Tra le notizie più rilevanti della settimana c’è stata quella legata all’improvvisa chiusura di Irrational Games, fondata e guidata dal creatore della serie Bioshock, Kevin Levine. La notizia ha sconcertato moltissimi appassionati di videogame, in quanto una casa produttrice del genere che chiude i battenti senza alcun preavviso non è sicuramente un buon segnale per il mondo videoludico.
Dal canto suo, Levine ha dichiarato di aver chiuso intenzionalmente lo studio, per potersi dedicare ad altre tipologie di videogiochi. A quanto pare costruire sempre titoli tripla-A è un’attività troppo estenuante, e, oltre a occupare tanto tempo, vede l’impiego di moltissime persone. Levine ha deciso di creare un piccolo studio, formato da circa quindici persone, per poter lavorare in più tranquillità. Una scelta dettata anche dal crescente successo dei titoli indie, che negli ultimi anni hanno anche portato dei capolavori nel mondo dei videogiochi: basti pensare a Thomas Was Alone, Hotline Miami, Monaco: What’s Yours is Mine, Guacamelee!, e molti altri. Levine ha comunque voluto rassicurare i suoi ex dipendenti ormai senza lavoro, che riceveranno un supporto da parte sua per trovare nuove occupazioni.
Ma le voci che trapelano sul web fanno pensare ad altro: dai rumor pare che 2K Games, per la quale Irrational Games lavorava, sia la reale causa della chiusura dello studio di Levine. Il colosso statunitense ha infatti ritenuto di dover chiudere l’esperienza di IG, tutto questo a causa, pare, di Bioshock Infinite. L’ultimo capolavoro della serie, infatti, nonostante abbia fatto incetta di premi e abbia concorso come titolo dell’anno insieme a mostri sacri come Grand Theft Auto V e The Last of Us, ha deluso le aspettative di vendite di 2K Games, che evidentemente sperava di poter guadagnare molto di più da un titolo come questo. Ovviamente non sappiamo con precisione quali siano le cause della chiusura dello studio, ma questi rumor potrebbero essere fondati.
Resta da definire quale potrà essere il destino di una serie come Bioshock, che detiene milioni di fan nel mondo. Fan che da tempo aspettavano annunci sul possibile Bioshock 3. Gli stessi fan che pensano ancora all’ormai dimenticato Bioshock per PlayStation Vita, che fu annunciato all’E3 del 2011, ma che ancora oggi non ha saputo mostrarsi né in video né tramite immagini. Il progetto del gioco per console portatile sembra quindi essere stato abbandonato, e forse stesso destino potrebbe toccare a Bioshock 3, il quale comunque non è mai stato annunciato come in produzione presso Irrational.
Tutti noi ovviamente ci troviamo al di fuori delle menti dei dirigenti di 2K Games, che quindi devono aver avuto delle validissime motivazioni per chiudere uno studio che negli anni è riuscito a creare dei capolavori. Ma se la notizia sulle vendite inferiori alle aspettative dovesse essere veritiera, questo porterebbe ad un’altra domanda: quanto deve vendere un gioco per non essere considerato un fallimento? Square-Enix ha creato il reboot di Tomb Raider, con buoni risultati di vendite nel mondo, ma la stessa casa giapponese si è detta delusa dai ricavi, inferiori alle aspettative, mettendo forse a rischio un possibile sequel. E se ciò accadesse a franchise mondiali come Assassin’s Creed, Battlefield e Call of Duty, cosa accadrebbe?
Nella speranza di aver fatto riflettere chi legge su queste tematiche, auspichiamo comunque che il destino di Bioshock non sia quello di cadere in disgrazia, ma anzi di tornare a far divertire i videogiocatori. E ovviamente speriamo che il destino di Irrational Games non venga condiviso anche da altri importanti (e non) studi di produzione.
Se è così l’infinity ward dovrebbe chiudere subito!