Sono oltre 30 i giochi indie presenti alla Milan Games Week 2016 e coordinati da AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani): tra vecchie conoscenze e nuovi arrivati, ho avuto modo di provare Dry Drowning, sviluppato dal fiorentino Studio Oneiros.
Dry Drowning mi ha subito incuriosito dalle parole di Giacomo Masi, Lead Game Designer e Screenplayer dello studio tutto italiano: il gioco è un punta e clicca basato sull’investigazione, dalle tinte fosche proprie di un thriller. Il setting è quello di un futuro distopico: siamo infatti nel 2066, in una città polis ricca di contrasti e lotte politiche, in cui le minacce e la violenza risultano padrone.
Ma c’è di più: in Dry Drowning vestiremo i panni di Mordred Foley, un investigatore privato dal passato oscuro e, proprio per questo, con molti nemici. Proprio partendo da questa figura, che non interpreta il “buono” in maniera classica bensì un personaggio senza scrupoli, si sviluppa tutta la singolarità del gioco: ben presto ci ritroveremo ad indagare su una serie di omicidi il cui filo comune risiede nelle tragedie greche. Questo tocco mitologico e classico si amalgama con le indagini, gli indizi e gli intrighi politici della città: i dialoghi tra i vari personaggi portano via via a galla tutta la verità (o la menzogna, celata dietro un’apparente verità) che può essere benissimo applicabile al mondo che stiamo vivendo.
Il punto di forza di Dry Drowning risiede sicuramente nella sua semplicità: un sistema d’indagine intuitivo e innovativo fa quasi da contrasto con la complessità della narrazione e delle azioni che seguiranno. Questo carattere è sviluppato appieno dal sistema di scelta che il giocatore deve affrontare in vari punti del gioco: il proseguimento della storia è quindi in mano al giocatore che, seppur parzialmente, decide le sorti dei personaggi e delle indagini. C’è da sottolineare, però, come le scelte siano state pensate appositamente per il personaggio di Foley, e rispecchiano quindi la sua personalità tenendo presente il torbido passato che ha alle spalle. Alla fine avremo quindi dei finali differenti tra loro, che però manterranno sempre quelle tinte oscure tipiche di un thriller e calate nella figura del protagonista.
Dry Drowning non è appesantito in maniera eccessiva: le indagini proseguono tramite l’analisi dei vari indizi, questo è certo, ma altri elementi utili ad approfondire il background dell’ambientazione e dei personaggi sono opzionali. Insomma, state tranquilli: niente wall of text obbligatori e necessari per la conclusione delle indagini! Nella demo che ho potuto provare, infatti, non ho incontrato grossi impedimenti alla narrazione: le informazioni raccolte nelle varie zone di gioco sono necessarie per concludere l’indagine, ma altri sbloccabili permettono semplicemente di approfondire la nostra conoscenza sulla città, sulle organizzazioni che la abitano e sulla mitologia dell’antica Grecia. Si tratta comunque di spunti interessanti che, a mio avviso, garantiscono una piena giocabilità arrivando a toccare ogni aspetto del setting di Dry Drowning.
La demo provata alla Games Week 2016 di Milano ha inoltre messo in rilievo il comparto musicale, creato appositamente per il titolo e che rispecchia la personalità oscura dell’investigatore. Lo stile grafico del gioco è unico nel suo genere e, proprio per questo, verrà migliorato specialmente nelle espressioni facciali dei personaggi: anche queste ultime, infatti, concorrono alla narrazione e fungono da supporto ai dialoghi.
Il contrasto tra verità e menzogna diventa un punto cruciale in Dry Drowning, e proprio a causa di ciò si rischia di annegare in un mondo corrotto e tenebroso in cui il potere diventa la chiave di ogni cosa.
Dry Drowning arriverà su PC a fine 2017 ma Studio Oneiros non scarta la possibilità di portare il titolo su mobile, sebbene al momento non ci sia nulla di confermato.
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