Qualche giorno fa Kojima Productions e 505 Games hanno rilasciato su Xbox Series X/S e PC la Director’s Cut di Death Stranding.
La notizia è stata un fulmine a ciel sereno in quanto non è stata anticipata da alcun annuncio o trailer. Per i giocatori Xbox si tratta di un rilascio decisamente atteso considerando che il titolo non era mai arrivato, nemmeno in versione standard, sulle console di casa Microsoft.
Ovviamente non potevamo lasciarci scappare l’occasione di rigiocare l’IP creata da Kojima. Questa dunque la recensione dedicata a Death Stranding: Director’s Cut; vi auguriamo una buona lettura.
Nota: La versione provata è quella Xbox Series S.
Di nuovo in viaggio
Era il 2019 quando Kojima pubblicò in esclusiva PS4 Death Stranding, una ip completamente inedita che, sotto certi aspetti, ha rinnovato ed innovato il medium videoludico come solo l’artista giapponese poteva fare.
Attenzione però: non ci troviamo di fronte ad un capolavoro assoluto al pari di Metal Gear Solid. Death Stranding è un gioco che ancora oggi divide il pubblico. Non vi sono mezze misure: una volta provato lo amerete o lo odierete.
Questo perché il gameplay creato da Kojima ci porterà molto spesso a ripetere determinate azioni, portando alcuni giocatori ad annoiarsi. Insomma un gioco che non potrà mai essere apprezzato da tutti ma che rimane oggettivamente geniale sotto molti aspetti.
In ogni caso la storia di questa Director’s Cut rimane ovviamente la stessa. Ci troveremo ancora una volta nei panni di Sam Porter Bridges, al quale verrà dato il compito di riunire la rete chirale degli ex Stati Uniti d’America.
I pochi sopravvissuti di questo mondo post-apocalittico sono infatti rimasti isolati e non hanno più contatti fra loro. Ovviamente saremo accompagnati dal nostro BB, il quale è in grado di identificare le CA, creature sovra naturali collegate al nostro mondo tramite un cordone ombelicale.
Ma non finisce qui perché durante il suo viaggio Sam dovrà vedersela anche con i Muli, ex corrieri che sono stati corrotti da quella che era la loro professione originale: consegnare pacchi.
Sebbene lo scopo finale sia quello di riunire l’America, Sam dovrà anche trovare sia sorella Amelie, scomparsa dopo aver tentato lei stessa nell’impresa.
Anche se dal punto di vista narrativo non vi sono differenze, chi ha già giocato la versione standard potrebbe trovare giovamento nel provare nuove missioni del tutto inedite, che vanno ad aggiungere ulteriori contenuti. I giocatori Xbox che, per ovvia ragione non hanno mai potuto provare Death Stranding troveranno invece un comparto narrativo da capogiro, con cutscene registicamente superbe che riescono ad intrattenere ai livelli di un film.
Il tutto è condito dalla presenza di cameo di un certo spessore che renderanno la recitazione dei personaggi davvero fuori di testa.
Non esageriamo dicendo che in alcuni casi vi dimenticherete di star videogiocando.
Simulatore di Pacchi
Death Stranding è stato spesso additato come un “simulatore di pacchi“. In effetti le missioni del gioco prevedono di arrivare da un punto A ad un punto B per consegnare…pacchi.
Ciò che stupisce è però il modo in cui tale compito può essere svolto, oltre all’ottimo sistema di progressione. Ci troveremo a compiere compiti via via più difficili e complicati sbloccando equipaggiamenti sempre più performanti.
In altre parole, non proveremo mai un senso di vera frustrazione perché le capacità di Sam cresceranno di volta in volta. Anche se abbiamo spolpato il gameplay di Death Stranding nella recensione originale, è giusto dare alcuni riferimenti per comprendere a pieno il genio di Kojima.
Per raggiungere le varie zone Sam si troverà ad affrontare montagne, fiumi, terreni sconnessi, zone rocciose e molto altro ancora. Alla base di tutto troviamo quindi un sistema di equilibrio, che dipenderà dalla quantità di pacchi che avremo addosso. Fortunatamente, nel corso dell’avventura potremo sbloccare una serie di accessori per agevolare il nostro compito.
Oltre a poter indossare un esoscheletro per facilitare i movimenti, potremo anche usare scale e corde per raggiungere punti altrimenti inaccessibili. Nelle fasi più avanzate potremo costruire ponti o usare veicoli che faciliteranno di molto il nostro cammino, senza tuttavia renderlo accessibile al 100%.
Avanzando con la storia andremo quindi a costruire collegamenti artificiali che in caso di backtracking faciliteranno di molto i nostri spostamenti, rendendo tangibile la crescita del personaggio.
La cosa più interessante riguarda però la presenza di un multiplayer asimmetrico. In altre parole, le nostre costruzioni potranno essere utilizzate dagli altri giocatori, i quali potranno ringraziarci con un “mi piace“. Tale costrutto darà sempre la sensazione di essere legati ad altre persone virtuali, senza tuttavia poterle vedere realmente.
Un concetto che sposa in pieno il messaggio che il buon Kojima vuole trasmettere con la trama del gioco.
Il tutto comunque non si limita a quanto appena scritto considerando che in Death Stranding avremo a che fare anche con fasi stealth e gunplay. Nel primo caso dovremo muoverci con molta cautela per non incappare contro le CA mentre nel secondo dovremo vedercela con i sopra citati Muli, i quali faranno di tutto per rubare i nostri pacchi.
A distanza di cinque anni dobbiamo ammettere che le sparatorie contro i Muli rimangono ancora la parte più debole e noiosa del gioco nonostante le aggiunte della Director’s Cut ( che approfondiremo nel prossimo paragrafo.
Un Kit del tutto inedito
Il vantaggio del giocare alla Director’s Cut riguarda l’aggiunta di nuovi equipaggiamenti e contenuti che vanno a migliorare l’intera esperienza di gioco.
Sam può ad esempio indossare un paio di guanti con cui prendere a pugni gli avversari o per facilitare le scalate durante le esplorazioni. Oltre a ciò l’uomo può anche lanciare calci volanti e ginocchiate così da rendere gli scontri con i Muli più dinamici.
Sempre da usare contro i Muli viene in nostro aiuto il Fucile Maser, arma in grado di lanciare armi elettriche per stordire nemici e disattivare veicoli. Un’arma davvero utile che però non avrà alcun effetto contro le CA (vulnerabili alle sole armi che sfruttano il sangue di Sam).
Per quanto riguarda la stabilità di Sam segnaliamo la presenza del Support Skeleton, un nuovo esoscheletro che permette di trasportare un grosso peso mantenendo comunque una buona velocità. Oltre a ciò potremo anche costruire un robot da viaggio che ci aiuterà a trasportare i pacchi.
La Director’s Cut comprende inoltre nuove strutture, tra cui una catapulta di merci e una rampa di lancio per compiere incredibili salti con i veicoli.
Se pensate che i nuovi accessori vadano a rendere il gameplay più facile vi state sbagliando. Tutte le aggiunte si adattano alla perfezione allo stile di gioco concepito rendendo l’esperienza di gioco meno frustrante e sicuramente più appagante.
A terminare le novità di questa versione speciale troviamo l’aggiunta di un poligono di tiro, di una pista in cui poter mettere alla prova la nostra abilità di guida, un nuovo veicolo e tanti nuovi accessori per personalizzare Sam e il suo equipaggiamento.
Non mancano ovviamente le nuove missioni a cui facevamo riferimento a inizio recensione, ambientate in zone completamente inedite e mai esplorate nella versione originale del gioco.
Come gira su Xbox Series X/S?
Già all’epoca di PS4 Death Stranding era una gioia per gli occhi. Con la versione Xbox Series X/S e prima con quelle PS5 e PC gli sviluppatori non hanno potuto che migliorare ulteriormente la resa grafica spremendo al massimo il Decima Engine preso in prestito dai colleghi di Guerrilla Games.
Durante la nostra prova il titolo ha girato a 60 fps stabili, senza registrare alcun calo o rallentamento di sorta. Tra l’altro potremo optare per la modalità qualità o per quella performance. In entrambi i casi il titolo girerà a 60 fps ma con risoluzione diversa: 1440p (Series S) e 2160p (Series S) per la modalità qualità e 1080p (Series S) e 1800p (Series X) per quella performance. Ambientazioni e illuminazione trasmettono ancora una volta un colpo d’occhio incredibile.
Stessa cosa dicasi per le animazioni di Sam durante il gameplay. I movimenti del protagonista trasmettono un senso di realismo davvero superlativo amplificando il senso di stanchezza e la difficoltà nel compiere ogni singolo passo.
Ovviamente non possiamo non menzionare l’ottimo comparto sonoro, caratterizzato da una soundtrack da capogiro, e l’altrettanto ottima regia del sempreverde Kojima. Punti di forza che a dire il vero già caratterizzavano la versione originale e che in questa Director’s Cut sono state riproposte in grande rispolvero.
Insomma, l’esperienza su Xbox Series X/S risulta ben ottimizzata e non possiamo che essere soddisfatti di questo.
Ringraziamo 505 Games per il codice review fornitoci.
Riassunto
Riassunto
La versione Xbox di Death Stranding Director's Cut rappresenta un'ottima occasione per tutti i giocatori Microsoft che non avevano mai potuto mettere le mani sull'ultima creazione di Kojima. Ad oggi Death Stranding rimane un gioco superlativo e caratterizzato da un gameplay unico nel suo genere. Nonostante ciò ci troviamo ancora oggi di fronte ad un gioco che divide la community videoludica senza mezze misure: se non vi è piaciuto inizialmente non lo farà nemmeno questa volta. Nel complesso, comunque, il porting su Xbox Series X/S è stato ottimizzato a dovere, come del resto era già stato fatto su PS5.
Pro
Ancora oggi un gioco artisticamente superlativo Gameplay geniale... I giocatori Xbox possono contare fin da subito sui contenuti della Director's CutContro
...anche se chi non lo ha amato la prima volta continuerà a non farlo Nulla di nuovo rispetto alla versione PS5- Concept & Trama9
- Gameplay8.5
- Comparto Artistico9.5
- Comparto Tecnico9
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