Banjo-Kazooie è un iconico franchise ideato da Rare e pubblicato per la prima volta nel 1998 su Nintendo 64.
Tra i più importanti esponenti del sottogenere collectathon dei platform, la serie segue le avventure dell’orso Banjo e della breegull Kazooie per fermare i piani di grandezza della strega Gruntilda. A partire dalla loro casa, nella Spiral Mountain, i due amici viaggiano verso mondi incredibili e migliorano le proprie abilità imparando mosse sempre nuove. Insieme a giochi come 007 GoldenEye e Donkey Kong, Banjo-Kazooie diventarono una delle migliori IP di Rare, oltre che icone del genere platform di quel tempo insieme a Mario, Crash Bandicoot, Spyro, Sonic e pochi altri. Sfortunatamente, la carriera dei due amati personaggi non è durata a lungo.
In attesa di scoprire se prima o poi Rare, o chi per essa, deciderà di riportare la serie sui nostri schermi, abbiamo deciso di riscoprire tutta la serie di Banjo-Kazooie e le sue mirabolanti avventure tra isole del tesoro, paludi umidicce, deserti aridi, rovine Maya e terre dominate dai dinosauri. Siete pronti a questo tuffo nel passato?
1. Banjo-Kazooie
Sulla scia del successo di Donkey Kong Country, Rare sviluppa nel 1998 un platform 3D tutto nuovo, strutturato come un coloratissimo e divertentissimo collectathon dai mondi vivaci e splendenti. Banjo-Kazooie partiva da una storia molto simile a quella di Mario, con la sorellina di Banjo, Tootie, rapita dalla strega Gruntilda per rubarle la bellezza, e da lì partiva l’avventura.
Grazie al loro affiatamento, Banjo e Kazooie erano in grado di compiere mille acrobazie, trasformarsi in animali di ogni tipo e sconfiggere nemici, andando a caccia dei Jiggy. Comicità, divertimento, tantissima ispirazione: Banjo-Kazooie era un gioco magnifico, uno dei pochi a poter rivaleggiare con Super Mario 64.
2. Banjo-Tooie
Due anni dopo il primo gioco, Rare ripropone l’improbabile coppia. L’orso Banjo e la breegull Kazooie tornano con Banjo-Tooie, un sequel in perfetta continuità ma davvero esplosivo, proiettato nel futuro.
La storia, con il ritorno di Gruntilda aiutata dalle sue perfide sorelle, si sposta nelle Isole O’Hags, non un semplice luogo per accedere ai vari mondi ma intricato sistema di ambientazioni tutte collegate tra loro, a livelli quasi impensabili per l’epoca. C’erano mille cose da fare, i mondi erano realmente connessi tra loro, e le mosse erano ancora di più: anche Mumbo, il simpatico stregone dal volto scheletrico, diventava un personaggio giocabile. Impossibile non innamorarsene.
3. Banjo-Kazooie: La vendetta di Gruntilda
Prequel di Banjo-Tooie, Grunty’s Revenge (o La vendetta di Gruntilde, in italiano) ebbe una produzione travagliata, anche perché poco prima della sua uscita Rare venne acquisita da Microsoft. Dopo tante peripezie, il gioco uscì finalmente su Game Boy Advance nel 2003, ottenendo pareri positivi… ma non troppo.
Si trattava di un platform simpatico e ben caratterizzato se pensiamo alla piattaforma su cui si trovava, ma chiaramente i limiti erano tanti, e proprio per questo non riuscì mai a imporsi come i suoi predecessori. Questo, appunto, anche a causa della difficoltà di implementare un platform ricco e complesso come lo era sempre stato Banjo-Kazooie all’interno di una piccola console. Il risultato era buono, ma niente più di questo.
4. Banjo Pilot
Visto che gli spin-off sui kart erano ormai troppi, Rare prova a reinventare Banjo facendone un pilota di aerei, in corse arcade su Game Boy Advance che, in fin dei conti, erano esattamente le stesse di Mario Kart e simili.
Il risultato, però, è abbastanza da dimenticare: tra comandi legnosi e tracciati veramente pessimi, nessuno ricorda con particolare amore Banjo Pilot, un simpatico ma dimenticabilissimo tentativo di tenere in vita la serie.
5. Banjo-Kazooie: Viti e bulloni
Dopo tanti anni di assenza, Banjo e Kazooie provano a tornare nel 2008: su Xbox 360 arriva Banjo-Kazooie: Viti e bulloni, strana avventura che non ha molto da spartire con i primi giochi della serie ma si rivela essere comunque un’esperienza molto particolare e ispirata.
Lo stile artistico è rinnovato e piacevole, e il gameplay, che sfrutta sì il platform ma senza farne il perno principale, ruota intorno alla costruzione e alla personalizzazione di veicoli per esplorare il mondo e gareggiare. Come dicevamo, un gioco molto particolare, ma anche molto distante dalla filosofia originale della serie. Che infatti, dopo Viti e bulloni, resta ancora oggi nell’oblio…
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