Abbiamo avuto la possibilità di partecipare all’anteprima di Far Cry Primal tenutasi il 21 Gennaio a Milano: un evento molto ricco di contenuti, dalla presentazione della trama del Narrative Director Jean-Sebastian Decant, all’approfondimento sulle tecnologie e sul periodo storico dell’archeotecnico Dott. Alfio Tomaselli, fino ad arrivare al hands-on del nuovo titolo di casa Ubisoft. Vi riporteremo in breve la nostra esperienza e le nostre sensazioni su questo atteso nuovo capitolo di Far Cry.
LA TRAMA
Parlando della trama (state tranquilli niente spoiler!), va detto che ci troveremo in un era chiamata Mesolitico, ovvero un’era di passaggio, che pone le basi della civiltà moderna: le popolazioni in quest’era si troveranno infatti ad un bivio, che nel neolitico le porterà a formare le prime società, simili a quelle presenti oggi. In questo periodo erano presenti moltissime tribù alcune delle quali credevano di dover progredire nella tecnologia e nella società, al fine di governare la natura; da queste nasceranno poi le società agricole e pastorali, altre tribù che preferivano rimanere fedeli alle loro origini. In questo miscuglio di culture nasce Far Cry Primal, nel quale noi interpreteremo Takkar, potentissimo guerriero di una tribù in via d’estinzione. Il suo compito sarà quello far crescere e prosperare la sua gente, i Wenja, nella terra di Oros. Ovviamente non sarà tutto rose e fiori: come ogni Far Cry che si rispetti, ci sarà un antagonista pronto a metterci i bastoni tra le ruote e in questo caso gli antagonisti saranno addirittura due: i capi tribù delle fazioni nemiche dei Wenja. Il nostro compito sarà quindi quello di far prevalere la nostra tribù nei confronti delle altre.
Perché questo cambio radicale di ambientazione?
Molti appassionati della saga hanno storto decisamente il naso quando si è scoperto che il nuovo Far Cry Primal non si sarebbe svolto in tempi moderni. Durante la presentazione abbiamo avuto dei dettagli sulla scelta fatta: l’obiettivo era quello di portare al limite il concetto di sopravvivenza. Secondo Ubisoft, Far Cry Primal è un titolo che deve portare il giocatore a sopravvivere veramente e per questo deve essere difficile e stimolante. A questo punto, quale migliore ambientazione per sopravvivere se non la preistoria? In questo capitolo la difficoltà è decisamente più elevata, e quello che nei giochi precedenti poteva sembrare noioso, ovvero la raccolta delle risorse, qui diverrà essenziale: tutto il vostro inventario sarà dato dalla natura che vi circonda.
L’importanza della tecnologia
Durante l’evento non si è parlato solo del gioco in se ma grazie all’intervento del Dott. Tomaselli sono state mostrate anche alcune tecniche utilizzate dalle popolazioni primitive (vi lascio alcuni video al riguardo). Ovviamente in questo Far Cry non avremo un’arsenale in “stile Rambo”, ma avremo armi grezze, come mazze, archi e lance che saranno inoltre le armi principali. Questo fa si che il videogiocatore che si troverà ad affrontare le minacce della terra di Oros, dovrà avere una mente molto aperta e cercare di uscire nel miglior modo possibile da ogni situazione. Se negli altri Far Cry avevamo sempre e comunque l’opzione fuoco a volontà, grazie a fucili, mitra, pistole, lanciamissili ecc., qui dovremo utilizzare molto ingegno e tecnica: sarà ad esempio inutile sprecare preziosissime frecce per combattere lupi selvaggi, quando ci basterà dar fuoco a un legno per spaventarli.
Il Gameplay
Mentre ero sul treno in direzione Milano, ho avuto modo di fare una riflessione: solitamente, tra un capitolo e un altro passava qualche anno, nel caso di Primal invece è passato poco più di un anno, questo ovviamente ha portato ad avere meno tempo allo sviluppo del titolo, cosa che mi ha fatto preparare mentalmente ad avere un titolo simile a Far Cry 4 ma con ambientazione “preistorica”… e da un certo punto di vista è così. Quello che voglio dire è che non ci si può aspettare una rivoluzione incredibile in termini di gameplay, ad esempio lo sviluppo di abilità e di nuove armi è molto simile ai capitoli precedenti: ritroviamo il rampino visto nel quarto capitolo, i movimenti risultano identici, e anche l’interfaccia è molto simile, ma devo dire che sin dai primi minuti di gioco sono rimasto colpito, o forse è meglio dire mi sono immedesimato. Negli altri Far Cry ero un giocatore, in questo non ero Ferrix, ero Takkar. Purtroppo ho avuto la possibilità di provare il gioco per solo circa 45 minuti, ma quello che ho visto mi è piaciuto molto. Scordatevi totalmente di partire ad armi spianate, ho provato una missione (la classica di liberare un avamposto), e devo dire che non sono riuscito a liberarlo. Le frecce per il vostro arco sono contate, e sono vitali, non le dovrete mai sprecare. Ho provato un approccio diretto con mazza a due mani, inutile dire che tra guerrieri e arcieri sono finito a terra in un attimo. Ho provato anche l’approccio più cauto ma la carenza di frecce (e la non preparazione all’utilizzo di supporti) mi hanno fatto perire nuovamente.
Quindi cosa c’è di nuovo?
Sapevamo già dell’assenza della modalità co-op, ma per rispondere in toto a questa domanda bisognerà attendere la data di uscita, anche se da quello che è emerso da questa dimostrazione possiamo dire che la trama e l’ ambientazione vi faranno immergere maggiormente nelle vicende raccontate nel gioco; dovrete inoltre dovrete modificare totalmente il vostro modo di intendere Far Cry, non sappiamo se proseguendo nel gioco non avrete più problemi con le armi, ma nelle prime fasi sarà essenziale non sprecare nessuna risorsa. Inoltre le risorse che troverete in giro o che ruberete saranno fondamentali; non ho visto in giro “negozianti” quindi è possibile che dovrete fare tutto da voi, partendo dalle armi, passando per munizioni e kit medici. Le novità più importanti però non sono queste, infatti in questo gioco sono stati inseriti due aspetti molto importanti: la possibilità di ammaestrare animali, e la possibilità di espandere il proprio villaggio. Purtroppo a causa del tempo ridotto e del fatto che stavo provando una demo non abbiamo potuto approfondire al meglio questi due elementi. Analizzando la prima novità nella demo avevo due animali, il primo un gufo, che poteva essere chiamato per scrutare la zona circostante, analizza e “targetta” nemici, o li può attaccare per infastidirli, oppure semplicemente ci permette di studiare una strategia di attacco. Insieme a me avevo anche un Lupo, esso non era controllabile, ma ha avuto la funzione di alleato attaccando i nemici. In fase di presentazione ci è stato detto che solo Takkar ha la possibilità di addomesticare gli animali, e potrà persino avere un Mammut per amico! La seconda novità introdotta invece non ho avuto modo di provarla, ci è stato riferito però che l’insediamento si ingrandirà liberando persone intrappolate in altri insediamenti e raccogliendo materiali specifici in giro per la mappa. Ovviamente più è grande il nostro insediamento, più vantaggi avrà il nostro personaggio.
Concludendo
Come detto avevo molti dubbi su Far Cry Primal, e li ho tutt’ora. Tuttavia questa presentazione mi permette di essere molto fiducioso, ci sono molti elementi per cui essere ottimisti, sicuramente la trama e l’ambientazione sembrano ben strutturate e saranno sicuramente la colonna portante di questo titolo. I miei dubbi e le mie paure restano soprattutto per quanto riguarda gli aspetti secondari del gioco: ho paura che le missioni secondarie siano più o meno le solite di tutti i Far Cry, per capirci vorrei evitare le solite missioni “caccia la preda” e “libera avamposto”. Inoltre i dialoghi che saranno ridotti al minimo (del resto nel mesolitico a malapena si comunicava) faranno si che le personalità dei personaggi, soprattutto degli antagonisti risultino piatte.
Per finire quindi mi reputo molto più ottimista di qualche giorno fa e tra me e me dico: “Hai sempre amato la saga di Far Cry e non sei mai stato deluso, perché questa volta dovrebbe deluderti?”
Non ci resta che aspettare la data di uscita per scoprire se questo gioco sarà un’altro capolavoro memorabile oppure un flop colossale.
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