In occasione del Nintendo Direct di marzo, la casa della grande N ha presentato, oltre a numerosi titoli, anche un nuovo sistema di condivisione, denominato Virtual Game Card, in arrivo su Switch e Switch 2 a fine aprile. Con questa nuova feature, il colosso nipponico intende rendere i giochi digitali più “fisici”, almeno concettualmente.
Chi ha vissuto l’epoca delle cartucce ricorderà la semplicità con cui si poteva condividere un titolo: bastava estrarlo dalla console e passarlo a un amico. Con il digitale, invece, tutto è più vincolato da account, licenze e connessioni obbligatorie. Le Virtual Game Card cercano di ricreare quella sensazione tangibile, permettendo di “espellere” un gioco da una console e trasferirlo su un’altra.
Il meccanismo è semplice: dalla schermata di gestione si estrae un gioco (rendendolo inutilizzabile sulla console di partenza) e lo si carica su un altro dispositivo. Una volta trasferito, il titolo è giocabile senza necessità di connessioni costanti o controlli online. Servirà una connessione solo per il passaggio iniziale e, la prima volta, un collegamento locale tra le due console (quindi niente da fare per le amicizie lontane).
Ci sono però delle limitazioni: il prestito è possibile solo tra due console associate allo stesso account, oppure tramite il Family Group, che consente di condividere un gioco con ciascun membro per un massimo di due settimane, rinnovabili solo manualmente. È una forma di “prestito digitale regolamentato”, in perfetto stile Nintendo: utile, ma con qualche inevitabile complicazione burocratica.
Rispetto all’attuale sistema di condivisione digitale, che impone l’uso di una console secondaria sempre connessa, questo rappresenta un grande passo avanti, soprattutto per chi gioca spesso in mobilità. Le Virtual Game Card sembrano pensate per l’utente tipico di Nintendo: un appassionato di videogiochi, magari un genitore che vuole gestire l’accesso ai giochi per i figli.
Naturalmente questo non genera un mercato dell’usato digitale e i giochi acquistati sull’eShop non possono essere rivenduti. Tuttavia, è un primo passo interessante, soprattutto considerando il progressivo spostamento dell’industria verso il digitale e il tradizionale approccio indipendente di Nintendo, che spesso arriva tardi, ma con idee innovative (anche se dobbiamo ammetterlo, questa non è di certo quella più rivoluzionaria).
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