La cosa è sotto gli occhi di tutti. Non stiamo dicendo novità, non stiamo rivelando oscuri segreti che sconvolgono la comprensione umana del medium, ma ci limitiamo a constatare ciò che è evidente ormai da tempo. La modalità Zombies di Call of Duty sta morendo. Punto. Non c’è altro modo per definire l’attuale situazione di quella che era nata come una semplice scommessa ed è invece diventata un fenomeno di culto, che ormai da tempo è diventata l’ombra di se stessa.
L’uscita di The Archon, l’ultima mappa Zombies del discusso Call of Duty: Vanguard, è l’esempio più recente e allo stesso tempo emblematico di questa situazione. Quelli che erano semplici sospetti dei giocatori sono diventate scomode verità nel momento in cui la mappa, con il lancio della Stagione 5, è stata messa a disposizione di tutti i giocatori: The Archon non è una mappa inedita, bensì la remastered di Terra Maledicta con un semplice filtro verde applicato sopra e qualche leggerissima, se non insignificante, modifica al design. Avete capito bene: l’ultima mappa di Vanguard Zombies è la remastered di una mappa di Vanguard Zombies, tra l’altro la più criticata tra tutte. Follia pura.
Prendiamoci qualche istante per contestualizzare il tutto, prima di proseguire con il discorso.
Il caso di Vanguard Zombies è davvero particolare. Mentre il gioco principale è sviluppato da Slegdehammer Games, già autori di Advanced Warfare e Call of Duty: WWII, la modalità Zombies è stata interamente realizzata da Treyarch, veterani assoluti in questo ambito. Gli sviluppatori di Santa Monica non hanno avuto certo vita facile, considerando che Sledgehammer lavora inoltre su un engine differente da quello utilizzato per Black Ops Cold War, costringendo il team ad adattarsi a qualcosa che non aveva mai visto prima in pochissimo tempo. Il risultato è però stato pietoso. Tralasciando la storia, che nella sua deriva puramente sovrannaturale ha avuto più punti in contatto con la Storia Caos che con la Storia Etere / Etere Oscuro, Vanguard Zombies è stata un’esperienza pessima sin dal suo esordio con Der Anfang, un esperimento fallito da cui, perlomeno, gli sviluppatori hanno appreso qualche lezione interessante.
Non ci dilungheremo nel raccontare la struttura di Der Anfang (lo abbiamo già fatto in passato, vi consigliamo di recuperare la nostra recensione di Vanguard Zombies), riproposta poi assurdamente nella già citata Terra Maledicta che ha presentato gli stessi identici problemi prima di tornare al modello di mappe round based con il remake di Shi No Numa prima e The Archon – evitiamo di inferire ulteriormente. Anzi no. The Archon, così come le esperienze che l’hanno preceduta su Vanguard, è senza dubbio il punto più basso mai toccato da Call of Duty Zombies, che segna la fine di un gioco confusionario, senza idee, povero nei contenuti, riciclato all’inverosimile e con pochissima sostanza. La sola mancanza di una cutscene conclusiva del main easter egg di The Archon, all’apparenza qualcosa di molto banale, è invece il simbolo perfetto di ciò che è stato Vanguard Zombies e ciò che purtroppo è diventata questa modalità: un accrocchio senz’anima, sul quale nessuno o quasi sembra voler spendere energie, a partire dagli sviluppatori stessi.
La cosa più triste, in tutto questo, è che la stessa Treyarch sembra la responsabile di questo disastro, quando invece le colpe vanno ricercate altrove.
Attenzione, non siamo qui a santificare Treyarch, software house che come tante altre ha fatto buone cose ma anche errori, ha avuto idee geniali e altre invece sui cui è meglio sorvolare, e in questa dicotomia rientra anche la gestione del buon Jason Blundell che oggi ha fondato Deviation Games e sta lavorando per un’IP tutta nuova per PlayStation che sembra richiamare alcuni aspetti della modalità Zombies. Treyarch è fatta di esseri umani, che come tutti gli esseri umani sono imperfetti. L’altalenante gestione di questo microcosmo Zombies, oggi disastrosa, è però tutta frutto delle scellerate decisioni di Activision.
Nel titolo di apertura abbiamo aggiunto che “Treyarch non ce la fa più”, ma non si tratta di un attacco allo studio. Le menti creative presenti oggi in Treyarch, al di là di qualche addio come il già discusso Blundell, sono le stesse che anni e anni addietro crearono la prima modalità Zombies della storia del franchise di COD, facendola evolvere poi in più occasioni e modi: dal puro horror di Nacht der Untoten alla fantascienza di Der Riese, dai primi easter egg di Ascension e Call of the Dead alla rivoluzionaria Origins, culminando poi il loro percorso creativo in quel Black Ops 3 da molti considerato la vetta più alta di questa modalità. Non è un caso che proprio con Black Ops 4 iniziò la parabola discendente di Zombies, il tutto, o perlomeno in gran parte, a causa di come il colosso americano ha gestito lo studio.
Ricorderete forse tutti cosa accadde all’epoca di Black Ops 4, il gioco che più di tutti avrebbe dovuto dare il via a un supporto post-lancio come mai s’era visto prima di allora su Call of Duty: dopo una partenza col botto con quattro mappe Zombies, le cose si sono complicate notevolmente pochi mesi dopo, quando Activision si presentò alla porta del capoccia David Vonderhaar ordinandogli di chiudere il prima possibile la lavorazione dei contenuti stagionali di Black Ops 4 (il maltrattamento del battle royale Blackout grida ancora oggi vendetta insieme al pessimo finale di Zombies con Tag der Toten) e mettersi a sviluppare un gioco che sarebbe uscito un anno e mezzo dopo, invece che due anni e mezzo dopo – nel 2020 inizialmente doveva uscire un gioco di Sledgehammer Games, che a quanto pare era però un colabrodo di problemi. Nel bel mezzo della lavorazione di Black Ops Cold War, poi, ecco che arriva la successiva mazzata: non solo Treyarch doveva avviare lo sviluppo per COD 2023 (che potrebbe essere qualcosa di molto diverso dal solito), ma doveva inoltre progettare e realizzare una modalità Zombies per Vanguard, nel tentativo disperato di spremere ulteriormente il franchise dopo aver forse captato che l’interesse degli utenti per il gioco era abbastanza basso.
Il risultato di questa scellerata gestione è sotto gli occhi di tutti, e da anni i fan di Zombies, noi compresi, siamo costretti a fare i conti con ciò. Black Ops 4 ebbe una partenza sprint, spegnendosi rapidamente dopo pochi mesi dall’uscita (ricordate quando Treyarch pubblicò Dead of the Night senza neanche pubblicizzarla?); Black Ops Cold War ha introdotto un sistema e una storia tutti nuovi, oltre che l’apprezzata modalità Outbreak, ritrovandosi però con meno forza lavoro di quanto servisse e tagliando inevitabilmente contenuti (non è un mistero che TranZit e altre mappe dovessero fare capolino nel gioco); Vanguard, per chiudere il tutto, è stato invece un disastro totale, il simbolo di una strategia che non ha funzionato in nulla e che anzi ha fatto più danni che altro.
I fasti di un tempo, per Call of Duty Zombies, sembrano ormai ricordi lontani. La genialità dietro a certe storie, certi personaggi, certe situazioni, sono tutti elementi che nessuno riesce più a riscontrare negli ultimi anni di gestione di questa amatissima modalità, il cui livello di interesse è però mostruosamente calato. Non c’è nulla di male nell’ammetterlo: Call of Duty Zombies sta morendo, e non siamo certo noi, intesi come appassionati in generale ma anche come content creator nel nostro caso specifico, i responsabili di tutto questo.
Come abbiamo più volte ribadito nel corso di quest’anno, dall’uscita di Vanguard, i contenuti sulla modalità Zombies sono puntualmente arrivati, proponendovi novità e guide per i pochi easter egg da completare. Discutere di queste novità, però, è stata semplicemente fatica sprecata. Non tanto per i freddi numeri (l’interesse sul web è comunque notevolmente calato, ma non è quello l’importante), ma per ciò che è stata l’ultima ondata di contenuti Zombies, specie per Vanguard, che non hanno riacceso alcun tipo di passione. Tutto ciò che abbiamo detto pochi giorni dopo l’uscita del gioco di Sledgehammer Games, quando analizzammo la desolante situazione della modalità di Der Anfang, non ha fatto altro che essere ribadita in tutti questi mesi di (scarso) supporto post-lancio, che hanno infine rappresentato la morte della creatività.
Paradossalmente, ripensandoci, abbiamo negli anni avuto modo di vedere esperienze Zombies molto più ispirate da parte di altri studi, guardando cosa è uscito negli ultimi tempi da Treyarch. Infinite Warfare Zombies, ingiustamente odiato, ne è il fulgido esempio, con mappe carismatiche e tantissimi segreti da scoprire. Persino WWII Zombies, nonostante alcune ambientazioni da ergastolo (The Darkest Shore è stata probabilmente concepita sotto oppiacei), nascondeva in sé l’interessante intento di spostare il tono di Zombies verso tinte estremamente horror. Gli ultimi lavori di Treyarch, semplicemente, non hanno più nulla di tutto questo. Non hanno più cuore.
Forse siamo semplicemente invecchiati, per quanto riguarda la passione che fatica a riaccendersi. Non si può però negare che Treyarch, o meglio Activision, abbia fatto di tutto per allontanare i giocatori da Call of Duty Zombies e disperdere una community, quella su cui è nata proprio Uagna TV, che non è stata trattata come si sarebbe meritata dopo tutto l’amore provato.
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