Arriva una (dura) presa di posizione da parte di CD Projekt Red dopo le gravi accuse odierne di Jason Schreier di Bloomberg.
Il nocciolo della questione è stato come sempre, ovviamente, Cyberpunk 2077. Il gioco, lo avrete certamente notato, ha ormai monopolizzato il mondo dell’informazione videoludica nell’ultimo mese, non tanto per gli innegabili pregi della produzione che vi abbiamo anche raccontato nella nostra recensione, quanto invece soprattutto per la valanga di problemi che il titolo si è portato dietro dopo il lancio, specialmente per le versioni PS4 e Xbox One – quelle di nuova generazione arriveranno solo nella seconda metà del 2021, come affermato questa settimana.
Come vi abbiamo riportato ieri mattina, Jason Schreier si è lasciato andare a una serie di numerose considerazioni e testimonianze da parte di dipendenti di CD Projekt Red, che non avrebbero fatto altro che confermare il problematico stato di sviluppo del gioco. Critiche che hanno chiamato in causa l’intero studio polacco, che ha deciso di rispondere nella persona di Adam Badowski, boss di CDPR, che con un tweet risponde per le rime al giornalista di Bloomberg.
La risposta di CD Projekt Red
Schreier ha diffuso, nelle ore precedenti alla risposta di Badowski, alcune testimonianze degli sviluppatori di CDPR, molti dei quali, come vi abbiamo riportato nella notizia che trovate qui, sarebbero stati sorpresi dalla release di Cyberpunk 2077 nel 2020, quando invece pensavano di pubblicare il gioco solamente nel 2022.
Nel suo tweet, Badowski non nega la cosa, ma ne prende semplicemente le distanze, affermando che non si tratta del pensiero generalizzato di CD Projekt Red, e che anzi Schreier non deve aver parlato con molti membri dello staff:
Hai parlato con 20 persone, alcuni ex-dipendenti, e solo 1 non è anonimo. Non la chiamerei “la maggior parte” degli oltre 500 dipendenti dello staff, come hai affermato.
Un’altra critica dell’intervento di Schreier riguarda l’ambiente di lavoro di CDPR, descritto in pratica come poco accessibile per chi non è di nazionalità polacca: le sue fonti parlavano infatti dei disagi derivanti dalle conversazioni che avvenivano all’interno dello studio, con la lingua poco comprensibile viste le varie nazionalità dello staff e con CDPR che utilizzava principalmente il polacco, violando le regole della compagnia.
Accuse che vengono completamente smontate da Badowski, che si affida soprattutto al buon senso. CD Projekt Red è una realtà molto importante e vasta, che conta dipendenti da oltre 44 paesi differenti, e naturalmente può capitare che, per comodità, persone polacche usino la loro lingua madre con i connazionali, così come tedeschi, spagnoli e così via.
Tutti qui parlano inglese durante le riunioni, tutte le e-mail e gli annunci sono in inglese, questo è obbligatorio. La regola prevede che si debba parlare in inglese quando c’è una persona di un’altra nazionalità. È, comunque, normale per i tedeschi parlare tedesco tra loro, per i polacchi parlare polacco e per gli spagnoli parlare spagnolo (abbiamo persone provenienti da 44 nazionalità diverse).
L’accusa più pesante mossa da Schreier riguara però sicuramente la demo del 2018, di cui si è parlato moltissimo nelle scorse ore. Secondo il giornalista di Bloomberg e le fonti interne a CDPR, la demo sarebbe stata addirittura falsa, e costruita ad hoc per mostrare un prodotto che in realtà era lontanissimo dalla conclusione e che sarebbe stato diverso.
Accuse a cui Badowski risponde a tono, negando completamente ciò che Schreier afferma e affermando che si tratta del semplice processo produttivo a cui tutti gli studi del mondo vanno incontro.
Non significa che sia un fake. […] Le persone che leggono il tuo articolo potrebbero non pensare che i giochi non sono realizzati in modo lineare, e che iniziano a prendere una forma finale solo pochi mesi prima del lancio. Se guardate quella demo ora, è diversa, sì, ma è per questo che esiste la dicitura “lavori in corso”. Il nostro gioco finale appare e funziona molto meglio della demo.
E ancora
Per quanto riguarda le funzionalità “mancanti”, è parte del processo creativo. Le feature vanno e vengono a seconda se ci accorgiamo che funzionano oppure no.
https://twitter.com/AdamBadowski/status/1350532507469553668
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