Home Videogiochi Rubriche 20 anni di Call of Duty | Le migliori mappe Zombies

20 anni di Call of Duty | Le migliori mappe Zombies

Il 28 ottobre 2003 usciva Call of Duty, e il mondo non sapeva cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Lo sparatutto di Activision, nato come una scommessa, è diventato uno dei più grandi franchise al mondo, che festeggia proprio oggi il suo ventesimo anniversario.

A pochi giorni dal debutto di Modern Warfare 3, festeggiamo quindi i primi 20 anni di vita della saga con la nostra classifica personalissima delle migliori mappe della modalità Zombies. Come certamente saprete, a partire da Call of Duty: World at War Treyarch diede il via a una modalità nata per scherzo e diventata un fenomeno di culto, tanto da essere poi riadattata e rivisitata in più giochi e più esperienze.

Non si tratterà di una tier list totale che comprende tutte le mappe della storia della modalità (anche se l’idea non è male, per il futuro…), quanto invece di una classifica relativa esclusivamente a quelle che consideriamo essere le migliori mappe Zombies di sempre. Iniziamo con…

13. IX (Black Ops 4)

Per quanto sembrasse semplice, IX era una mappa davvero riuscita. La prima mappa della Storia Caos, insieme a Voyage of Despair, era decisamente più interessante rispetto all’altra ambientazione: situata in un’arena di combattimento strutturata con quattro zone distinte ma connesse tra loro tramite i sotterranei e la parte centrale, in IX confluivano tutte le dinamiche introdotte per questa nuova modalità, oltre alla classica sopravvivenza.

Il successo di IX venne funestato da una serie di (troppi) bug al day one presenti su Black Ops 4, ma rigiocata rappresenta un compromesso perfetto per chi cerca una via di mezzo tra le dinamiche casual e hardcore della modalità: ci sono sfide su sfide, easter egg, trappole da costruire e migliorare, tanti nemici differenti, pericoli ambientali, zone segrete e molto altro ancora, oltre a una boss fight non particolarmente complessa ma molto divertente. Niente di clamorosamente innovativo, sia chiaro, ma IX resta un gran bell’esperimento riuscito.

12. Revelations (Black Ops 3)

Forse il giudizio è offuscato dall’immensa quantità di fanservice di cui Treyarch ha infarcito la mappa, ma Revelations, oltre a essere la realizzazione di un sogno dei fan della modalità, rappresentava il culmine totale della storia di Black Ops 3, mettendo inoltre insieme elementi presi da ogni singola ambientazione mai apparsa dai tempi di Nacht der Untoten per creare qualcosa di unico.

Revelations era costruita su varie porzioni delle mappe precedenti messe insieme in uno spazio etereo: c’erano Origins, Mob of the Dead, Shangri-La, Der Eisendrache, Nacht der Untoten, Verruckt e molte altre, oltre all’immenso Apothicon nel quale era possibile trovare il Pack-a-Punch accerchiato da zombie e Margwa. L’Uomo Ombra tramava qui l’atto finale del suo piano, che lo avrebbe portato a dominare l’intero Etere e vincere su Monty: la guerra finale, o perlomeno così pensavamo, prendeva forma in questa ambientazione incredibile.

11. Nacht der Untoten (World at War)

La modalità Zombies non esisterebbe senza Nacht der Untoten. Possiamo tranquillamente affermare che tutto iniziò da qui, da una semplice scommessa: una mappa semplicissima organizzata su due piani, nella quale l’unica, grande sfida era quella di sopravvivere contro infinite orde di zombie nazisti. Il vincitore? Nessuno: l’obiettivo era quello di migliorarsi in continuazione.

Oggi il concept di Nacht der Untoten, poi rimasterizzata e inserita come omaggio in vari giochi della serie, è estremamente superato. La modalità Zombies ha fatto passi da gigante tra teletrasporti, armi fantascientifiche, zombie corazzati, Pack-a-Punch ed easter egg. Ma il fascino e l’atmosfera spiccatamente horror di Nacht der Untoten restano ancora oggi immutati, e la formula resta piacevole come un tempo.

Se siete interessati, vi rimandiamo a un nostro speciale nel quale abbiamo ricordato la nascita di Nazi Zombies su Call of Duty: World at War.

10. Zombies in Spaceland (Infinite Warfare)

Infinite Warfare è universalmente (o quasi) odiato, e la sua modalità Zombies è passata tremendamente in sordina – non dalle nostri parti, e ancora oggi, su Twitch, facciamo un salto da quelle parti con gran piacere. In realtà, appunto, IWZ aveva alcuni picchi qualitativi molto interessanti, tra cui appunto Zombies in Spaceland.

I personaggi non erano certo memorabili, e la storia era dimenticabilissima, ma Zombies in Spaceland proponeva un’esperienza abbastanza classica immersa in un contesto molto divertente, condito da alcune dinamiche innovative che rendevano davvero interessante il tutto. L’ambientazione è quella di un parco a tema con montagne russe, piste da ballo, sale giochi e spettacoli di fontane, con tanto di easter egg (non certo semplice) a tema alieno e… David Hasselhoff!

Ancora oggi, Zombies in Spaceland è un piacevole diversivo. La sua atmosfera era unica, ogni area del parco aveva un suo tema che lo rendeva differente dalle altre zone, e in più i segreti erano veramente tantissimi. L’unico difetto della mappa è quello di essere legata a un gioco che non ha mai avuto successo.

9. Ancient Evil (Black Ops 4)

La Storia Caos non ha mai ottenuto particolari riscontri positivi, eppure le sue ambientazioni sono ancora oggi ricordate per l’essere particolarmente caratteristiche. Dead of the Night era ambientata in una lussuosa villa circondata da lupi mannari, mentre Voyage of Despair portava i giocatori all’interno del Titanic. Ancient Evil, ambientata a Delfi, immergeva i fan in un mix unico di Zombies e mitologia greca, con intere aree segrete e creature degne di leggende come Pegaso e altre divinità.

Questa mappa, che ancora oggi rappresenta la chiusura (aperta) della Storia Caos di Black Ops 4, conteneva interessantissimi risvolti della trama, oltre a una boss fight molto affascinante. Le armi mitiche, che nella Storia Caos abbondavano,  davano nuovo significato alle strategie e alla bellezza di una mappa che ha fatto dell’arte anche il suo punto di forza. Un gran peccato vedere che nessuno, oggi, elogia la Storia Caos per le sue idee.

8. Ascension (Black Ops)

La modalità Zombi introdotta in Call of Duty: World at War era iniziata in modo incredibilmente semplice, come una semplice sopravvivenza e mappe via via più complesse. Ascension, primo DLC di Call of Duty: Black Ops, è amata non solo per la sua fantastica ambientazione, quella di un cosmodromo russo invaso da orde di non morti, ma anche per l’aggiunta di una delle caratteristiche più iconiche della modalità, e da quel momento in poi sempre presente: gli easter egg.

Ascension introdusse infatti il primissimo easter egg della storia della modalità, stabilendo lo standard per le mappe future. La missione di Richtofen e compagni era quella di aiutare il dr. Gersh, per recuperare un dispositivo in grado di teleportare in altri luoghi e in altri momenti nel tempo, per dare così inizio al piano per dominare l’Etere.

La mappa aggiungeva alcuni perk, in particolare il popolare PhD Flopper e la Stamin-Up. Ascension possedeva anche i Moduli Lunari, piattaforme di lancio utilizzate per spostarsi rapidamente in diversi punti sulla mappa. A livello di design, Treyarch espandeva i suoi orizzonti, con più livelli e più ambienti, ma in generale si tratta ancora oggi di una mappa molto classica e adatta a sopravvivenze tranquille. Il vero ostacolo: le maledette scimmie, che a cadenza regolare attaccavano i distributori di bibite.

7. Kino der Toten (Black Ops)

Quando si pensa alla modalità Zombies, molti giocatori pensano a una mappa in particolare. Un concentrato di divertimento, terrore, momenti iconici e segreti che chiunque amava scoprire: Kino der Toten.

Ambientata in un teatro/cinema tedesco nel mezzo di Berlino, reso inaccessibile dall’esterno per la presenza di zombie che hanno preso d’assalto la struttura, Kino der Toten è la mappa che, senza ombra di dubbio, ha reso famosa la modalità di Treyarch. Nacht der Untoten l’aveva avviata, questa l’ha elevata: i teletrasporti, la Thunder Gun, le bibite, il movimento continuo per mantenere controllata l’orda di zombie prima di girarsi e sparare un intero caricatore alla testa dei malcapitati.

Qui, inoltre, c’erano anche le prime avvisaglie di quello che sarebbe arrivato in Ascension, vale a dire il primo main easter egg della modalità Zombies. C’erano anche numerose leggende metropolitane in merito, le ricordate? La più indimenticabile affermava che una volta trovate le tre pellicole nelle varie stanze segrete, per essere posizionate nel proiettore, sarebbero arrivati i marines americani a salvare il gruppo. Qualcuno li ha mai visti?

6. Buried (Black Ops 2)

Buried portava la squadra dei Victis, già apparsi in TranZit e Die Rise, in una città sotterranea del western finita in Africa (volete sapere come? Vi rimandiamo al nostro film LA STORIA ZOMBIE 4), piena di zombi ed easter egg, oltre che di chicche davvero imperdibili.

Le novità arrivavano nei primi minuti: una volta giunti nella prigione della città sotterranea, ecco che spuntava un nuovo personaggio non giocabile, il gigante Arthur, che diventa un importante meccanica di gameplay uccidendo zombie, abbattendo cataste di oggetti e fissando la posizione della cassa misteriosa. Come in TranZit e Die Rise, poi, continuavano a essere presenti numerosi equipaggiamenti da costruire, oltre alla Banca e al Frigorifero che consentivano di scambiare punti e armi con le altre due mappe pubblicate in precedenza. Non solo: era anche possibile scambiare i punti con gli altri compagni, utilizzare il Paralizzatore per spostarsi più rapidamente, disegnare le armi a muro posizionandole a piacimento, e così via.

Ma non solo. Buried introduceva la variante potenziata Ray Gun Mark II dell’iconica pistola a raggi, e oltre al già citato Paralizzatore arrivava anche la Bomba a Tempo, un congegno in grado di tornare indietro nel tempo a un round specifico, mantenendo così tutti i vantaggi, i punti e le armi posseduti al momento in cui il dispositivo era stato posizionato. Non possiamo poi dimenticare il Vulture Aid, il Labirinto, il Pack-a-Punch nel gazebo, la casa delle streghe… Insomma, Buried era il paradiso per chi voleva partire da subito a macinare round e uccisioni. Una mappa quasi perfetta, per chi amava il vecchio stampo della modalità.

5. Shadows of Evil (Black Ops 3)

Siamo di fronte a un capolavoro di design, di ambientazioni, musiche, meccaniche, mescolamento di più mitologie e molto altro ancora, condito poi da un cast pauroso. Shadows of Evil era la prima mappa della modalità Zombies di Black Ops 3, una delle più suggestive in assoluto grazie alla spiccata deviazione verso il sovrannaturale (certo, già gli zombie lo erano…) in una Morg City presa d’assalto dagli Apothicon dell’Uomo Ombra, il grande villain dell’intera modalità.

L’atmosfera noir anni ’40 era il grande valore aggiunto. Il Burlesque, il teatro Blazing Starlight, la piazza centrale, il sotterraneo della metropolitana nel quale scoprivamo essere in corso un rituale per distruggere non solo la città ma l’intera dimensione: l’eccezionale cast hollywoodiano composto da Ron Perlman, Heather Graham, Neal McDonough e Jeff Goldblum si era dato appuntamento a Morg City per dare vita a qualcosa di leggendario, arrivata proprio nel momento in cui Treyarch riuscì a raggiungere le più alte vette qualitative della modalità.

Proprio come Mob of the Dead (c’era anche la meccanica Bestia, simile all’Afterlife di MOTD), questa ambientazione soddisfa tutti i requisiti di una mappa Zombi di alto livello, con il design complessivo, l’audio e la narrazione che consentono all’atmosfera di Shadows of Evil di trascinare facilmente in un’atmosfera stravagante ma terrificante. Debuttavano inoltre le Gobblegum, un altro elemento di rottura con il passato.

4. Moon (Black Ops)

Moon fu la mappa finale di Call of Duty: Black Ops, rappresentando il trionfo creativo di Treyarch per il titolo e uno sconvolgente capitolo della modalità. Dempsey, Nikolai, Takeo e Richtofen, dall’Area 51 (area a orde infinite, nelle quali le challenge sono sempre ben accette) dove si trovano all’inizio della mappa, vengono portati direttamente alla Stazione Grifone sulla Luna, dove la prima cosa da fare era assaporare una delle nuove meccaniche: per respirare, bisogna subito recuperare una tuta da astronauta!

La mappa offriva un’esperienza unica, permettendo ai giocatori di falciare gli zombi sperimentando la bassa gravità e offrendo varie dinamiche che movimentano la partita, come la presenza delle trivelle che minacciano di distruggere porzioni della stazione nel corso della partita. Non mancava una nuova wonder weapon, la Wave Gun, particolarmente divertente negli effetti.

Ma il vero culmine di Moon era il suo easter egg: lungo, complesso ma terribilmente appagante. Il piano di Richtofen culmina qui, con l’apertura della Piramide nella quale si trova Samantha, ma ancora non era finita: i giocatori diventavano infatti i responsabili diretti della distruzione della Terra con l’indimenticabile sequenza dei missili nucleari.

3. Der Eisendrache (Black Ops 3)

Ambientata nella stazione Nido dell’Aquila, un castello austriaco del Gruppo 935, Der Eisendrache era in tutto e per tutto la Origins di Black Ops 3, riproponendo con grande intelligenza buona parte delle dinamiche della mappa di BO2. Il design della mappa era semplicemente fantastico, e la nostalgia, sia nelle meccaniche che nelle situazioni, era tangibile ma piacevole.

Da Mob of the Dead, ad esempio, prelevava la meccanica delle teste di drago incastrate nei muri, mentre da Origins tornavano le armi elementali sostituite però dai celebri archi, ognuno dei quali poteva essere potenziato tramite alcuni passaggi più o meno complessi. Dopo Shadows of Evil, poi, arrivava una boss fight ancora più complessa contro un Custode corrotto. Der Eisendrache è davvero perfetta, in ogni sua componente: se non si trova al primo posto, è solo perché c’è chi ha fatto addirittura meglio di così…

2. Mob of the Dead (Black Ops 2)

Ambientato nella prigione di Alcatraz intorno agli anni ’30, Mob of the Dead di Call of Duty: Black Ops 2 rappresentava qualcosa di inedito per la storia della modalità. La mappa fornisce una delle trame ed easter egg Zombies più soddisfacenti di sempre, con un cast hollywoodiano composto da Ray Liotta, Chazz Palminteri, Joe Pantoliano e Michael Madsen che interpretano mafiosi immaginari e detenuti di Alcatraz mentre cercano di fuggire dall’isola proprio nella notte in cui scoppia un’epidemia di zombi.

Mob of the Dead introduce anche l’Afterlife (Aldilà), una meccanica di proiezione astrale esclusiva di questa mappa che consentiva di attivare determinati oggetti che necessitano di elettricità, raggiungere nuove aree e anche rianimare se stessi.

Nel complesso, questa versione sanguinosa e alimentata da incubi di Alcatraz creava un’atmosfera perfetta per uccidere gli zombi. Una mappa che funzionava benissimo come esperienza casuale con gli amici o come avventura più seria per liberare i prigionieri dall’isola, costruita su un design davvero straordinario e immerso in una delle ambientazioni più suggestive e iconiche dell’intera storia del franchise. In Black Ops 4 è anche arrivata Blood of the Dead, remake che ampliava la porzione di mappa giocabile ma senza riuscire a proporre lo stesso grado di innovazione del suo predecessore.

1. Origins (Black Ops 2)

Origins funge da mappa Zombi finale di Black Ops 2, segnando il ritorno dei personaggi iconici di Treyarch: Dempsey, Nikolai, Takeo e Richtofen. L’ambientazione della mappa è un sito di scavo nel nord della Francia nel 1918, durante la prima guerra mondiale. In questa storia alternativa, che solo in seguito si scopriva far parte di un universo parallelo, la Francia è invasa da zombi e robot giganteschi costruiti dal Gruppo 935. Come se non bastasse la storia e l’easter egg, entrambi incredibili, la mappa era davvero perfetta in ogni sua componente.

La configurazione richiesta per i round alti può sembrare un po’ più frustrante con il complicato design della mappa, ma questo è perché Origins si stava distaccando dalle dinamiche classiche dando la prima grande evoluzione alla modalità. Ci sono trincee strette, aree fangose ​​che rallentano i giocatori, Panzersoldat non morti pesantemente corazzati, robot giganti che possono schiacciare i personaggi, casse da riempire con anime, bastoni elementali, aree segrete. Origins introduceva per la prima, vera volta il concetto di hardcore map nella storia della modalità, poiché i casual non sapevano davvero che pesci pigliare in questo mondo tutto nuovo.

L’easter egg, poi, era il più complesso mai concepito fino a quel momento, ma anche il più appagante: arrivare al Crazy Place per il combattimento finale e scoprire la cutscene conclusiva, ricca di domande e ipotesi sul futuro, era appagante al punto giusto.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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