Dopo aver concluso la storia e le svariate missioni secondarie che ci ha proposto Red Dead Redemption 2, abbiamo cavalcato l’onda del debutto di Red Dead Online, la componente multiplayer dell’ultimo kolossal videoludico made in Rockstar Games (in questo articolo la nostra recensione). Il multiplayer, pubblicato ufficialmente sotto forma di beta pubblica, non contiene da subito tutti i contenuti ma consiste per l’appunto in una sorta di “anteprima” piuttosto avanzata nell’offerta generale.
Precisiamo da subito che sorvoleremo qualsiasi opinione in merito a lag, crash dei server e problematiche di lancio, in quanto non si tratta della versione completa. Per questa ragione, rimandiamo qualsiasi discorso di natura tecnica al futuro lancio di Red Dead Online in versione ufficiale. Nonostante con le recenti patch siano stati risolti molti dei problemi riscontrati al lancio, il gioco resta ancora prematuro per qualsiasi critica sotto questo aspetto.
Chi si aspettava un qualcosa di simile a GTA Online, sicuramente si sentirà a casa nel vedere quello che Red Dead Online offre. In buona sostanza infatti ci ritroviamo catapultati all’interno della medesima mappa di gioco, peraltro già interamente visibile, e ci ritroviamo a dover completare una serie di quest per conto di diversi personaggi.
L’incipit del gioco consente di dare il via ad una narrazione vera e propria, tramite la creazione del proprio personaggio. L’editor ci è sembrato piuttosto scarno, e diciamo che la possibilità di creare volti epici non è il suo punto forte: in ogni caso riesce nel suo intento di imporsi come punto di partenza per il resto della storia. Il nostro protagonista infatti è detenuto presso il penitenziario di Sisika, e viene trasportato assieme ad alcuni compagni di prigione all’interno di un carro-cella. Lungo il percorso, però, qualcuno ferma il carro, liberando tutti i prigionieri e chiamando con sé il nostro personaggio.
L’introduzione prosegue con alcune brevi missioni che ci aiutano a completare l’immagine del personaggio, oltre che di capire il funzionamento dei comandi. Red Dead Online, infatti, è del tutto slegato dalla storia principale vissuta nel gioco single player, configurandosi piuttosto come un’avventura del tutto nuova che riparte da zero. Lo fa ad esempio illustrandoci come già detto i comandi, ma anche l’utilità di determinati luoghi, come la stalla. Anche le statistiche del protagonista ricalcano in tutto e per tutto quelle possedute da Arthur Morgan nell’esperienza in singolo, e la sua gestione è pressoché identica, richiedendo cibo, medicine e quant’altro.
Una sostanziosa peculiarità è il sistema di progressione del protagonista, che somiglia lontanamente a quanto visto in altri titoli della concorrenza. Tale sistema infatti si basa su delle carte, acquistabili con denaro in-game, le quali vanno equipaggiate per poter sbloccare abilità attive in maniera permanente in background. Le carte possono essere equipaggiate solo dopo un determinato rango: in totale sono ben 60 i ranghi raggiungibili, ovviamente progredendo nelle missioni o svolgendo qualsiasi attività in grado di ricompensare con esperienza.
All’atto pratico, Red Dead Online prevede il completamento di missioni, affiancate ovviamente da attività di varia natura che andremo ad analizzare qui sotto. Le missioni previste dal gioco vanno a completare un breve arco narrativo, tutto sommato piacevole, che prevede la partecipazione di massimo 4 giocatori ad ogni missione, diventando così a tutti gli effetti una campagna co-op piuttosto divertente. Ci sono poi i classici sconosciuti, che offrono missioni sempre uguali in grado di tramutarsi in PvP senza freni. A proposito di PvP, ricordiamo che è ancora in vigore il sistema di onore: uccidere un giocatore in modalità libera comporta una perdita di onore.
Tra una missione e l’altra, proprio come accadeva in GTA Online, si può infatti giocare liberamente in modalità free roaming, senza vincoli sulla mappa. Durante queste scampagnate logicamente si può entrare in contatto con altri giocatori, dal momento che ogni server prevede la partecipazione di altri 32 giocatori massimo. Si può fra l’altro sfruttare un proprio personale accampamento, dove riposarsi, rifocillarsi o cambiarsi d’abito. L’accampamento può essere spostato da una zona all’altra della mappa, previo il pagamento di una piccola percentuale di dollari, e al suo interno si può anche svolgere il crafting.
Troviamo poi le immancabili modalità puramente PvP, anch’esse simili a quanto accadeva in GTA Online ma calate nel contesto del Far West. Esse si dividono sostanzialmente in due serie di partite: le Rese dei Conti e le Gare. Nella prima modalità ci ritroveremo ad affrontare deathmatch di vario tipo, mentre nella seconda, come suggerisce il nome, si prende parte a gare a cavallo, sempre secondo diverse modalità e varianti aggiunte di volta in volta. Completare e vincere questi eventi garantisce il guadagno di denaro e di lingotti d’oro, così come di esperienza per compiere la propria scalata al rango 60.
Non manca nemmeno la possibilità di prendere parte a diversi clan, chiamati Posse (seguendo il significato originario di “cricca” o comunque banda più o meno dedita alla legalità). Le Posse svolgono anche la funzione di gruppo “temporaneo” per poter svolgere le missioni, e possono introdurre anche a vere e proprie guerriglie tra Posse, come se fossero gang realmente esistenti nel gioco. Il tutto comunque ci sembra ancora piuttosto spartano, e di sicuro merita un leggero approfondimento da parte di Rockstar per poter esprimere tutto il proprio potenziale.
A conti fatti, per ora possiamo affermare che Red Dead Online risulta un’esperienza piacevole e riesce, o meglio ancora riuscirà, a dare qualche ora di divertimento in compagnia dei propri amici. Il comparto multiplayer infatti è supportato sia da un filone narrativo a sé stante, che favorisce comunque la cooperazione, sia dal classico PvP che aggiunge un po’ di pepe alla questione. Ci sarebbe da discutere ovviamente su tutto ciò che riguarda le micro-transazioni, di cui si sta parlando molto in questo periodo, ma vogliamo addentrarci di più nella faccenda prima di dare un nostro giudizio definitivo.
Il problema più grande ad oggi ci sembra pendere verso il pericolo in un certo senso “opposto” a quello di Fallout 76, vale a dire il PvP che sta già prendendo una piega purtroppo spiacevole. Stiamo parlando soprattutto dei classici giocatori che sfogano tutto il proprio divertimento nell’uccidere altri giocatori in free roam senza motivo, causando non pochi fastidi. Siamo consci del fatto che un autentico PvP basato su un minimo di sopravvivenza dovrebbe essere proprio così, ma purtoppo talvolta si esagera e si va fuori strada. I limiti imposti dal gameplay (come il sistema di taglie) non sembra arginare il problema, risultando anzi superfluo. Il consiglio che possiamo dare a Rockstar Games è quello di riuscire ad introdurre qualcosa in grado di restituire equilibrio, ma la coscienza collettiva dei giocatori non può essere cambiata facilmente.
Nel complesso, comunque, Red Dead Online risulta senza dubbio un qualcosa di estremamente ridimensionato rispetto al cuore pulsante di Red Dead Redemption 2, ossia il single player e la storia che offre. Quest’ultima possiede un carisma e una sontuosità così alti che, di fatto, mettono in secondo piano il comparto online, rendendolo per lo più un ottimo contorno di completamento. In altre parole, se vorrete acquistare Red Dead Redemption 2, di certo non lo farete per il multiplayer, modalità che sfrutterete di sicuro solo dopo aver finito il gioco offline.
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