A cura di Giuseppe Crapanzano
Molti giocatori si sono chiesti cosa sarebbe successo alle loro librerie dopo la loro morte. Sicuramente non un argomento da affrontare tutti i giorni, ma che ha sollevato molte riflessioni di aziende come Valve, PlayStation e Microsoft.
Il recente dibattito è iniziato dalle domande di Steam, dove un utente ha chiesto a Valve cosa sarebbe successo alla sua libreria di videogiochi se fosse passato a miglior vita. La risposta da parte di Valve è stata: nulla. La libreria e l’account non può essere trasferita a nessuno. Semplicemente, l’abisso.
Si sa, i prodotti digitali non ci danno la certezza che da il formato fisico con la copia nel proprio scaffale, e il sentire la risposta fredda e cinica di Valve, non ha rassicurato per niente i videogiocatori.
In una recente intervista il team concorrente di Steam, ‘GOG‘, ha dato invece una risposta più comprensiva, dichiarando che:
Il proprio account non può essere trasferito a nessuno, almeno che non ci sia un’ordinanza dal tribunale che richieda tale lavoro. Se così fosse, ci impegneremo al massimo per avverare la richiesta, ma solo con l’aiuto del sistema giudiziario.
Un altro metodo per acquisire la libreria e l’account di un’altra persona è ottenere le credenziali di accesso e cambiare tutti i dettagli riguardante la persona precedente. Tuttavia è poco rispettoso verso la persona che ha precedentemente speso dei soldi e giocato su quel profilo.
Anche i termini di servizio di PlayStation e Xbox indicano il non poter trasferire l’account in eredità ad altre persone.
Nintendo, invece, è disposta a dare l’accesso ai propri dati se scritto su testamento. I giocatori dovrebbero trovare un modo per specificare cosa fare dei loro account dopo la propria scomparsa, per garantire che la loro eredità digitale sia rispettata in un mondo sempre più digitale e in costante sviluppo.
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