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Cat Quest 3 | Recensione

Che i gatti siano tra gli animali da compagnia più apprezzati dal genere umano è lapalissiano. Insieme ai cani infatti, i felini rappresentano i quadrupedi più presenti nella vita di ognuno di noi, data la loro capacità innata di farsi apprezzare per l’eleganza e la bellezza. Un fenomeno di tale portata non poteva certo rimanere “circoscritto” alla vita reale, e proprio per questo negli ultimi tempi diversi videogiochi hanno visto come protagonisti proprio i gatti, come ad esempio Stray.

Nel 2017 tuttavia, lo studio singaporiano The Gentlebros ha deciso di dare vita ad un titolo peculiare, volenteroso di unire il genere action GDR a quello degli animali, in cui i felini miagolanti rivestono però la parte centrale: Cat Quest.

La produzione asiatica ha saputo fin da subito catalizzare l’interesse del pubblico e della critica non solo per il simpatico protagonista, ma anche grazie all’apprezzabile gameplay ed estetica proposta dagli sviluppatori. Ciò ha portato alla realizzazione di un secondo capitolo due anni dopo, il quale ha innalzato sotto ogni aspetto il capostipite, aggiungendo peraltro la cooperativa locale per due giocatori oltre ad altri miglioramenti sulle meccaniche.

Ebbene, a quasi cinque anni dalla seconda interazione, The Gentlebros ha deciso di lanciare sul mercato Cat Quest 3 per cercare di cristallizzare ulteriormente il successo dell’IP. Il tre sarà quindi il numero perfetto? Scopriamolo insieme nella seguente analisi!

Versione provata: PlayStation 5

Gatti e Pi-ratti

Come è facile intuire dalle varie illustrazioni promozionali, Cat Quest 3 è incentrato sul contesto piratesco, all’interno del quale si svolgono ovviamente tutte le vicende narrative. Dal punto di vista della trama infatti, la nuova fatica singaporiana vede il giocatore impersonare un avventuroso felino-bustiere antropomorfo che, insieme al suo spirito guida, è chiamato ad esplorare tutti i Gattaraibi per recuperare la preziosissima Stella del Nord, un potente manufatto in grado di realizzare i più fervidi desideri di chiunque la possieda.

Naturalmente il micio (o i mici, qualora si optasse per affrontare il titolo in cooperativa locale) non sarà l’unico in corsa per l’oggetto: anche i pericolosi Pi-ratti, capitanati dal loro Re, hanno intenzione di mettere le zampe sulla reliquia, e per motivi molto meno nobili del gattino.

Per quanto il canovaccio narrativo non sia tra i più sconvolgenti e profondi, c’è da riconoscere che i vari personaggi funzionano abbastanza bene nel contesto (grazie anche ai simpatici giochi di parole a tema felino), e riescono a dare un senso più che accettabile agli eventi e alle azioni che di li a poco si andranno a compiere.

ArMIAOmoci e partiamo

Una volta osservata la pregevole cutscene introduttiva a mo’ di cartone animato, il titolo di The Gentlebros pone immediatamente l’utente nel bel mezzo del gameplay, vero punto focale della produzione. Come dicevamo poco sopra, Cat Quest 3 rientra perfettamente nel sempre più affollato genere degli action RPG con visuale dall’alto, anche se fortunatamente gode di caratteristiche distintive. Una delle peculiarità del mondo aperto creato dal team orientale è ad esempio quella di trasmettere la sensazione di essere fondamentalmente in un gioco da tavolo interattivo.

Una volta completato infatti il rapido tutorial, si entrerà in possesso di una nave (vera novità per la serie) e di un salvagente, grazie ai quali sarà concessa la facoltà di viaggiare liberamente per tutta la mappa, a patto di riuscire a sopravvivere nelle zone più avanzate, si intende. Cat Quest 3 è infatti un GDR in tutto e per tutto, come i capitoli precedenti. Il protagonista sconfiggendo i nemici otterrà gli ormai canonici punti esperienza che consentiranno di aumentare il livello del personaggio, in modo da affrontare via via le sfide più ardue.

Dal punto di vista del mero gameplay, The Gentlebros ha fondamentalmente mantenuto tutto quello che le altre interazioni avevano proposto ai tempi. Un tasto adibito all’attacco, uno dedicato alla schivata, i grilletti per lanciare le varie magie equipaggiate e uno focalizzato sul cambio dello strumento offensivo. Di inedito vi è difatti la possibilità di utilizzare, oltre alle classiche armi bianche, anche bocche da fuoco, in pieno stile corsaro. Questo garantisce un approccio maggiormente diversificato rispetto al passato, offrendo una maggiore profondità strategica alle situazioni in una mappatura di tasti sempre facile da apprendere e perfezionare.

Un’altra gradita aggiunta di Cat Quest 3 è la nave, come scritto poc’anzi. Questa, oltre a fornire un mezzo di trasporto più veloce per navigare sui territori dei Gattaraibi, potrà naturalmente essere utilizzata per spodestare le imbarcazioni nemiche, in una battaglia a colpi di cannone senza precedenti.

Gioco di rrrrrrrruolo

Nel corso degli anni lo studio singaporiano ha incrementato sempre di più la componente ruolistica all’interno dei propri titoli felini, consentendo a questo terzo capitolo di raggiungere un livello più che soddisfacente. Oltre al canonico livello, durante l’esplorazione della mappa e dei vari sotterranei si potranno infatti raccogliere equipaggiamenti difensivi ed offensivi, oltre che particolari accessori, i quali andranno a costruire una vera e propria build per il micio antropomorfo.

L’inventario va ad influire direttamente sulle statistiche del peloso eroe, che racchiudono vitalità, forza d’attacco, potere magico e difesa. Nulla di troppo complesso ovviamente, ma la presenza di questa particolare caratteristica dona maggiore personalità al titolo, oltre che naturalmente giustificare le varie esplorazioni opzionali. Purtroppo in questo particolare frangente Cat Quest 3 mostra leggermente il fianco, a causa di dungeon non troppo ispirati e parecchio simili tra loro.

Immancabili anche le missioni secondarie che, fortunatamente, hanno imparato dalle esperienze passate. I precedenti capitoli del franchise proponevano difatti numerose fetch quest che annoiavano in maniera tangibile dopo pochi minuti; la nuova fatica di The Gentlebros mette in campo invece richieste più diversificate ma in numero molto contenuto. Per cercare di risollevare questo argomento, gli sviluppatori hanno inserito diverse taglie da raccogliere per il mondo di gioco, naturalmente tramite l’eliminazione di un pirata o di una nave speciale.

Niente palle di pelo

Dal punto di vista artistico, Cat Quest 3 è semplicemente una gioia per gli occhi. I vari personaggi e l’ambiente all’interno del quale si muovono sono realizzati in maniera sublime, grazie a colori sgargianti e animazioni che, per quanto non siano da spaccamascella, calzano perfettamente con il contesto generale.

Buono anche il comparto audio, anche se le tracce alla fin fine non sono moltissime. Tale situazione porta quindi dopo poche ore a percepire una ridondanza sonora non indifferente, soprattutto durante i dungeon.

Tecnicamente parlando l’ultima fatica della squadra orientale si comporta tutto sommato bene, garantendo un frame rate stabile e senza sbavature di programmazione. Nonostante infatti l’anticipo della nostra prova rispetto alla release ufficiale, non si sono mai verificati bug o crash.

Ringraziamo Cosmocover per il codice review fornitoci.

8
Riassunto
Riassunto

Cat Quest 3 ha compiuto la sua impresa, riuscendo a dare nuova linfa ad un franchise che poteva aver finito le proprie carte. L'aggiunta della nave, delle armi da fuoco e di alcuni aggiustamenti generali, consente all'IP di The Gentlebros di essere un'esperienza divertente che non vuole richiedere grande impegno al giocatore.

Pro
Artisticamente sublime Gameplay sempre semplice e divertente Componente GDR ben amalgamata
Contro
Dungeon poco ispirati Si poteva osare di più sulle missioni secondarie
  • Concept & Trama7
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico9
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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