Con l’addio ad Adobe Flash Player, se ne va anche FarmVille, uno dei giochi più famosi di sempre di Facebook e amato/odiato gestionale di agricoltori virtuali per molti anni.
Ve lo avevamo già anticipato a settembre, quando Zynga aveva annunciato che l’ormai un tempo popolare gioco di Facebook avrebbe abbandonato il social network dal 31 dicembre 2020, giorno in cui Adobe avrebbe staccato la spina al supporto di Flash Player. Le promesse sono state mantenute: con lo scoccare della mezzanotte dell’1 gennaio 2021, FarmVille è ufficialmente passato a miglior vita.
Già nelle scorse settimane, Zynga aveva iniziato il progressivo avvicinamento alla morte del gioco, disattivando le microtransazioni dal 17 novembre. Perché sì, se ve lo state chiedendo: esistevano ancora oggi giocatori disposti ad acquistare crediti in gioco tramite microtransazioni.
Lanciato nel 2009, FarmVille ha raggiunto un successo planetario nel 2010, quando fece registrare un picco di quasi 84 milioni di utenti connessi contemporaneamente (e una media giornaliera di ben 34.5 milioni di giocatori). Si tratta di un simulatore agricolo che consente ai giocatori di coltivare raccolti, allevare animali e costruire la propria fattoria, e che incredibilmente riuscì a costruirsi una fama da record.
Certo, il suo successo non è durato granché. Se nel 2010, come dicevamo, gli utenti attivi erano un numero gargantuesco, un paio di anni dopo FarmVille era già relegato a titolo di nicchia, nonostante continuasse ad avere una community di irriducibili che aveva evidentemente come scopo quello di diventare i migliori agricoltori del pianeta.
Più volte oggetto di dibattiti, FarmVille è stato un clamoroso successo commerciale per Zynga, che nel 2013 annunciò che il gioco, uno dei precursori delle tanto odiate microtransazioni, aveva raccolto oltre 1 miliardo di dollari per gli acquisti in-game. Il prestigioso Time, nel 2010, arrivò a inserirlo nella sua speciale classifica delle peggiori invenzioni dell’anno, nonostante fosse riuscito a intrattenere milioni e milioni di persone:
Il gioco che più crea dipendenza su Facebook è a malapena un gioco, è più che altro una serie di alienanti compiti da portare a termine uno dopo l’altro in una fattoria digitale, passando il tempo a cliccare qua e là con il mouse.
Un gioco che, però, non mancherà probabilmente a (quasi) nessuno. Victoria Song, di Gizmondo, ha pubblicato alcuni giorni fa un articolo dedicato alla dipartita di FarmVille, arrivandosi a chiedere come sia possibile che le persone arrivassero a spendere continuamente soldi in un brutto gioco – e che gioco, come affermava il Time, non è poi neanche tanto. Ecco un estratto dell’articolo, riportato anche da Il Post:
Se ti è mai capitato di mettere in dubbio la tua esistenza e chiederti com’è che tu, una persona generalmente razionale, sei tentato dall’idea di spendere tempo e addirittura soldi in un pessimo videogioco, allora devi ringraziare FarmVille.
Se non altro, FarmVille ha avuto anche meriti positivi che meritano di essere raccontati. Ian Bogost, professore e video game designer, ha spiegato al New York Times che il gioco di Zynga è stato uno dei precursori del concetto di condivisione e di aiuto reciproco nella community, dove i giocatori chiedevano una mano ad altri utenti per raccogliere risorse e far avanzare la propria attività virtuale. Un concetto che poi molti videogiochi, mobile e non, hanno ripreso negli anni successivi.
Siete orfani di FarmVille? Sappiate che Zynga pensa anche a voi, dato che ha da poco lanciato FarmVille 3 su dispositivi mobile iOS e Android. Avrà lo stesso successo del suo illustre progenitore? Noi non lo crediamo, ma non si sa mai…
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