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Conscript | Recensione

La guerra, la guerra non cambia mai.

In moltissimi conoscono questo adagio videoludico, atto a rappresentare come ogni conflitto fondamentalmente non porti mai a nulla di positivo o buono. Ebbene, l’aforisma deve aver segnato nel profondo anche Jordan Mochi che, grazie ad una buona dose di talento e forza di volontà, ha deciso nel 2017 di iniziare a lavorare su un proprio titolo, denominato Conscript.

Ciò che ha sicuramente spinto il ragazzo nella concezione del titolo, è l’altrettanto grande passione per la saga di Resident Evil e dei survival horror vecchia scuola, che si respira in ogni pixel del videogioco in questione.

Sarà quindi riuscito Jordan Mochi a realizzare una perla capace di illuminare le oscure trincee della Guerra? Scopriamolo insieme.

Versione provata: PlayStation 5

In trincea

Dal punto di vista della trama, Conscript pone il giocatore nei panni di un coscritto francese a Verdun nel 1916. La città della Lorena è infatti teatro di uno dei più sanguinosi scontri della Prima Guerra Mondiale. In un contesto già di per sé drammatico, il protagonista ha come obiettivo, oltre naturalmente alla sopravvivenza, quello di ritrovare il fratello scomparso durante la battaglia.

Le ambientazioni che si dovranno esplorare in una più che gradevole pixel art con visuale dall’alto sono quindi intensi labirinti di trincee e fortini, all’interno delle quali non si nascondono creature ultraterrene o zombi, bensì i non meno spaventosi soldati tedeschi. A fare da contraltare alle porzioni chiuse vi sono poi gli ampi campi di battaglia, in grado di portare la paura di venire uccisi alle stelle, data la poco celata visibilità del protagonista.

Conscript pone quindi in primo piano il coinvolgimento emotivo e psicologico piuttosto che il mero horror spaurino, e questo lo si denota fortemente anche dalle risorse che il soldato francese avrà a propria disposizione durante l’esplorazione dei siti.

Survival nel survival

Jordan Mochi ha deciso di inserire la componente survival horror nella sua forma più classica e pura, bisogna dirlo fin da subito. All’inizio del gioco, infatti, il combattente d’oltralpe sarà munito unicamente di una pala capace di attaccare molto lentamente, e che quindi esporrà spaventosamente ai colpi nemici l’alter ego, qualora non si calcolassero bene i tempi.

Progredendo a mano a mano nell’avventura, si recupereranno ovviamente armi ben più utili negli scontri (sia bianche che a polvere da sparo), ma anche in questo caso il tempo di ricarica di ogni bocca da fuoco e la necessità di prendere accuratamente la mira, costringono a valutare con oculatezza il momento giusto per utilizzarle, onde evitare tragici epiloghi. Fortunatamente l’autore ha controbilanciato tale esigenza con un sistema di potenziamento degli strumenti offensivi, che riusciranno a fronteggiare al meglio i nemici più coriacei che si presenteranno sul cammino del patriota francese che, insieme a diverse situazioni ambientali avverse, sapranno mettere in difficoltà anche i veterani dei survival horror (e proprio per questo sono disponibili diversi livelli di difficoltà da poter modificare in qualsiasi momento).

A completare i comandi di azione vi sono poi la corsa e la rotolata che, a costo di una porzione di stamina, permettono di eludere gli attacchi ed allontanarsi dalla zona calda avversaria, in modo da potersi mettere in salvo rapidamente. Come è facile dedurre, la barra di energia che consente questi movimenti avrà un tempo di ricarica parecchio elevato, fungendo quindi come una sorta di extrema ratio. In questo frangente vi sono però da segnalare delle hitbox non sempre precisissime, che in alcuni casi possono inficiare fortemente una strategia pianificata con scrupolo, sia in attacco che in difesa.

In piena sintonia con Resident Evil e gli altri esponenti del genere da cui trae ispirazione, Conscript propone anche degli enigmi ambientali che, per quanto ben realizzati, cozzano leggermente con il contesto in cui sono inseriti e talvolta vanno a spezzare il ritmo emozionale che gli eventi a schermo generano. Gli appassionati dell’opera di Shinji Mikami troveranno poi altri riferimenti ben noti, come ad esempio il baule, il quale consente una miglior gestione dell’inventario, mai come in questo caso fondamentale per poter avere una bilanciata scorta di munizioni ed oggetti curativi.

Allo stesso tempo è da evidenziare la presenza di un cospicuo fenomeno di backtracking, il quale obbliga a più riprese di ripercorrere in lungo e in largo sezioni già esplorate per recuperare preziosi oggetti opzionali (come ad esempio le sigarette, utili da barattare con il mercante), ma anche item necessari per poter proseguire nell’avventura. Nulla di sconvolgente sia chiaro, ma ad un certo momento le scorribande necessarie per poter raggiungere un obiettivo risultano stucchevoli e quasi un mero pretesto per allungare la longevità della produzione.

Gli occhi e le orecchie della guerra

Dal punto di vista artistico il titolo primo di Jordan Mochi non ha nulla da invidiare ad opere più blasonate e con maggiori risorse a disposizione. Le animazioni del protagonista e dei nemici sono il vero fiore all’occhiello della produzione, in quanto capaci di restituire all’utente il vero feedback di ciò che sta accadendo a schermo. Abbiamo già parlato della bontà della pixel art portata in dote da Conscript, ma a completare il pregevole quadro multimediale vi è anche un ambito sonoro di tutto rispetto.

I fischi dei mortai e i colpi delle armi trasmettono direttamente alle corde intime del giocatore le orrende narrazioni della guerra per tutte le 6-7 ore necessarie a raggiungere i titoli di coda. A questo proposito vanno anche menzionati ad onore del titolo diversi finali multipli che, come da tradizione del genere, a seconda delle scelte effettuate durante il walkthrough varieranno l’epilogo dell’avventura del soldato francese (purtroppo non vi è al momento alcuna traduzione in italiano).

8
Riassunto
Riassunto

Conscript è una perla rara indie del genere survival horror. L'opera prima di Jordan Mochi punta a raccontare in chiave videoludica il terrore della guerra e le battaglie interiori dei soldati che purtroppo sono costretti a viverla. Grazie ad un gameplay immediato (ma punitivo) e ad una componente artistica sopraffina, Conscript è un'esperienza che merita di essere vissuta da tutti gli appassionati del genere.

Pro
Survival horror vecchia scuola... Pixel art ed animazioni deliziose
Contro
...che non perdona gli sbagli Hitbox non sempre precisissime
  • Concept & Trama8
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico8.5
  • Comparto Tecnico7.5
Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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