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Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land | Recensione

Il duo Koei Tecmo e Gust sviluppa con impegno la saga di Atelier da oltre 25 anni, raggiungendo ad oggi un totale di 7,5 milioni di copie vendute, di cui ben 2 milioni grazie alla trilogia di Atelier Ryza. Nell’ultimo capitolo della celebre serie, torneremo ancora una volta in un affascinante mondo di alchimia ed erboristeria, questa volta guidati dalla dolce Yumia. Gli anni di lavoro su Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land avranno dato i loro frutti? Gust riuscirà finalmente a conquistare un pubblico più ampio, dimostrando di poter competere tra i grandi del genere JRPG? Lo scoprirete nella nostra recensione, nella quale analizziamo Yumia e la sua avventura magica.

Versione provata: PC

L’alchimia come arte proibita

Se seguite da anni le produzioni dello studio Gust, sicuramente conoscete bene come sono impostate le loro produzioni e saprete già cos’è la serie Atelier e cosa aspettarvi da essa. Tuttavia, il prossimo Atelier Yumia potrebbe davvero essere il momento perfetto per iniziare la vostra avventura con questo franchise ormai iconico, poiché l’ultima opera degli sviluppatori giapponesi è stata creata appositamente pensando ai nuovi giocatori, di cui le nostre amate erboriste e alchimiste hanno bisogno per sopravvivere tanto quanto l’acqua. Possiamo affermare con certezza che Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land rappresenta una vera e propria nuova generazione per Gust.

Partiamo dalla trama, che questa volta non è più, per così dire, innocente come nei capitoli precedenti e non ruota attorno a cose estremamente banali come il semplice desiderio di diventare una super alchimista, ritrovare una sorella che, a conti fatti, era solo uscita per una passeggiata. Oh no. Qui Yumia deve affrontare problemi reali e demoni in agguato ovunque, sia quelli tangibili che quelli nascosti nella natura umana. I developer giapponesi iniziano finalmente con un colpo di scena potente, presentandoci la protagonista nel pieno della battaglia contro un folle, il che dà subito una scarica di adrenalina e permette di assaporare il nuovo, fantastico sistema di combattimento. Solo dopo questo inizio intenso torniamo indietro nel tempo e ripartiamo dalle basi.

Come da tradizione, interpretiamo una giovane ragazza desiderosa di padroneggiare l’alchimia, ma questa volta non è una studentessa di un’accademia alchemica, e lungo il suo cammino nessuno le chiederà di raccogliere dieci fiorellini per fare il tè. Il continente di Aladiss in cui ci troviamo vive nel terrore dell’alchimia. Essa è vietata come la magia nera o qualche pratica satanica, e non appena qualcuno sente parlare delle nostre “abilità magiche”, reagisce con minacce, indifferenza, accuse e derisioni. Insomma, ogni volta Yumia si sente come se avesse appena massacrato un intero villaggio di bambini innocenti, quando in realtà ha magari solo curato un poveretto che soffriva da anni a causa di una malattia. Solo con il tempo riusciamo a conquistare la fiducia delle persone e, grazie alla loro benevolenza, possiamo scoprire il meraviglioso mondo che ci circonda.

A livello narrativo, Atelier Yumia si distingue davvero dai suoi predecessori e, se state cercando una storia forte che parli di pregiudizi, paure, superstizioni e del superamento delle barriere, potreste aver trovato pane per i vostri denti.

La nuova generazione sta arrivando

Oltre a una trama più matura, la serie Atelier ha subito un restyling completo in praticamente tutti gli altri aspetti, rendendo la sua ultima incarnazione una vera e propria pietra miliare sia per Gust che per Koei Tecmo.

Partiamo dal combattimento, che abbandona il classico sistema a turni per adottare qualcosa di simile alla serie Tales, ovvero scontri in piccole arene in tempo reale, con la possibilità di collaborare con i compagni di squadra. Se avete giocato a uno degli ultimi Tales di Bandai Namco, riconoscerete subito questa energia. I combattimenti sono spettacolari e divertenti, anche se talvolta un po’ troppo facili, soprattutto all’inizio, quando è possibile abbattere i nemici in meno di due secondi.

È evidente che gli sviluppatori volevano mettere in mostra il motore grafico migliorato, le animazioni e le espressioni facciali dei personaggi, dato che ogni scontro o livello raggiunto viene accompagnato da scene animate davvero ben realizzate. Per quanto riguarda le meccaniche di combattimento, non c’è nulla di rivoluzionario per il genere, ma la scelta dell’equipaggiamento, delle magie e degli oggetti da usare in battaglia rimane cruciale per la vittoria. Ogni personaggio può essere sviluppato con i classici skill points guadagnati nel tempo, che permettono di potenziare abilità utili sia in battaglia che nell’esplorazione.

Una delle novità più interessanti riguarda finalmente la possibilità di creare oggetti alchemici senza dover tornare a una postazione fissa. Ora è possibile fabbricare al volo gli oggetti più semplici e utili direttamente dal menu crafting in qualsiasi momento dell’esplorazione. A nostro modo di vedere è un miglioramento fondamentale che rende l’avventura molto più fluida, evitando backtracking e fastidiosi viaggi avanti e indietro sulla mappa.

Questo non significa però che il nostro Atelier diventi superfluo, anzi. Gli sviluppatori hanno dato ancora più importanza a questo aspetto, permettendoci non solo di decorare il laboratorio con mobili trovati o creati, ma anche di ampliarlo e modificarlo strutturalmente. Un po’ come nei survival o nei crafting simulator più popolari, possiamo aggiungere pareti, soffitti, porte, finestre e altri dettagli personalizzabili. Il sistema offre un alto livello di personalizzazione, ma senza risultare eccessivamente complesso, rimanendo accessibile anche a chi non ama particolarmente questo genere di feature.

Anche l’esplorazione è diventata più dinamica: il viaggio rapido è sempre presente, ma ora possiamo anche usare una teleferica, saltare tra le piattaforme e persino guidare una moto, che rappresenta perfettamente la fusione tra tecnologia moderna e tradizione. E non è finita qui: Yumia può persino trasformare il suo bastone in un fucile! Un’altra aggiunta interessante sono gli enigmi ambientali, che permettono di scassinare forzieri o scoprire luoghi e oggetti preziosi.

Qualche esperimento tecnico non sempre riesce al meglio

In termini di prestazioni, Atelier Yumia su PC offre ben poche opzioni: possiamo regolare la qualità delle texture, delle ombre, del terreno e la distanza del livello di dettaglio grafico. Il gioco supporta i frame rate senza limitazioni, ma spiace constatare come nonostante la presenza della possibilità di attivare l’Intel XeSS, manchi il supporto al DLSS di Nvidia e del FSR di AMD. Spicca inoltre il mancato supporto alle risoluzioni ultrawide, al quale si può porre rimedio grazie ad una mod creata dalla comunità.

Graficamente parlando abbiamo notato un miglioramento rispetto alla trilogia di Ryza, ma non possiamo di certo dirci impressionati, in quanto il livello di dettaglio grafico dei modelli dei personaggi e del mondo rende Atelier Yumia più vicino ad un gioco dell’epoca della PS3 e dell’XBOX 360, ma questo è il prezzo da pagare quando un titolo deve essere disponibile anche per una console ormai prossima al suo tramonto come la Nintendo Switch.

A sorpresa, nonostante Atelier Yumia non stupisca affatto graficamente, le prestazioni su Steam Deck non brillano, si fa fatica a mantenere i 30fps costanti e il consumo della batteria è risultato decisamente eccessivo. Evidentemente il problema risiede proprio nella gestione delle risorse da parte del gioco dato che, come ben sappiamo, la portatile Valve è capace di gestire giochi ben più esosi in termini di requisiti.

Un nuovo inizio

Riassumendo, Atelier Yumia: The Alchemist of Memories & the Envisioned Land rappresenta un enorme passo avanti per la serie Atelier, proiettandola nel futuro e introducendo tantissime nuove possibilità. Aggiunge al classico jRPG un pizzico dello spirito di The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Secondo noi, è un titolo imperdibile per i fan della saga, e per chi desidera approcciarsi per la prima volta all’Alchimia secondo Guts.

Ringraziamo Plaion per il codice review fornitoci

8.1
Riassunto
Riassunto

Atelier Yumia è un nuovo inizio per la saga e introduce molte novità, a partire da una nuova atmosfera, una trama più cupa e tante piccole chicce a livello di gameplay. Peccato solo per un comparto tecnico che fatica a stare al passo con la concorrenza.

Pro
Sistema di combattimento molto divertente Trama coinvolgente e piuttosto cupa Costruzione e personalizzazione del proprio Atelier
Contro
Grafica altalenante e poco uniforme Tecnicamente deficitario
  • Giudizio complessivo8.1
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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