli Stati Uniti”.
Activision non ha nominato o alluso a nessuno streamer specifico nella sua causa, ma certo si tratta di un’accusa molto seria, considerando poi che nelle ultime settimane l’argomento degli imbroglioni è tornato prepotentemente in voga con il caso Nadia e vari altri streamer accusati di barare. Nel 2020, se ben ricordate, balzò all’onore delle cronache il famoso streamer che per sbaglio mostrò le hack in live su Twitch, facendo una epocale figuraccia.
Sebbene i migliori streamer debbano spesso affrontare accuse di frode da parte dei membri della community, nessuno di questi giocatori è stato bandito, quindi probabilmente hanno superato i controlli interni. Vale anche la pena ricordare che questa causa non riguarda solo Warzone, ma giochi del passato come Black Ops 2 e Modern Warfare 3.
Al di fuori di COD, anche Overwatch, che stasera passerà ufficialmente al suo secondo capitolo, è finito tra i nomi dei giochi più bersagliati da questi imbroglioni.
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