Dopo l’invenzione di un nuovo prodotto di successo, nell’industria intervengono altri attori che imitano tale prodotto cercando di accaparrarsi parte dei clienti e dei guadagni puntando, ad esempio, su un prezzo più economico e concorreziale. In molti casi, le aziende imitatrici potrebbero addirittura migliorare il prodotto iniziale, diventando leader di quel determinato settore. Quanto scritto avviene anche nel mondo videoludico, essendo a tutti gli effetti un settore industriale in cui innovazione, concorrenza e imitazione tra software house sono all’ordine del giorno.
Tale premessa è stata utile per anticipare l’argomento di questo speciale. In particolare, ci concentreremo sulle cinque (valide) alternative a Gta, la celebre serie targata Rockstar Games. Il primo Grand Theft Auto risale al lontano 1997, gioco dove dovevamo portare a termine missioni criminali muovendoci liberamente per una città, con la possibilità di guidare veicoli. Il vero salto di qualità si ebbe solo nel 2001, quando Rockstar pubblicò Gta III su Playstation 2. La potenza della console Sony, permise all’azienda statunitense di passare ad una visuale in terza persona, cambiando completamente la prospettiva di gioco. Inutile dire che il gioco riscosse un incredibile successo, rimanendo uno dei migliori titoli per PS2. Ciò convinse molte software house a sviluppare un open-world nel quale potersi muovere liberamente a piedi o tramite veicoli, aggiungendo sparatorie e missioni da completare. Se per alcune il risultato è stato da dimenticare, altre hanno invece raggiunto livelli più che soddisfacenti. Vi presentiamo quindi le cinque valide alternative a Gta; vi auguriamo una buona lettura.
THE GETAWAY
The Getaway fu rilasciato nel 2002 in esclusiva PS2 da Sony Cmputer Entertainment Europe. Il titolo, sviluppato da SCE Soho Studio era ambientato in una Londra fedelmente riprodotta. Tra l’altro a differenza di Gta 3, il gioco poteva contare su due personaggi giocabili. La trama era infatti divisa in due parti. La prima ci vedeva vestire i panni di Mark Hammond, ex galeotto che vuole tornare a vivere una vita tranquilla. Il rapimento del figlio, e l’uccisione di sua moglie, di cui viene ingiustamente dichiarato colpevole, lo costringono però a scappare dalla polizia e a tornare alla vita che tanto voleva abbandonare. La seconda parte invece, segue le vicende de detective Frank Carter. Il suo lavoro lo porterà inevitabilmente a incrociarsi con la storia di Hammond che, dopo un contrasto iniziale, si ritroveranno a collaborare. Come avrete avuto modo di capire, la trama di The Getaway era piuttosto intrigante e ben costruita. Tra l’altro, a differenza di Gta, il gioco contava su un parco auto di oltre 60 vetture realmente esistenti. Impossibile dimenticare, ad esempio, la Fiat Punto, la Peugeot 306, la Nissan Skyline o, ancora l’Alfa Romeo 154, tutte fedelmente riprodotte. Durante la guida potevamo addirittura mettere la freccia per girare. Se forse il gioco peccava in qualcosa, si trattava delle fasi shooter. Ciò a causa di un sistema di mira un po’ legnoso, nonostante le tante armi da fuoco su cui poter fare affidamento. Per dovere di cronaca vi segnaliamo che nel 2004 arrivà anche The Getaway: Black Monday, sequel che non ebbe il successo sperato.
MAFIA
Era il 2002 quando Illusion Softwors rilasciò su PC, Xbox e PS2 Mafia: The City of Lost Heaven. Il titolo, ambientato negli anni ’30, seguiva le vicende di Thomas “Tommy”Angelo, un tassista come altri che, suo malgrado, si ritrova invischiato in una guerra tra due clan mafiosi. Oltre ad avere la classica campagna con struttura a missioni, ispirate a fatti accaduti realmente, Mafia aveva una modalità Free Ride nella quale poter svolgere la professione di tassista. Tecnicamente parlando, il gioco vantava una grafica pazzesca per l’epoca e riproduceva fedelmente auto edifici e abiti dell’epoca. Le stesse sparatorie erano fluide e ben animate, complice l’utilizzo del motion capture che se oggi è dato per scontato, nel 2005 era cosa da grande produzione.
Cinque anni dopo fu il momento di Mafia 2, passato nelle mani di 2K Czech e 2K Games. Il gioco arriverò nella successione generazione di console (PS3 e Xbox360) oltre che su PC. Protagonista del gioco era Vito Scaletta, italiano di origini sicialiane trasferitosi con la famiglia in America in cerca di un futuro migliore. Dopo la morte del padre, tuttavia, Vito intraprende una strada criminale che lo porterà ad arruolarsi nell’esercito e a partecipare allo sbarco in Sicilia nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Ancora una volta il protagonista poteva muoversi liberamente in un’intera città utilizzando veicoli o muovendosi a piedi. Nettamente migliorate le sparatorie, grazie ad un sistema di copertura più efficiente che permetteva di sparare alla cieca senza doversi sporgere. Da sottolineare tra l’altro, un’ottima colonna sonora, fattor comune di tutta la serie. La trilogia di Mafia, ad oggi, si conclude con Mafia 3, giunto nel nell’ottobre 2016 su PS4, Xbox One e PC. Il gioco ebbe uno sviluppo piuttosto travagliato, passando nelle mani di Hangar 13, team interno a 2K Games. Il titolo è ambientato a fine anni ’60. Il protagonista è Lincoln Clay, afroamericano appena tornato dalla guerra del Vietnam. Tornato nella città di origine, Lincoln si ritrova con amici di un tempo, con cui organizza una rapina alla Federal Reserve. Ben presto le cose precipitano, costringendo Lincoln a ripartire da zero. Uno dei pregi di Mafia 3 è senza dubbio la trama, ed il modo in cui essa viene raccontata. Si tratta di una storia cruda e senza censure, che non si vergogna di mostrare il tema della discriminazione razziale, piaga che, in quegli anni, era piuttosto evidente. Nonostante le buone premesse, il gioco peccava a livello tecnico. La mappa di gioco risultava spoglia e poco viva, così come il sistema di illuminazione, afflitto da diversi bug.
SAINT ROW
Altro titolo ispirato alla serie Grand Theft Auto è Saint Row, saga sviluppata da Deep Silver Volition. Il primo titolo vide la luce nel 2006 in esclusiva Xbox360. Protagonista è un giovane ragazzo che entra a far parte della gang Third Street Saint che gli assegnerà diverse missioni da portare a termine. A dire il vero, il gioco risultava piuttosto piacevole, rivelandosi un’ottima alternativa a Gta, anche perchè ne prendeva gran parte del gameplay. In ogni caso, negli anni successivi arrivarono anche Saint row 2 (2009) e Saint Row: The Third (2011), sequel del primo acclamato capitolo. Il 2013 vide però un netto cambiamento della serie grazie all’arrivo di Saint Row IV. Il gioco infatti, seppur nella carta fosse un sequel del capitolo precedente, nella realtà aveva una storyline decisamente fantascientifica. Cinque anni dopo le vicende di Saint Row 3, il boss del Thrid Street Saint, da noi impersonato, diventa Presidente degli Stati Uniti d’America. Tuttavia, dopo aver ricevuto l’incarico, il pianeta terra viene invaso dagli alieni, costringendoci a combattere l’invasione. Con questo quarto capitolo quindi, sparatorie e guerre fra gang rimangono un lontano ricordo, così come la similutudine con la serie Rockstar Games. Il titolo, nonostante tutto, si è rivelato molto divertente da giocare, grazie soprattutto ad una personalizzazione estrema del personaggio e ai tanti accessori da utilizzare.
TRUE CRIME
E se invece di impersonare il criminale di turno ci ritrovassimo dalla parte dei buoni? Questa è la domanda che Luxoflux e Activision si sono probabilmente posti quando nel 2003 rilasciarono True Crime: Streets of La. Protagonista della storia è Nick Kang, giovane poliziotto dai metodi un po’ ortodossi. Il gioco si apre con Kang che rientra a Los Angeles dopo essere stato sospeso dai suoi superi per non aver dato ascolto agli ordini. In ogni caso, a Los Angeles gli viene affidato un nuovo incarico, quello di indagare sulle gang che controllano Chinatown. Il gioco ci permetteva di utilizzare un approccio da poliziotto buono o cattivo. Abusando del secondo approccio, tuttavia, la fiducia della polizia poteva venire meno, costringendoci ad eseguire azioni buone per riequilibrare il nostro comportamento. Tra l’altro, a seconda dell’approccio scelto, il gioco aveva finali diversi (buono, normale e cattivo). Il successo ottenuto convinse Luxoflux e Activision a rilasciare True Crime: New York, arrivato nel 2005. Protagonista del gioco è Marcus Reed, ex gangster afroamericano e ora militante presso le forze di polizia a New York. Di fatto, il titolo riprendeva molte delle meccaniche di True Crime: Los Angeles, migliorandole però sotto ogni aspetto. Ancora una volta, l’approccio buono o cattivo incideva sui finale del gioco. Marcus poteva ad esempio decidere se mostrare il distintivo per sedare una rissa o rispondere con il fuoco. Ancora, era possibile perquisire le persone e rubargli del denaro o rovistare nei portabagali delle auto in cerca di oggetti utili. Oltre ad usare armi da fuoco Marcus poteva anche utilizzare diversi stili di combattimento, sbloccabili nel corso dell’avventura. A livello grafico, New York era realizzata con molta cura, così come i veicoli. Nonostante ciò, il titolo aveva diversi bug. Tra i più gravi trovavamo un bug che bloccava sequenze di gioco scriptate, rendendo impossibile il completamento di quella determinata missione.
JUST CAUSE
Concludiamo questo speciale parlando di Just Cause, serie giunta al suo quarto capitolo. Il primo capitolo, sviluppato da Avalanche Studios e pubblicato da Eidos Interactive, venne rilasciato nel 2006 su Xbox, Xbox360, Playstation 2 e PC. Il gioco seguiva le vicende di Rico Rodriguez, agente segreto americato inviato nella città di San Espirito per rovesciare una dittatura (tema piuttosto ricorrente di ogni capitolo). Pur non avendo una grafica memorabile, il primo Just Cause poteva contare su una mappa molto vasta, oltre a darci l’opportunità di guidare aerei ed elicotteri da cui potersi paracadutare. I successivi capitoli giunsero rispettivamente nel 2010, 2015 e 2018, anno in cui arrivà Just Cause 4. Nel corso di questi anni la serie si discostò sempre più da Gta, arrivando ad assumere una propria identità. In particolare, la serie si è basata sulla distruttibilità della mappa, possibile grazie al famoso rampino che ha res Rico una vera e propria icona. Lo strumento in questione permette infatti di arrampicarsi, afferrare oggetti e persone o a distruggere oggetti. Tra l’altro, il rampino semplifica anche i movimenti, rendendo meno importante il ruolo dei veicoli. Complice di ciò anche la tuta alare, con cui Rico può planare lanciandosi da punti sopraelevati. Ciò premesso, la trama della serie ha svolto un compito sempre meno importante, a favore di un gameplay più caciarone ed action.
Queste dunque le cinque valide alternative a Gta. Lo sappiamo, ci sono tanti altri giochi che hanno preso spunto da Grand Theft Auto ma, a nostro avviso, quelli citati sono i più simili. Avremmo potuto parlare, ad esempio, di Watch Dogs o Yakuza. In entrambi i casi però, ci sono meccaniche non propriamente ispirate alla serie Rockstar Games. Prima di concludere però, abbiamo un’ultima chicca per voi. Nella prossima pagina potete infatti leggere le caratteristiche di un sesto gioco ispirato a Gta e, in parte, ad uno dei titoli descritti poco sopra.
[SPECIALE] SLEEPING DOGS
Il sesto gioco di cui vogliamo parlare e che abbiamo inserito come Speciale è Sleeping Dogs, gioco sviluppato e pubblicato da Square Enix. A onor del vero, Sleeping Dogs non è solo un “Gta like” ma è anche un sequel di True Crime, già esaminata precedentemente. All’E3 2009, Sleeping Dogs fu infatti presentato con il nome di True Crime: Honk Kong. A quel tempo il gioco era infatti nelle mani di Activision. Credendo che il titolo fosse un flop, il colosso americano decise di cancellare il progetto, i cui diritti furono acquistati da Square Enix che nel 2012 lo pubblicarono con il nome di Sleeping Dogs. Nonostante uno sviluppo burrascoso, Sleeping Dogs è, ad oggi, uno dei migliori titoli open-world. Protagonista della storia è il detective Wei Shen, tornato ad Honk Kong dopo aver vissuto per molti anni in America.
Qui il poliziotto dovrà infiltrarsi nel clan criminale de la Triade, per scoprirne i segreti. Sleeping Dogs riprende l’approccio bipolare di True Crime. In questo caso, tuttavia, non si parla più di comportamento ma di reputazione di Polizia e Triade. Ovviamente rimanevano tutte le classiche caratteristiche di True Crime e Gta, come la possibilità di guidare veicoli (auto, moto, barche) e di muoversi liberamente per la città. In particolare, i movimenti a piedi prevedevano la possibilità di nuotare, saltare ostacoli e utilizzare armi da fuoco o arti marziali. Ed è proprio sul corpo a corpo che il gioco si focalizzava, prevedendo un tasto per gli attacchi ed uno per parata e contrattacco. Presenti anche tante attività secondarie, come le scommesse sui galli da combattimento e la possibilità di personalizzare l’abbigliamento di Wei.
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