Concord | Recensione

Che Concord potesse fare una brutta fine, era abbastanza evidente. I periodi di prova, chiusi e/o aperti a tutti, hanno registrato un interesse davvero minimo da parte dei giocatori, che anche su PC (questo è il secondo gioco PlayStation ad arrivare in contemporanea sulla piattaforma di Valve, dopo Helldivers 2 a febbraio) iniziava a segnalare problemi. Una debacle di questa portata, però, è quasi clamorosa.

Nei suoi primi giorni di uscita, lo shooter di Firewalk, da alcuni anni finita sotto il controllo di Sony ma che già da prima stava lavorando a questo live service multiplayer, è stato il protagonista negativo delle cronache del web, con numeri tremendamente bassi. Ma davvero tremendi. Concord, su Steam, ha un picco massimo di utenti inferiore di 10 volte circa a quello di Redfall, la più grande delusione di Xbox dello scorso anno. Non basta? Concord sta andando anche peggio di The Lord of the Rings: Gollum, e quello sì che era una vera schifezza. Ma fino a dove questo insuccesso di Concord va attribuito al gioco e non alla nomea di flop annunciato che, purtroppo per gli sviluppatori, si porta dietro praticamente dal suo annuncio? Ne parliamo oggi nella nostra recensione.

Versione provata: PS5

Northstar, la nave dei sogni

Abbiamo già provato Concord in varie occasioni (chi scrive ha anche partecipato a sessioni di test esclusive antecedenti la beta), e dopo questi primi giorni dal lancio (ci è stato fornito un codice con tre giorni di accesso anticipato), è necessario ribadire quello che già abbiamo detto in sede di anteprima: Concord funziona, è divertente da giocare e ha qualche spunto interessante, ma ha anche una marea di difetti. Andiamo con ordine.

Concord è un hero shooter multiplayer 5v5, nel quale i giocatori impersonano una schiera di personaggi noti come Freegunner. Firewalk si è sforzata di dare un contesto narrativo (inutile) e una personalità solida a questi personaggi, equipaggio di mercenari della nave spaziale Northstar pronti ad affrontare missioni con grande sprezzo del pericolo. Il perché ci siano gli stessi Freegunner da una parte e dall’altra dello schieramento, tuttavia, resta un mistero – ma questo poco importa. Il vero problema è quello che riguarda la caratterizzazione dei personaggi, spesso paragonati prima di quest’uscita ai Guardiani della Galassia di casa Marvel. E in effetti è così. Battute, esagerazioni, ammiccamenti, qualche personaggio non proprio intelligentissimo, e un mix generale di personalità che sembra di aver già visto in passato. Così è. Ma in fondo questo è un altro grande problema di Concord: il già visto.

Sono 16 i Freegunner gettati nella mischia di Concord, ognuno con la propria personalità, il proprio bagaglio di battute da pronunciare (a proposito, è presente il doppiaggio italiano) e le abilità uniche che lo contraddistinguono. Da queste e dalle capacità di ogni Freegunner, sono poi i giocatori a scegliere quale potrà essere il loro preferito, o i preferiti.

Theo, ad esempio, è il più classico dei classici: umano, possente, abilissimo nello sparare con fucili d’assalto e lanciare granate, esplosive e fumogene. Il personaggio che più insomma si avvicina all’immaginario di un Call of Duty qualsiasi, insieme a Roka (il suo lanciarazzi è esageratamente bello e non sappiamo neppure dirvi perché) e Jabali, che però è anche un guaritore. Emari è invece un’enorme e massiccia donna che può schierare un’armatura per i suoi alleati e utilizzare il suo scudo personale per difendersi dai colpi in arrivo.

IT-Z è invece una sorta di donna felina con movimenti rapidissimi, al contrario di Star Child che sembra girovagare con quintali di sacchi di patate attaccati alle caviglie. Troviamo poi Lennox, che brandisce un revolver e può curarsi; Haymar, piromane con un debole per le balestre; Vale, esperta tiratrice, e così via. Le sensazioni variano da personaggio a personaggio, ma si adatta con grande tenacia a tutti gli stili. Chi cerca qualcosa di frenetico ha Freegunner che fanno al suo scopo, chi vuole essere più di supporto lo potrà essere. In tal senso, tutto funziona.

Come detto, non sono presenti Ultimate per ogni personaggio, ma Firewalk ha ben pensato di introdurre le Varianti. No, non si tratta di personaggi del multiverso Marvel, bensì di altre skin dei personaggi da sbloccare giocando che non cambiano solo l’aspetto estetico ma anche le loro abilità. Nelle modalità più basilari, queste finezze tecniche importano fino a un certo punto, mentre risultano essere molto più importanti quando con la propria squadra si entra nella playlist Rivalità, che include le modalità Corsa al Carico e Contatto senza possibilità di rientro. È qui insomma che il team building viene esaltato maggiormente, entrando nella sfera più competitiva e sportiva di Concord. Sempre che si riesca a giocare.

Il gioco giusto, nel momento sbagliato

Il gioco include oggi 6 modalità su 12 mappe, che aumenteranno con il supporto post lancio. Un po’ poche, con l’effetto ripetitività che si farà sentire molto presto. Troppo presto. Ma l’altro grande problema è che se non riesci ad attirare giocatori per il tuo gioco multiplayer, il tuo gioco multiplayer non va da nessuna parte. Ed è così che, cronometro alla mano, abbiamo verificato di persona nelle scorse ore una spiacevole sensazione prima solo ipotizzata: in alcune modalità come Dominio, qui presente in due varianti ma sempre classiche, capita spesso di passare più tempo nel matchmaking che nelle partite effettive, anche con il cross platform attivato.

Davvero, più di una volta abbiamo atteso 6 minuti di ricerca dei giocatori per poi affrontare un match da poco più di 4 minuti di durata. Temiamo che il motivo sia già sotto gli occhi di tutti. Firewalk ha strutturato Concord per partite rapide, scontri fulminei, consentendo anche ai giocatori casual di fare qualche scontro mordi-e-fuggi prima di scappare verso gli impegni della vita quotidiana. Il fatto è che se non ci sono giocatori nel mondo, come le fai queste partite?

Ricordiamo che Concord è un videogioco in sviluppo dalla bellezza di 8 anni, dal 2016, e presentarsi oggi sul mercato con una quantità così esigua di contenuti è un rischio altissimo, specie se hai deciso di lanciare il tutto a 40 €. Il problema in sé non è tanto il prezzo, che anzi è (quasi) adeguato all’offerta, quanto invece il fatto che Firewalk sta cercando di insinuarsi all’interno di un settore già saturo nel quale potrebbe comunque trovare una sua nicchia di appassionati, seppur con zero originalità, con un biglietto d’ingresso che è però completamente fuori scala rispetto ai rivali. La scelta è stata probabilmente dettata dal fatto che i tempi di sviluppo sono stati esagerati, e che al lancio non sono state inclusi battle pass e microtransazioni, che invece arriveranno solo in futuro. Ma quale futuro, di questo passo?

Appurato che il gioco è abbastanza divertente da giocare, pur senza aver alcun picco qualitativo o intuizione geniale, il grande timore con un titolo come Concord è infatti quanto la community sarà interessata a proteggerlo e supportarlo. Tale punto interrogativo è sempre presente quando si parla di live service, ma quelli di Firewalk è un progetto che già oggi, a pochissime ore dal suo lancio globale, si trova in una situazione altamente rischiosa.

Forse è per il prezzo di lancio, che già di base lo allontana dall’ormai classico modello free to play di giochi come questo. Forse è per una direzione artistica che si limita al solito compitino, con design dei personaggi e delle mappe sì studiati ma mai originali – non c’è un singolo Freegunner che abbia le potenzialità per diventare un fenomeno virale, quando invece giochi come Overwatch hanno fatto anche di questo elemento una delle caratteristiche distintive del franchise. Il citato Theo è un qualsiasi soldato sul fronte di guerra, 1-Off è un robot privo di dettagli o tratti distintivi, e tutti gli altri Freegunners, salvo pochi, sono davvero anonimi.

Se non altro, l’esperienza tecnica è solida, con comparto visivo e audio di ottimo livello. Bella l’interfaccia, pulita al massimo e con pochissimi ma piacevoli dettagli, mentre non si segnalano bug. Il che paradossalmente è un peccato, perché almeno avremmo avuto altri motivi per lamentarci di Concord e cercare di capire il problema di questo flop annunciato.

Solo il tempo ci potrà dire cosa ne sarà di Concord. Rainbow Six: Siege di Ubisoft partì con il freno a mano tirato, per poi diventare un successo incredibile. Dall’altro lato, lo shooter di Firewalk sta replicando quanto successo a inizio anno con Suicide Squad: Kill the Justice League, acuendo ancor di più la sofferenza del pubblico verso i live service privi di un vero mordente. È un mercato ormai morto, se non per i soliti nomi noti? Difficile a dirlo, ma innestarsi come fenomeni è davvero un’impresa. E sebbene Concord abbia qualche carta in mano per riuscirci e riesca a divertire, il pubblico si è già dimenticato di lui.

Ringraziamo PlayStation Italia per il codice review

7.3
Review Overview
Riassunto

Concord è un gioco tanto divertente da giocare quanto insipido nella forma e nella struttura. Il gunplay è facile, accessibile a tutti, e la scelta di non appesantire gli eroi protagonisti con mille abilità e divagazioni, come invece ha fatto NetEase con Marvel Rivals, è interessante. Potrebbe avere anche un discreto interesse negli esport, un giorno. Ma riuscirà ad arrivare a quel giorno? Il titolo di Firewalk è rapidamente colato a picco negli interessi dei giocatori, ma questo anche perché ha davvero poco o nulla da offrire, a partire da una direzione artistica troppo sottotono. Dulcis in fundo, l'idea di lanciare un hero shooter nel 2024 a 40 euro potrebbe essere stata la mossa decisiva per fare di Concord il più grande flop nella storia di PlayStation dai tempi di Basement Crawl e Knack.

Pro
Il gameplay è azzeccato Buon comparto tecnico
Contro
Modello di commercio completamente sbagliato Direzione artistica anonima Trovare partite è già difficile a pochi giorni dall'uscita
  • Concept & Trama6
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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