Home Videogiochi Speciali Battlefield per rilanciarsi deve imparare anche dal remake di Dead Space

Battlefield per rilanciarsi deve imparare anche dal remake di Dead Space

Nonostante sia uno studio relativamente nuovo, data la sua fondazione risalente al 2015, EA Motive ha dimostrato di essere in grado di offrire esperienze di gioco di prima classe, e il remake di Dead Space dell’anno scorso ne è l’esempio perfetto (qui la nostra recensione). Va assolutamente detto, come opera prima di un team relativamente piccolo, l’operazione di remake di uno dei titoli più amati dai giocatori non è certo missione facile da portare a casa.

Motive ha infatti dovuto trovare un giusto equilibrio tra fedeltà al lavoro originale di Visceral Games, e novità da introdurre per far vivere al meglio l’esperienza horror nel 2023. Stando ai numeri di critica e pubblico, tale obiettivo sembra essere stato raggiunto, al punto che a gran voce gli appassionati stanno chiedendo (al momento senza successo) il rifacimento anche della seconda avventura di Isaac Clarke.

Premesso questo, come ben sappiamo EA sembra aver capito quanto le potenzialità di Motive, visto e considerato che lo studio non solo sta lavorando ad un nuovo AAA di Iron Man, ma anche su una componente importante del prossimo capitolo principale di Battlefield. Dato che quest’ultimo franchise rappresenta un genere completamente diverso da quelli a cui finora gli sviluppatori si sono cimentati, la missione commissionata da Electronic Arts rappresenta un’ulteriore sfida per il team. Ciononostante, Motive ha già molti strumenti che può utilizzare, ed uno di questi potrebbe fare molto bene per la serie sparatutto, che come sappiamo ora versa in condizioni tutt’altro che rosee, dopo il flop chiamato Battlefield 2042.

Il sistema ALIVE di Dead Space potrebbe far vivere Battlefield

Nel lontano marzo 2022, quando il marketing per il remake di Dead Space stava iniziando a crescere davvero, EA Motive ha tenuto una serie di live streaming in cui ha fatto luce su alcune delle nuove funzionalità innovative dell’operazione. Tra le tante novità, quella che è fin da subito emersa è stato il sistema ALIVE. Questa tecnologia altro non rappresenta che un acronimo che sta per Adrenaline, Limbic system response, Intelligent Dialogue, Vitals, and Exertions. In parola più semplici, il sistema ALIVE di Dead Space è stato progettato con il preciso scopo di rendere le reazioni di Isaac Clarke il più realistiche possibili.

ALIVE è stato infatti utilizzato nel remake di Dead Space per evocare reazioni naturali dal protagonista, in modo da rafforzare la connessione del giocatore con il proprio alter ego. Ad esempio, quando un Necromorfo esce da una grata e spaventa il giocatore, Isaac Clarke sperimenta lo stesso picco di adrenalina, incrementando il tenore del respiro, cosa che viene ulteriormente accentuata dai movimenti del corpo e dal tono più esasperato.

Per fare un parallelismo, in Marvel’s Spider-Man i ragazzi di Insomniac Games hanno inserito due tracce vocali separate per scenari rilassati e d’azione, mentre il remake di Dead Space ha innalzato il livello tecnologico apportando dinamicamente modifiche al personaggio a seguito di eventi dl gioco che spingono obbligatoriamente un essere umano a modificare le espressioni, la voce, i movimenti e il linguaggio del corpo.

Una tecnologia per valorizzare il campo di battaglia

I veterani del brand ben ricordano come l’immersione fosse il vero pane di Battlefield. Mentre Call of Duty dominava la scena degli sparatutto militari arcade, Battlefield era in grado di distinguersi offrendo una fisica di distruzione realistica, un audio coinvolgente e una presentazione del conflitto davvero rivoluzionaria. Per riconquistare il suo posto in cima alla piramide degli FPS, il franchise di EA deve abbracciare ancora una volta le sue radici immersive, e prendere in prestito il sistema ALIVE del remake di Dead Space potrebbe essere proprio ciò di cui ha bisogno per distinguersi dalla massa.

Leggi anche: Battlefield come Call of Duty? 

Dato che Dead Space è un gioco in terza persona, ovviamente dovrebbero essere apportate alcune modifiche al sistema ALIVE per farlo funzionare con il gameplay in prima persona di Battlefield, ma tali interventi sarebbero più che utili. Sebbene la maggior parte degli sparatutto moderni riproduca l’audio dei respiri sofferenti in modo abbastanza realistico, la prossima interazione di DICE potrebbe offrire momenti di coinvolgimento più profondi ed affinati grazie alla tecnologia messa in campo da Motive, come ad esempio fornire linee vocali più specifiche in base all’azione che accade intorno al soldato, oppure manifestare dei movimenti più veloci quando si supera un conflitto a fuoco, oppure dopo un combattimento corpo a corpo.

Quello che l’FPS targato Electronic Arts deve fare è quindi tornare alle origini in modo serio e completo, cercando di attingere dalle risorse interne quanto di buono gli anni hanno portato, in modo da risorgere dalle proprie ceneri che, qualora il tutto dovesse non andare per il meglio, potrebbero rappresentare un epilogo definitivo per il brand.

Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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