In occasione dell’imminente uscita di Crash Team Rumble, ripercorriamo la serie di Crash Bandicoot raccontando tutte le sue avventure in poche parole.
Crash Bandicoot è un franchise platform avventuroso, nato per la prima volta da Naughty Dog nel 1996 su PlayStation. Rilanciato poi successivamente anche su molte altre piattaforme come PlayStation 2, GameCube, Xbox, Game Boy Advance e Wii, Crash era una delle più iconiche mascotte dei videogiochi negli anni ’90, vivendo però una vita molto travagliata. Lo abbiamo raccontato in maniera approfondita nella nostra rubrica Lezioni di Storia, di cui vi lasciamo i riferimenti qui sotto, realizzata poco prima di assistere alla sua rinascita nel 2017 con i remake della N. Sane Trilogy.
LEGGI ANCHE
Con l’avvicinarsi della data di uscita di Crash Team Rumble, il nuovo videogioco multiplayer della serie, abbiamo deciso di ripercorrere in poche parole quelle che sono state le grandi avventure di Crash e dei vari personaggi a lui connessi: tra frutti Wumpa e corse con i kart, ce n’è per tutti i gusti.
Veniamo ora alla vera serie, con i giochi raccolti in ordine cronologico di uscita. Prima di proseguire, però, vi avvisiamo che non troverete giochi arcade e mobile di Crash, che abbiamo escluso dalla lista per motivi di spazio. Non promettiamo nulla, ma prossimamente potremmo proporveli in uno speciale a parte…
Crash Bandicoot
Tutto inizia da qui: una spiaggia assolata, antiche rovine, casse con frutti Wumpa, e un bandicoot confuso ma deciso a tornare al castello del dr. Cortex per salvare l’amata Tawna. Naughty Dog esordisce sulla prima PlayStation con un compito non certo semplice, ossia quello di creare una nuova mascotte per la console Sony che sia in grado di rivaleggiare con quel Mario che su Nintendo aveva spopolato.
Operazione più che riuscita: partendo dal genere più in voga, quello del platform, e portandolo nella terza dimensione con uno stile tutto nuovo, Crash Bandicoot conquistò tutti in poche, semplici ma efficace mosse.
Crash Bandicoot 2: Cortex Strikes Back
Il nemico del mio nemico è mio amico: così si può riassumere Crash Bandicoot 2 e la sua intricata trama – o meglio, la trama che vorrebbe avere, quando in realtà c’è sì qualche scorcio di scrittura più elaborata rispetto al suo predecessore ma senza esagerare.
Crash 2 prende la formula del primo capitolo e migliora le movenze del protagonista, aumentando i livelli e introducendo soprattutto i Cristalli viola. Il secondo gioco era più grande, più vario, più bello. E, in più, introduceva per la prima volta Coco, che per il momento restava però sullo sfondo concedendosi solo quale dialogo di tanto in tanto.
Crash Bandicoot 3: Warped
Con Warped, Naughty Dog dà sfogo alla sua immaginazione e porta Crash in viaggio nel tempo, a caccia di cristalli in ogni epoca grazie alla macchina del dr. Trophy.
Chiaramente anche stavolta Crash riesce a sventare i piani di Cortex e del suo boss, Uka Uka, in un gioco che amplia gli orizzonti e si lancia in esplorazioni subacquee, combattimenti a bordo di aerei e gare motociclistiche. Tutto bellissimo. Coco, inoltre, diventa a tutti gli effetti un personaggio giocabile in varie sezioni a bordo di veicoli.
Crash Team Racing
Il primo capitolo su quattro ruote è un grande successo, ed è la prima prova della bravura di Naughty Dog a gestire progetti anche radicalmente differenti tra loro, operazione che ripeterà poi con Jak.
In CTR, Crash e i suoi amici e nemici vengono coinvolti da N. Oxide in una serie di gare su kart per decidere il futuro della Terra. Emulando il più famoso Mario Kart, Crash Team Racing riesce comunque a distinguersi grazie a idee fresche e un design splendido, diventando uno dei ricordi più piacevoli dell’era PS1.
Crash Bash
Aku Aku e Uka Uka non possono direttamente scontrarsi, e le due maschere decidono quindi di prelevare sulla Terra i propri campioni e farli combattere per decidere chi vincerà nell’infinita lotta tra il bene e il male.
Primo videogioco del franchise dopo l’addio di Naughty Dog, Crash Bash riuscì nell’impresa di realizzare un party game avvincente e divertente, nonostante alcuni minigiochi davvero crudeli. La mancanza del team originale si faceva in effetti sentire nelle fasi finali del gioco, dove la curva di difficoltà cresceva troppo rapidamente.
Crash Bandicoot: L’ira di Cortex
L’ira di Cortex, ma anche l’inizio della fine. Da questo titolo in poi, realizzato da Traveller’s Tales, la popolarità di Crash è andata via via calando, e la colpa è anche sua. Capace di vendere meno copie dei giochi di Naughty Dog, nonostante il passaggio al mercato multipiattaforma, Crash Bandicoot 4 (che 4 non è più, dal 2020) porta in scena nuove maschere, gli Elementali, oltre al segretissimo esperimento di Cortex, Crunch, il quale è stato creato per fermare il coraggioso bandicoot.
A fronte di una struttura che ricalca in tutto e per tutto il buon Warped, The Wrath of Cortex si scontra con difficoltà tecniche e strutturali, oltre all’insensata decisione di pubblicare il gioco su CD e non sui neonati DVD. Risultato: tempi di caricamento biblici.
Crash Bandicoot XS
Sorpresa delle sorprese: Crash su console portatili, e funziona anche meglio di The Wrath of Cortex! Il piccolo Crash XS riuscì a trasporre abbastanza bene il franchise su Game Boy, anche se chiaramente limitandosi alle due dimensioni.
Crash viene rimpicciolito da Cortex, e dovrà nuovamente salvare il mondo dal suo folle creatore.
Crash Nitro Kart
Cosa voleva essere Crash Nitro Kart? Un sequel di CTR. Cosa è in realtà Crash Nitro Kart? Un remake di CTR, ma più brutto.
Dopo The Wrath of Cortex, Crash e i suoi tornano in pista, questa volta per affrontare l’imperatore Velo XXVII in una serie di gare in giro per il cosmo. Il gioco riprende sostanzialmente tutte le dinamiche del primo gioco, ma non riesce a replicarne il carisma e la bellezza. Tutto sommato, una piacevole distrazione, ma lontana dalla qualità di CTR.
Crash Bandicoot 2: N-Tranced
Così come XS, anche N-Tranced è un gioco per Game Boy Advance, molto carino e ben realizzato.
Ancora una volta sconfitti, Cortex e Uka Uka si rivolgono a Tropy e al dr. N. Tranced, specializzato nell’ipnosi, per fermare Crash e i suoi amici. Il gioco racconta inoltre la “creazione” di Finto Crash, ponendosi di fatto come un prequel di altri giochi della serie – anche se, a dire il vero, il canone era ormai andato a farsi benedire a questo punto.
Crash Twinsanity
Con Twinsanity è impossibile non provare un rapporto di amore-odio. Per la prima volta la serie si apre a un concept di platform open map, decisione interessante e intelligente per cercare nuove strade da percorrere. L’idea di una collaborazione tra Crash e Cortex portava poi nuova linfa al gameplay, con dinamiche che non sono però mai state sfruttate a dovere.
Ci sono tante cose positive in Twinsanity, a partire dal concept alle musiche, ma ce ne sono anche tante negative, tra cui una fisica oscena per il platforming e i numerosi tagli rispetto ai piani originali, nei quali erano presenti più livelli e la storia seguiva una strada più chiara. Probabilmente è il più grande rimpianto di tutto il franchise.
Crash Bandicoot Fusion
Una schifezza, in tutti i sensi.
Crash e Spyro uniscono le forze per la prima volta, vista l’alleanza tra Cortex e Ripto. Crash, in Fusion, si occupa proprio di quest’ultimo, ma il gioco è talmente brutto che non ne verrà mai realizzato un sequel. Che peccato. Anzi, no.
Crash Tag Team Racing
Così come Twinsanity, anche Crash Tag Team Racing voleva sperimentare. Tag Team non è un semplice sequel della serie racing di Crash, unendo alle corse anche l’esplorazione e il platform, a dire il vero non particolarmente riusciti, nel parco a tema di Von Clutch, dove era possibile recuperare oggetti, compiere missioni secondarie e svagarsi con minigiochi.
Una sorta di GTA con Crash? Sì, a grandi linee. Nulla però di ecclatante, a partire dai circuiti più anonimi dell’intera serie a bordo dei kart. Peccato per l’idea della fusione tra veicoli, che dava finalmente qualcosa di nuovo.
Crash Boom Bang!
Il gioco che, purtroppo, esiste davvero. Riconosciuto (quasi) all’unanimità come il peggior videogioco di sempre di Crash Bandicoot, Boom Bang è un fallimentare tentativo di scimmiottare Crash Bash con minigiochi e sfide tra personaggi, portando su DS non tanto la brillantezza del franchise quanto invece noia, bruttezza e disgusto.
Cosa si salva di questo gioco? Assolutamente nulla.
Crash of the Titans
Un buon gioco, se solo non c’entrasse assolutamente nulla con il franchise di Crash Bandicoot e risultasse ripetitivo all’ennesima potenza.
Crash of the Titans voleva essere un reboot della serie, voleva essere la svolta action, voleva essere un gioco coi mostri, voleva essere tutto e alla fine non è stato nulla, o quasi, andando a snaturare completamente alcuni personaggi come Tiny Tiger che diventa… No, non è chiaro cosa diventi di preciso.
Crash: Il dominio sui Mutanti
Sebbene le versioni per console portatili siano un disastro totale, il sequel di Titans non è così male come si potrebbe pensare.
Ancora una volta, però, l’universo di Crash non è quello a cui siamo abituati, e tutto viene stravolto di nuovo. Un altro brutto ricordo, per fortuna l’ultimo.
Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy
Nessuno ci sperava, e invece, nel 2017, eccola qui: la trilogia originale di Crash rimasterizzata di tutto punto. Vicarious Visions confeziona un’opera precisa e ispiratissima di restauro e conservazione, riportando alla luce i reperti dell’era PS1 che non sono mai stati dimenticati.
Vendite alle stelle, pubblico entusiasta. Risultato: Crash Bandicoot è tornato.
CTR Nitro Fueled
Sulla scia dell’entusiasmo per Crash e Spyro, che nel frattempo era tornato con la Reignited Trilogy, Activision affida a Beenox il remake di Crash Team Racing, producendo un’altra opera maestosa che ha avuto un’unica sfortuna: un ciclo vitale molto breve.
Un grande peccato, perché CTR Nitro Fueled sarebbe ancora oggi l’unica valida alternativa a Mario Kart, che invece continua a fare il bello e il cattivo tempo di questo genere.
Crash Bandicoot 4: It’s About Time
Se hai finito i giochi validi da rimasterizzare (o remakkare… come si dice?), metti in cantiere un nuovo gioco che si ispira alle classiche meccaniche ma con qualcosa di nuovo, con la speranza che replichi il successo.
Non tutto è andato per il verso giusto, probabilmente a causa di un prezzo di lancio non proprio abbordabile per il genere platform, tuttavia Crash Bandicoot 4: It’s About Time è stato un ritorno coi fiocchi per la serie. Non perfetto, ma sicuramente magnifico da vedere e da giocare.
Scrivi un commento