Sono giornate movimentate per PlayStation e soprattutto per Sony Bend Studio, al centro di un già celebre report di Jason Schreier nel quale il giornalista affermava la mancata conferma di un sequel per Days Gone.
Ora, come abbiamo già detto questa mattina in una nuova notizia, il report di Schreier non è una conferma incontrovertibile delle future strategie di Sony – si parla anche del remake di The Last of Us e di un nuovo Uncharted per PS5 – ma a supporto di tali notizie sono già arrivate alcune conferme indirette, per così dire. Jess Ross, ex-director di Bend Studio, ha in effetti parlato proprio di Days Gone 2 nelle ultime ore in un’intervista con David Jaffe, lasciando poi intendere sui social che il gioco potrebbe in effetti essere stato cancellato.
Nella live streaming sono emersi inoltre alcuni particolari dettagli sul sequel di Days Gone, e su quella che sarebbe stata una delle sue componenti più significative: la modalità online.
A causa di accordi di non divulgazione, Ross non può parlare apertamente di Days Gone 2, e non può neppure confermare che il gioco sia stato effettivamente cancellato – il director ha abbandonato da tempo Sony Bend Studio. Ross si è comunque sbottonato su alcune idee che lo studio aveva per Days Gone 2, questo ovviamente prima che lo sviluppatore abbandonasse la sua posizione.
La più grande sorpresa del sequel di Days Gone sarebbe stata l’inclusione di un mondo online condiviso. Jess ha dichiarato che Sony Bend aveva già pianificato la cooperazione online come una delle caratteristiche del primo Days Gone, ma che l’inesperienza dello studio ha costretto gli sviluppatori a ripiegare sulla sola storia single player.
Secondo Jess Ross, la modalità multiplayer di Days Gone 2 sarebbe stata basata su giocatori che assumevano ruoli di vari personaggi e cercavano di sopravvivere nel mondo insieme. “[…] prendi questo mondo che hai costruito, e tutte queste risorse e sistemi, e riutilizzali per una sorta di versione multiplayer di questo universo a tema simile. Sarebbe stato con ragazzi come Deacon che cercano di sopravvivere, costruendo una clubhouse o una squadra. Penso che sarebbe divertente essere in quel mondo in modo cooperativo e vedere come potrebbero essere le battaglie tra orde”.
Insomma, idee che non si sarebbero discostate da molti altri titoli survival di stampo multiplayer, ma che avrebbe senza dubbio conferito maggior profondità a Days Gone 2.
Inoltre, Ross conferma uno degli elementi del report di Schreier, che riguarda i costi di sviluppo di Days Gone: sì, Sony Bend ha superato il suo budget iniziale, e di gran lunga. Quando sono iniziati i lavori, lo studio comprendeva infatti 45 membri dello staff, che erano aumentati a 120 al momento del lancio di Days Gone.
L’ex-director della software house, infine, non può pronunciarsi sulle vendite, in quanto Sony non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito e neppure Ross ne è a conoscenza. L’uomo ricorda che in ogni caso Days Gone è il gioco di Sony Bend più venduto, tuttavia non lesina commenti sulle critiche ricevute dal gioco, certamente maggiori rispetto ad altre grandi produzioni dei PlayStation Studios. I costi di sviluppo, le critiche ricevute e la mancanza di una positiva risposta dalla critica, come del resto affermava Schreier, potrebbero essere alla base della mancata conferma del sequel.
Scrivi un commento