Home Videogiochi Speciali Caro 2025, ti scrivo: 10 desideri per il nuovo anno

Caro 2025, ti scrivo: 10 desideri per il nuovo anno

Caro 2025, ti scrivo, così mi distraggo un po’.

A poche ore dall’inizio del nuovo anno, è tempo di scrivere una bella letterina di propositi. O meglio, di desideri. Speranze che riponiamo nel 2025 dei videogiochi, e che speriamo potranno essere esaudite. Tra sogni più o meno realistici, ecco 10 desideri per il nuovo anno.

Nintendo Switch 2

Di questo passo, davvero, dobbiamo inserire Switch 2 tra i desideri del nuovo anno, considerando che molti, noi compresi, davamo quasi per scontato che la console sarebbe uscita nel 2024. E invece non solo non è uscita, ma neppure l’abbiamo ancora vista – sebbene il design sia stato ormai confermato da moltissime fonti.

L’ora, a nostro avviso, è ormai giunta. Switch è stata protagonista di un altro anno con alcuni grandi titoli, ma la necessità di un hardware nuovo e fresco è davvero necessaria, basti pensare ai problemi tecnici che Zelda: Echoes of Wisdom presenta dovuti ai limiti della console. E speriamo anche che Nintendo abbia davvero fatto qualcosa per risolvere il più grande difetto della console attuale.

Un compleanno degno di Mario

Il 2025 non sarà solo l’anno di Switch 2, ma anche il 40° anniversario dal debutto di Super Mario Bros. su NES. Inutile dire che ci aspettiamo un compleanno degno di nota per il baffuto ex idraulico, e speriamo sarà migliore di quello festeggiato su Switch.

Non fraintendeteci, l’idea di riproporre i grandi classici 3D in un pacchetto rimasterizzato è stata ottima, così come l’uscita di Super Mario 3D World + Bowser’s Fury poco dopo. Il problema è che, oltre all’incommentabile mancanza di Galaxy 2 ancora oggi disperso nei meandri di Wii, Nintendo ha compiuto anche strane scelte: nessuna edizione speciale, la collection 3D All Stars in vendita solo per pochi mesi e poi sparita dal mercato, e anche il simpatico battle royale Super Mario Bros. 35 è durato quanto un gatto in tangenziale. Nintendo, solo una domanda: perché?

GTA 6, non fare scherzi

Dai, la sbrighiamo in fretta: il 2025 deve essere l’anno di GTA 6. Poche scuse, pochi dubbi.

Rockstar Games è una certezza, e noi siamo sicuri che farà un grande lavoro per sconvolgere ancora una volta il gaming con un’operazione a dir poco esplosiva. Lo spauracchio di un rinvio nonostante le rassicurazioni di Take-Two c’è, ne siamo consapevoli, ma diamine: a settembre 2025 saranno passati 12 anni da GTA 5! Non è forse ora di arrivare a Vice City?

Lancio a sorpresa di Beyond: Good and Evil 2! Anzi, basta un video

Ubisoft, ci siamo tanti amati, e una piccola parte di noi pensa che potremo ancora amarci in futuro. Però, e che cavolo, è ora di darsi una mossa. Servono giochi grandi, ambiziosi, che facciano sognare. Personalmente, l’hype intorno a Far Cry 7 è minimo dopo le delusioni di New Dawn e il sesto capitolo. Voglio Beyond: Good and Evil 2 e basta. Sono 16 anni che lo stiamo aspettando, e ce lo meritiamo.

Bella l’idea di lanciare la riedizione dei 20 anni del primo capitolo (anche se è arrivata nell’anno del 21° anniversario, ma vabbé), ma ora bisogna passare dalle parole ai fatti. Basta procrastinare, è tempo di dare seguito alle continue dichiarazioni sul fatto che Beyond 2 è vivo e vegeto, che è cambiato l’ennesimo director e così via. Basta. Non sto dicendo di chiudere in fretta e furia lo sviluppo, ma almeno dateci qualcosa di concreto. L’ultimo frammento di gameplay risale al 2018, e siamo un po’ troppo preoccupati.

Il ritorno di God of War

Più un capriccio che un vero desiderio, ma dobbiamo essere sinceri: le voci intorno ai remake (o remastered) della saga greca di Kratos hanno riacceso la fiamma della nostalgia, e sarebbe bello festeggiare i 20 anni di God of War (eh sì, il 2025 è un importante anniversario) con il ritorno del Dio della Guerra originale.

Certo, qualcuno di voi potrebbe obiettare dicendo che è sempre la solita IP, che è un altro remake e così via. Ma parliamo dei primi God of War, diamine. Giochi che moltissimi giocatori oggi giovani non hanno mai potuto provare, al pari di un Metal Gear Solid 3 o un Silent Hill 2. Se questo non preclude l’arrivo di esperienze fresche e innovative, perché non pensare anche alla preservazione di grandi classici? E poi sarebbe un’operazione sicuramente migliore della remastered di Horizon: Zero Dawn, quella sì che è stata poco chiara come operazione…

Una Sony più agguerrita

Sony arriva da un 2024 terribilmente altalenante, ma già nel 2023 la programmazione dei PlayStation Studios ha subito più di un contraccolpo. Ora, per il prossimo anno sono già attesi due grandi titoli come Ghost of Yotei e Death Stranding 2: On the Beach, ma è tempo di tirar fuori le unghie.

Sebbene Microsoft stia abbandonando la tradizionale concorrenza delle console, il mondo Xbox sta andando a gonfie vele con ottimi videogiochi (l’ultimo, Indiana Jones e l’Antico Cerchio, è uno dei migliori titoli di quest’anno), e soprattutto sta imparando sul serio a fare comunicazione come si deve. Nintendo, invece, è il solito mondo a parte. Ma Sony ora deve davvero rimboccarsi le maniche, e smettere di vivere solo ed esclusivamente sui ricordi e sul nome del brand: da quanto tempo non assistiamo a un evento come si deve dedicato al mondo PlayStation?

Hollow Knight: Silksong esiste o no??

Ma il sequel di Hollow Knight esiste davvero o ce lo siamo tutti immaginato? No perché il dubbio inizia a venire sul serio. Sono passati 5 anni e mezzo dal reveal, e 2 anni e mezzo dalla sua ultima apparizione. Il team di sviluppo sta certamente lavorando per creare un gioco mastodontico, ma… a che punto siamo?

Il nome di Silksong ciccia fuori prima di ogni singolo evento, che sia di PlayStation, Xbox o Nintendo, e invece il metroidvania di Team Cherry continua a latitare. Non ci sono novità, non ci sono filmati, non ci sono dichiarazioni da parte degli sviluppatori. Se nel 2025 non avremo notizie su Silksong, sarà lecito iniziare a preoccuparsi davvero.

Banjo-Kazooie tornano più splendenti che mai

Sognare non costa nulla, e noi vogliamo sognare. E così abbiamo sognato che Toys for Bob, dopo aver finito Spyro 4 (perché lo sta facendo, vero??), si accorderà in gran segreto con Rare per rilanciare la serie Banjo-Kazooie. Un remake? Un nuovo capitolo, magari non come Viti & Bulloni? Fate quello che volete, basta che lo facciate.

Ne approfittiamo per rimandarvi alla nostra retrospettiva dedicata al sequel, Banjo-Tooie, uno dei migliori titoli dell’era Nintendo 64.

Basta licenziamenti

Un augurio, più che un desiderio. Il 2024 è stato un anno terribile per l’industria, e se guardiamo anche all’anno precedente, sono ben 25 mila i lavoratori che sono stati lasciati a casa da studi e publisher.

Scelte di questo tipo, umanamente parlando, non sono mai facili, e va detto che ancora oggi il settore sta facendo i conti con la rapidissima espansione avvenuta durante la pandemia a cui poi è seguita una contrazione del mercato. Alcune grandi aziende, tuttavia, hanno dimostrato di non essere pienamente in palla. Microsoft ad esempio ha fatto proclami su proclami sull’importanza di un portfolio variegato e ampio di esperienze videoludiche, per poi chiudere Arkane Austin e Tango Gameworks (quest’ultimo poi salvato in extremis da Krafton) dopo due giochi andati male – anche se su Hi-Fi Rush non si capisce cosa sia andato male. Embracer ha cercato di diventare un big del settore schioccando le dita, e ha fallito. Ma poi, c’è un altro problema…

Basta live service a ca**o di cane

BASTA con i giochi live service creati tanto per essere creati. Basta. Un live service non è sinonimo né di qualità né di successo, e il 2024 l’ha insegnato facendo sprofondare tanti giochi che secondo i loro creatori dovevano tramutarsi in fenomeni globali perché sì. E invece no.

LEGGI ANCHE: Non solo Concord: le 10 più grandi delusioni del 2024

Suicide Squad: Kill the Justice League ha fatto tornare Warner Bros. sui suoi passi, dopo aver annunciato una grandissima espansione nei live service anche a fronte del successo esplosivo di Hogwarts Legacy che è tutto tranne un live service. Skull and Bones è quasi incommentabile, e ci si chiede come sia possibile che un gioco del genere abbia occupato quasi 10 anni di sviluppo in Ubisoft. Poi ovviamente c’è stato il caso Concord, ma anche MultiVersus o i continui fallimenti di Destiny 2 e la discesa repentina di The Finals. I live service non sono il male del settore, ma serve un’idea per renderli appetibili, serve loro un’anima. Possibile che dopo tutti questi fallimenti nessuno ancora l’abbia capito?

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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