La scorsa settimana abbiamo avuto il primo assaggio di Destiny 2, con un reveal trailer che ci ha mostrato ben poco di quello che sarà il gioco. Nessuna informazione sui mondi esplorabili, neppure uno straccio di gameplay, limitandosi solamente ad un comunque splendido filmato in CG che mostra ciò che Destiny 2 racconterà. Una storia di vendetta ma soprattutto di speranza, la stessa che io ripongo in questo potenzialmente mastodontico titolo, dopo che la sua prima incarnazione non ha avuto in me gli effetti sperati.
Lungi da me dal considerare Destiny un prodotto fallito e fallimentare, anzi. L’idea di Bungie dietro a questa serie è qualcosa di incredibile e che potrebbe non solo andare avanti per decenni ma anche continuare a fruttare sonante denaro nelle tasche di sviluppatori e produttori, a patto di mantenere alto il livello qualitativo. Un universo gigantesco e sconfinato che basa tutto il suo potenziale sulla cooperazione e sull’affiatamento tra i giocatori, fenomeno che col tempo è divenuto di massa prima di decadere in un inevitabile declino vista una strategia non proprio ottimale da parte di Bungie. O meglio, togliamo del tutto la parola ottimale e guardiamoci in faccia con sincerità: periodi come l’intero Anno 2 (o quasi) sono stati una enorme fregatura per tutti gli utenti che si aspettavano un gioco vivo e continuamente supportato, lezione che perlomeno Bungie sembra aver capito vedendo come stanno andando le cose con il buon Anno 3. E proprio da qui gli sviluppatori devono, per il mio modestissimo parere, ripartire per pensare al secondo capitolo del franchise.
Devo essere completamente sincero, prima di proseguire: non sono stato, sin da subito, un estimatore totale di Destiny. Mosso da un hype incredibilmente alto per questo titolo, pompato all’inverosimile da Activision e media di ogni dove, la, chiamiamola così, versione di base del gioco mi aveva deluso. Non tanto dal punto di vista della realizzazione artistica e tecnica, che seppur non all’avanguardia su tutti i fronti lasciava comunque a bocca aperta per ciò che Bungie aveva creato. No, i problemi per quanto mi riguarda erano ben altri: una storia che finisce sul più bello senza rivelare niente, numerose razze aliene poco o addirittura mai sfruttate, numerosi problemi al Crogiolo, un sistema di ricompense che, ancora oggi, mi riserva più bestemmie fragorose che soddisfazioni calorose. Eppure le basi c’erano tutte, e si sono dimostrate affidabili con i vari mesi successivi al lancio con l’arrivo di Crota prima e di Oryx dopo (e sì dai, anche il Casato dei Lupi). Dopo aver ucciso il Re dei Corrotti, però, qualcosa si spezza dentro di me e nei meccanismi di Destiny. Forse la colpa è da attribuire alla noia, dopo aver portato a termine più e più volte le solite missioni? Forse è colpa di Bungie, letteralmente scomparsa per quasi un anno dopo il lancio di The Taken King? Quel che è certo è che con Destiny 2 valuterò molto attentamente il da farsi, prima di gettarmi a capofitto su un gioco solamente per essere stato catturato dal mostro dell’hype. Ma Destiny 2, con queste premesse, già può intrigare anche i migliori detrattori.
Con il reveal trailer, che potete rivedere anche poco sopra, abbiamo avuto un assaggio della storia che ci accompagnerà nella campagna principale del gioco. I Cabal, totalmente oscurati dai vari Corrotti, tecnosimbionti e mostri dell’Alveare vari nel corso degli anni, sotto la guida della Legione Rossa di Ghaul hanno assaltato la Torre e la Cittadella, schiacciando i Guardiani e ricordando a tutta la galassia un concetto ben preciso: l’Impero è più in forma che mai. Una premessa che, unita al discorso di Zavala e dello scanzonato Cayde-6 verso gli ultimi Guardiani sopravvissuti alla sanguinosa battaglia, apre a tante nuove prospettive molto interessanti. Pianeti freschi freschi da esplorare, carismatici condottieri che sembrano già più presenti rispetto a prime. Quello che però esigiamo oltre ogni limite una storia molto più sviluppata e alla luce del giorno. Per carità, qualcuno può aver trovato gradevole il fatto di aver nascosto la famosa lore nelle carte del Grimorio, ottenibili in vari modi nel corso del gioco. Ma avere tra le mani un prodotto dalla sconfinata mitologia e della quale riusciamo a carpire pochissimo rispetto alle premesse, non è il massimo.
Sarà interessante anche capire come i Cabal siano riusciti a sconfiggere relativamente facilmente uno squadrone di Guardiani che solo poco tempo prima avevano sfidato Crota, Atheon, Oryx tra gli altri, veri e propri dei immortali e possenti condottieri che si ritenevano tra le più importanti personalità della galassia per ferocia e potenza. Spero che questo aspetto non venga liquidato tanto facilmente, ma so anche da più notizie dal mondo Bungie che la compagnia si è affidata a grandi sceneggiatori per costruire la storia del sequel, e questo fa ben sperare. L’obiettivo, comunque, sembra abbastanza chiaro. Cayde-6, Zavala e l’ultimo battaglione (tra cui anche Ikora Rei, anche lei nel trailer) devono trovare un modo per riuscire a respingere i Cabal e a riconquistare l’onore, e per farlo l’unico modo è richiamare all’ordine tutti i Guardiani rimasti sugli altri pianeti. Una premessa ottima e che spero venga ben sviluppata, coadiuvata da una struttura solida che prenda i pregi del primo Destiny mischiando una ventata di novità.
Perché non sognare molte più razze e poteri, ad esempio? Perché non sperare in battaglie spaziali, una delle richieste mosse sin dal lancio da parte della community? Perché ancora non puntare a Raid e Assalti più colossali e mutevoli nel tempo, magari non ai ritmi del primo titolo? Le componenti da migliorare, a dire il vero, sono parecchie. Un sistema di loot non particolarmente efficace a mio avviso, così come un PvP poco significativo e spesso “maltrattato” da server mal funzionanti e trucchetti di bassa lega utilizzati dai giocatori più vogliosi di farsi odiare, come l’indimenticabile lag switch delle Prove di Osiride ancora oggi incubo di molti team di Destiny. Eppure, anche solo da questo trailer di poco meno di 2 minuti, sembra che si respiri un’aria differente intorno al progetto, quasi come se Bungie, con l’attacco ai Guardiani che conoscevamo, volesse chiudere con il passato che conoscevamo. Una scommessa che mi intriga, dopotutto.
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