La settimana che volge al termine non è certo stata la più tranquilla della storia di Ubisoft, e anzi l’azienda francese rischia di dover fare i conti con un problema da non sottovalutare: le troppe IP a disposizione.
Pochi giorni fa, non senza una certa dose di sorpresa, Ubisoft ha dato un resoconto dei suoi ultimi risultati, rivelando che la società si trova in cattive acque. Mario + Rabbids: Sparks of Hope e l’ultimo Just Dance hanno venduto meno delle aspettative, e sono stati cancellati tre interi videogiochi in sviluppo. Oltre a ciò, è arrivato anche un nuovo rinvio per Skull and Bones, il sesto da quando il gioco è stato annunciato nel 2017, e questo ha portato a numerose domande.
Con il titolo in borsa che è preoccupantemente calato di quasi il 20%, Ubisoft ha una bella patata bollente tra le mani. La crisi e i tagli al budget rischiano infatti di tagliare le gambe a numerosi altri franchise e IP dell’azienda francese, che, secondo il suo nuovo piano aziendale, ha ora intenzione di concentrarsi con maggior decisione su mega-marchi dei videogiochi e titoli live service. In poche parole, i grandi brand continueranno a sopravvivere, mentre Ubisoft lascerà sempre meno spazio alle produzioni più piccole.
Ma a cosa potrebbe portare questo scenario? Difficile dire se al momento Ubisoft andrà incontro a un ridimensionamento come è accaduto lo scorso anno a Square Enix, che ha venduto la sua divisione occidentale di Crystal Dynamics, Eidos Montreal e SE Montreal, ma una delle possibili prospettive è che il gigante dell’intrattenimento sarà costretto a vendere alcune sue IP.
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Nel rapporto della conferenza con gli investitori, il management di Ubisoft afferma di voler ridurre i propri costi non variabili di oltre 200 milioni di euro in vari modi. Questi includono la ristrutturazione dei team e la “cessione di alcuni asset non fondamentali”, il che significa, in poche parole, vendere ad altri editori franchise di videogiochi che Ubisoft non ritiene più importanti:
Come parte della nostra maggiore attenzione strategica, adattare la nostra organizzazione a un mercato più impegnativo, con una riduzione netta prevista della nostra base di costi non variabili di oltre 200 milioni di euro nei prossimi 2 anni. Ciò sarà ottenuto attraverso una ristrutturazione mirata, la cessione di alcuni asset non fondamentali e il normale logoramento naturale. Ubisoft continuerà a cercare di assumere persone di grande talento per i suoi più grandi marchi e servizi live.
Un’altra ipotesi, legata a queste dichiarazioni, è che Ubisoft si stia interessando a concedere lo sfruttamento di alcune sue IP ad altri studi, seguendo a grandi linee il modello di Marvel e Star Wars con i prodotti su licenza. Al momento, tuttavia, queste sono solo ipotesi.
Quali sono le IP a rischio? Difficile da dire in questo momento, ma se davvero l’azienda intende vendere alcuni suoi franchise, è chiaro che non rinuncerà ai brand più importanti del suo portfolio. Serie come Assassin’s Creed, Far Cry, Rainbow Six e The Division sono considerate troppo importanti, ma il discorso potrebbe cambiare con brand non più di primo pelo in mano all’azienda, come ad esempio Rayman e Prince of Persia.
Queste, tuttavia, sono al momento solo speculazioni sulla base dell’ultima conferenza di Ubisoft, almeno fino a quando non emergeranno notizie più concrete.
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