La fine del 2019 ci ha lasciati con la probabile caratteristica peculiare della nuova decade: il gaming in streaming. Da anni ormai ci siamo abituati a non possedere più un lettore DVD/Blu-ray perché attendiamo che i film escano su una piattaforma di streaming quale Netflix o Amazon Prime Video, e se il prossimo passo fosse quello di rinunciare completamente alle console?
Google e Microsoft hanno già iniziato a spianare la strada verso questa eventualità, infatti nel primo trimestre dello scorso anno l’azienda Californiana ha presentato Stadia un servizio per il gaming in remoto; in concomitanza Microsoft ha annunciato Project XCloud, non definendo però una data di rilascio al contrario del competitor che è sbarcato nelle case dei consumatori nel novembre 2019.
Oggi cosa intendiamo per Gaming in streaming?
Sicuramente la possibilità di giocare ad una vasta gamma di titoli per console ovunque ed in qualsiasi momento, con la opportunità di cambiare dispositivo senza dover perdere i nostri salvataggi. Questa è la mission che entrambi i servizi si pongono e per assolvere a tale compito si avvalgono delle gigantesche infrastrutture che le aziende madri posseggono. Il funzionamento di entrambe le piattaforme è analogo: Google e Microsoft dispongono una moltitudine di server dislocati in varie nazioni e gli utenti finali tramite le loro connessioni ad internet ed i loro abbonamenti accedono alle risorse computazionali per aver trasmesso sul proprio dispositivo il flusso di dati che corrisponde al gioco desiderato. È evidente che l’approccio a questo tipo di tecnologia è molto differente rispetto alla vecchia concezione di home console, l’hardware finale non è importante perché le risorse sono distribuite e l’elaborazione tocca solamente ai server, perciò chiunque abbia accesso ad una connessione adeguata (si parla di 25mbit/sec per il 1080p/60fps su Stadia e 10mbit/sec per il 720p/60fps su X Cloud) sarà nelle condizioni di usufruire dei servizi.
Google Stadia VS Project xCloud
Queste due piattaforme sembrano quasi la stessa cosa ma cercano di aumentare la propria utenza in maniere differenti, XCloud ad esempio si pone come servizio aggiuntivo di Game Pass puntando sulla fetta di mercato occupata dai dispositivi mobile in questo momento, e successivamente arriverà su quasi tutti i dispositivi in grado di collegarsi via wireless ad un controller xbox. Al contrario Stadia estende la sua sfera di influenza sia sui PC dotati di Chrome come browser sia alle TV dotate di chromecast ultra ma anche sui telefoni Pixel 3.
Anche la modalità di ottenimento dei giochi è differente perché su Stadia non è previsto un abbonamento per usufruire dei giochi in FHD che devono essere acquistati separatamente e qualora li si volesse giocare alla massima risoluzione possibile (upscalata non nativa) si dovrà acquistare un abbonamento supplementare al costo di 9,99€ al mese. Al contrario Project X Cloud propone una serie di titoli, al momento 53, tutti accessibili, pagando un unico tipo di abbonamento; tuttavia il servizio offerto dalla casa di Redmond non è ancora uscito dalla fase beta e sarà disponibile solo alla fine del 2020, quando in contemporanea uscirà la nuova Xbox Series X.
Non ho potuto saggiare con mano le differenze a livello pratico delle due nuove piattaforme ma, dalle notizie che mi pervengono, la qualità di entrambe sembra essere promettente, anche se rimane comunque presente una sensazione di input lag dovuta alla latenza della connessione che nei giochi dai ritmi più lenti quasi non viene percepita, mentre in altre tipologie deve essere assimilata. Il cloud gaming sarà la sfida del prossimo decennio, e probabilmente il servizio migliore decreterà la vincitrice della prossima generazione videoludica.
Per adesso è una corsa a due chissà se altri riusciranno a rimettersi al pari con le altre contendenti.
Articolo a cura di Gabriele Cascino
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