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Codex Lost | Recensione

Che i soulslike siano ormai divenuti un genere a sé stante e non più una sotto categoria dei giochi di ruolo è assodato. Il filone iniziato da Demon’s Souls e Dark Souls ha saputo regalare nel corso degli ultimi tempi decine e decine di produzioni interessanti che, sull’onda di quanto ideato da Hidetaka Miyazaki, sono state in grado di coinvolgere un numero sempre maggiore di utenti, volenterosi di mettersi alla prova esplorando terrificanti sotterranei o strabilianti palazzi gotici.

Non stupisce quindi che, molti di questi appassionati, abbiano deciso di seguire la via di FromSoftware in maniera empirica, realizzando vere e proprie opere videoludiche ispirate ai franchise blasonati appena descritti. Uno di questi è il fondatore di Freemana Games che, con il supporto di JanduSoft, ha portato alla luce Codex Lost, un action RPG che richiama a gran voce le meccaniche tipiche dei soulslike, anche se con alcune modifiche e particolarità.

Sarà quindi riuscito il solitario sviluppatore (si, il tutto è stato programmato da una singola persona) a centrare l’obiettivo? Scopriamolo insieme nella nostra analisi!

Versione provata: PlayStation 5 Pro

Mai giudicare un libro dalla copertina

Codex Lost ruota attorno ad un silente protagonista conosciuto come il Curatore, il quale ha come delicato compito quello di recuperare cinque tomi rubati necessari per evitare il collasso della realtà. A rendere complessa la situazione, vi è però il fatto che i libri sono caduti nelle mani di potenti Signori che, a seguito della corruzione, sono divenuti terribili creature.

Al fine quindi di riuscire nell’impresa, lo stregone è chiamato ad attraversare in lungo e in largo il reame, così da debellare ogni minaccia e riportare alla Grande Libreria i preziosi grimori. Seppure la trama possa sembrare banale e poco approfondita, la produzione si sviluppa man mano che l’esplorazione dei Regni Centrali avanza, rivelando segreti e leggende capaci di rendere il canovaccio narrativo ancora più coinvolgente. I numerosi indizi sparsi, svelano una storia che mira a immergere l’utente in una realtà sempre più sfumata tra incubo e illusione.

A kind of Magic

Come è ormai abbastanza chiaro, l’alter ego digitale altri non è che un incantatore che, a differenza degli altri soulslike, non fa affidamento sulle armi bianche, ma unicamente sulle magie. Per quanto il gameplay di base non si discosti molto dal genere di riferimento, ciò che dona a Codex Lost una personalità non indifferente è appunto la strategia offensiva, incentrata sulle ben 80 stregonerie distinte, che possono a loro volta essere combinate con determinati accessori al fine di sferrare poderosi danni ai nemici. A seconda dell’elemento e della forma dell’attacco scelto infatti, il mago potrà colpire più avversari e congelarli, oppure sacrificare la potenza appannaggio della rapidità di casting.

Proprio per questo, la fatica di Freemana Games richiede al giocatore un approccio strategico sia nel combattimento che nella costruzione della build (composta dagli immancabili oggetti equipaggiabili, dai bastoni e dai talismani). Una pianificazione poco approfondita si traduce difatti rapidamente in un game over, a maggior ragione contro i boss, che qui risultano come da tradizione ostici ma al contempo appaganti. La loro sconfitta, così come l’attenta esplorazione dell’ambiente, offre la possibilità di creare nuove formule da poter sfruttare (ovviamente dopo averne recuperato i materiali richiesti).

L’anima del Curatore

Come descritto poco sopra, l’interazione con il protagonista è caratterizzata dal classico movimento di un titolo in terza persona, a cui si aggiunge una piccola schivata, uno scudo magico richiamabile con il dorsale sinistro ed ovviamente il tasto adibito al lancio degli incantesimi. Nei primi minuti dell’avventura, viene immediatamente presentato l’hub di gioco che, in pieno stile Nexus, consente di teletrasportarsi all’interno delle varie aree, naturalmente ricche di nemici da abbattere (i quali sono fortunatamente ben differenziati e posizionati nei dungeon).

Da buon esponente del GDR, anche in Codex Lost le eliminazioni fruttano punti esperienza, che possono essere investiti nella Biblioteca al fine di incrementare le statistiche dell’erudito. Non mancano neppure le classiche barre dell’HUD, che in questo caso comprendono salute, stamina e mana (in grado di rigenerarsi nel tempo). Tutta questa impalcatura funziona abbastanza bene, non fosse per i movimenti della telecamera che, nelle zone particolarmente chiuse, tende ad impazzire facendo perdere talvolta il senso dell’orientamento, inficiando gli eventuali duelli. Non convince del tutto neppure la mossa elusiva che, essendo una sorta di spostamento rapido “fluttuante”, rende difficoltoso calcolare con precisione il movimento, a maggior ragione quando risulta indispensabile per raggiungere uno dei tantissimi oggetti disseminati negli scenari.

Le ambientazioni proposte dalla software house sono invece accattivanti e variegate, ed offrono un level design azzeccato e mai banale, vista anche la presenza di vere e proprie aree aperte. Che siano delle prigioni sotterranee, delle lussureggianti foreste, oppure dei peculiari castelli, l’attenzione posta da Freemana Games è tangibile, e dona alle location un’identità memorabile.

Lumos maxima!

Tecnicamente parlando, Codex Lost si comporta abbastanza bene, fatto salvo qualche leggero calo di framerate nelle situazioni più concitate. Quello che salta, letteralmente, all’occhio fin dalle prime battute è la potenza eccessiva data dalle fonti di luce, che tendono ad abbagliare senza soluzione di continuità la visione, soprattutto negli spazi esterni. Allo stesso tempo, la qualità dei materiali ed i dettagli degli scenari sono apprezzabili, donando una fedeltà del mondo soddisfacente. Completa l’ambito il reparto sonoro, realizzato in modo da accompagnare epicamente durante le battaglie con i boss, ma anche di fornire una più serena risposta alle situazioni più tranquille.

Elogio anche per la varietà di contenuti inserita da Freemana Games all’interno dell’opera. Qualora infatti si optasse per una certosina esplorazione ed una ricerca di tutti gli incantesimi possibili, la longevità è capace di raggiungere le 30-40 ore che, per un titolo indipendente di questo calibro, non è affatto facile da trovare in circolazione.

Ringraziamo JanduSoft per il codice review fornitoci.

7.5
Riassunto

Codex Lost è un piccolo miracolo, se si considera che è stato realizzato fondamentalmente da una sola persona. La produzione Freemana Games è soulslike che, a differenza di altri, riesce a ritagliarsi un proprio spazio all'interno del panorama videoludico, grazie ad un focus sulle magie che potrebbe dare diversi spunti agli studi più blasonati. Ci sentiamo quindi di premiare questa iniziativa che, nonostante alcuni difetti tecnici e di interazione, getta le basi per un futuro roseo del team indipendente.

Pro
Meccaniche originali Ambientazioni e nemici variegati Buona longevità
Contro
Illuminazione da rivedere Qualche neo tecnico La telecamera è un nemico temibile
  • Concept & Trama8.5
  • Gameplay7.5
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico7
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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