E siamo alla fine. L’E3 di Los Angeles, che comunque dovrà ancora vedere alcune mini-conferenze proposte da Nintendo e Square-Enix ma che saranno eventi abbastanza differenti dalle conferenze abituali, volge al termine, perlomeno per quanto riguarda il fattore spettacolarità. Un E3 molto altalenante in fatto di qualità, con giganti che hanno consolidato il loro primato con presentazioni da paura, e grandi protagonisti che invece hanno deluso le aspettative. Nel perfetto stile italiano del vincere o perdere, senza una via di mezzo, è dunque giunto il momento di una classifica secca dove vi elenchiamo vincitori e vinti di questa fiera di Los Angeles. Partendo, naturalmente, dalla conferenza che ci ha deluso di più.
ELECTRONIC ARTS E…LA DELUSIONE
Carne al fuoco ce n’era tanta. Electronic Arts aveva deciso di alienarsi dall’E3 vero e proprio e di creare un grande evento privato, EA Play, dunque le aspettative erano altissime, anche in termini di nuove IP, magari di quella stessa nuova IP che EA sta sviluppando e che sarà, come definito dagli sviluppatori stessi, l’antagonista di Assassin’s Creed. E invece, a fronte di un’ora di conferenza, ci chiediamo cosa ci abbia realmente lasciato la conferenza di Electronic Arts, più un’accozzaglia di trailer senza informazioni, senza gameplay e soprattutto senza novità. Perché se da una parte siamo rimasti strabiliati da Battlefield 1, dalle sue novità e dall’ora di gameplay (che è stata comunque fuori dalla conferenza, in una streaming a parte), è anche vero che i nuovi trailer di Titanfall 2 e FIFA 17, con la modalità The Journey, erano già stati pubblicati in giornata, diverse ore prima dell’inizio della conferenza. Il tanto atteso momento di Mass Effect: Andromeda si conclude in una sorta di nulla di fatto. Splendido trailer che mostra il Frostbite Engine (ormai una costante dei titoli EA), si attende un portentoso gameplay, e invece…”Nuove informazioni in autunno”.
Stesso spirito di incompiuto anche per i titoli dedicati a Star Wars. Ne arriveranno, come annunciato da EA, 3 entro il 2018, tra cui Battlefront II, un action adventure di Visceral Games e un altro titolo sviluppato da Respawn Entertainment, ma oltre ad un dietro le quinte dagli studi degli sviluppatori quello che abbiamo in mano è la stessa quantità di informazioni che avevamo prima della conferenza: nessuna. Un trailer interessante è invece stato quello dedicato a Fe, titolo indie parte del programma EA Originals, che merita sicuramente la nostra attenzione per le tinte che richiamano giochi come Journey. Un’ora di conferenza per EA, e come avrete letto e capito, il nulla. Chi si aspettava qualche sorpresa è rimasto completamente a bocca asciutta, chi si aspettava più gameplay torna a casa con l’amaro in bocca per non aver visto alcunché, ad esempio, di Titanfall 2, che arriverà a novembre e del quale non c’è stato uno straccio di gameplay mostrato. La conferenza, che si pone di fatto come la facciata principale, come il pretesto per mostrare tutto il proprio arsenale, è stata per EA un momento molto deludente, a differenza di quello che poi è stato EA Play nel quale i partecipanti hanno potuto provare diversi titoli. Ma ci si aspettava di più.
UBISOFT E…LO SHOW
Dopo una conferenza dedicata al PC Gaming (che non entrerà in classifica), è l’ora di Ubisoft, altra software house leader nel settore e che nel corso di questo e del prossimo anno rilascerà tanti titoli interessanti. Dal sequel di Watch Dogs, che ad un primo gameplay non ci ha a dire il vero entusiasmato più di tanto, al nuovo For Honor in arrivo nel 2017, passando per un South Park: The Fractured But Whole che è rimasto sul palco fin troppo nonostante la simpatia del titolo. Ubisoft ha incentrato la sua conferenza come un vero e proprio show nel quale ha spaziato anche sul cinema, vista l’uscita del film di Assassin’s Creed a fine anno e l’annuncio ufficiale del film di Watch Dogs in collaborazione con Sony. Piacevolmente sorpresi dai vari gameplay in live mostrati, come appunto For Honor del quale viene mandata in onda una missione della campagna principale a seguito di un trailer davvero spettacolare.
Molto sorpresi anche da Tom Clancy’s Ghost Recon: Wildlands, un titolo che merita ufficialmente l’attenzione di tutti, in quello che sembra il più riuscito titolo della serie per vastità, varietà e intensità. I ritmi sostenuti sono stati però sfortunatamente molto lenti, parliamo di circa 1 ora e mezza di conferenza nella quale i giochi mostrati realmente sono stati davvero pochi. E proprio quando ti aspetti il colpo a sorpresa, quando speri nell’annuncio di Beyond: Good & Evil 2 o di un nuovo Rayman, o del ritorno di Prince of Persia, arriva Steep. Un nuovo titolo, un simulatore di sport estremi montani (snowboard, parapendio, ecc.), tecnicamente interessante ma che rischierà di essere veramente troppo di nicchia, e che a parer nostro non avrebbe dovuto chiudere una conferenza di questa grandezza. Ubisoft ricade nello stesso errore di EA, restando ancorata completamente al già visto e al già conosciuto, e senza osare in qualcosa di differente. Peccato.
BETHESDA E…IL RITORNO AL PASSATO
Sapevamo che Bethesda non avrebbe deluso. Ogni volta che la SH partecipa all’E3, infatti, significa che qualcosa di grosso bolle in pentola, e la conferenza lo ha dimostrato ampiamente. Il ritorno in grande stile di Quake Champions (nuovo FPS arena che sembra distaccarsi molto dagli originali Quake), i nuovi DLC di Fallout 4 che promettono di mantenere i giocatori sul gioco ancora per tanto tempo, e The Elder Scrolls. Non il TES VI che tutti noi ci aspettavamo, purtroppo, quello è quasi certamente un discorso rinviato alla conferenza del prossimo anno (sempre se Bethesda parteciperà). Niente TES VI ma sì a TES V: Skyrim Special Edition, che tornerà in una nuova veste su PS4, Xbox One e PC, con anche l’aggiunta delle mod scaricabili e utilizzabili su console. E se non bastasse questo a placare la sete dei fan, ecco che arriva anche il gioco di carte The Elder Scrolls: Legends, tipologia di gioco che ormai sta prendendo sempre più piede come ha confermato Gwent alla conferenza Microsoft (spin-off del celebre The Witcher).
Accantonando l’idea di un possibile sequel di Wolfenstein o del chiacchierato The Evil Within 2, arriva invece un annuncio a sorpresa: Prey. Non si tratterà di un sequel del gioco di diversi anni fa, ma un vero e proprio reboot che sarà ambientato in un contesto fantascientifico e che ci ha fatto davvero piacere. Così come ci ha fatto piacere vedere una bella sequenza di Dishonored 2, sequel del titolo uscito nel 2011 su PS3, Xbox 360 e PC e riproposto lo scorso anno anche su current gen. Corvo è pronto a tornare in grande stile, e ciò che abbiamo visto ci ha lasciato davvero soddisfatti. A conti fatti, una considerazione. Quella di Bethesda è stata una discreta conferenza, la migliore tra le 3 software house impegnate all’E3, ma non ha raggiunto i livelli del 2015, quando a farla da padrone fu un certo Fallout 4. È mancata, in tutte le tre conferenze discusse, quella spettacoltrità, quell’aria di novità, anche quel cambiamento che ci si aspettava, e che è arrivato con le restanti due conferenze di cui vi parleremo. Perché, già ve lo anticipiamo, sia Microsoft che Sony hanno insegnato quest’anno come si fa una vera conferenza all’E3.
MICROSOFT E… SCORPIO
Calmi, placate gli animi. Già vi vedo prendere in mano la tastiera o il cellulare e digitare le parole “Microsoft ha vinto, non capite niente!!1!!11”. A nostro avviso la conferenza Microsoft è stata davvero imponente, ben realizzata e bella da vedere, ma Sony, come vedremo fra poco, ha dato davvero fondo a tutte le novità e ha mostrato uno spettacolo straordinario, forse la miglior conferenza del colosso giapponese mai vista all’E3. Restiamo però su Microsoft, che con una scenografia eccezionale ci da il benvenuto nella sua conferenza con un annuncio: Xbox One S. Lì per lì siamo rimasti abbastanza di sasso: una versione slim della console con più tera di memoria e il supporto al 4K…solo per i film e i contenuti multimediali. La questione si è risolta nel botto finale di Microsoft, l’annuncio ufficiale di Project Scorpio, in quella che è stata definita come la più potente console mai creata e che definirà probabilmente un ponte di collegamento tra Xbox One e la prossima generazione videoludica. Nel messo dei due annunci, che hanno rispettivamente aperto e chiuso l’evento, ci sono stati tanti giochi e tanti gameplay, a partire da Gears of War 4, la perla di Microsoft attesa per l’autunno. Non solo un gameplay spettacolare, ma anche un annuncio che si attendeva da tempo: Xbox Play Anywhere, ovvero tutte le esclusive Microsoft arriveranno (anche in cross-buy) sia su Xbox One che su PC Windows 10.
Tanto gameplay, dicevamo, ma anche tanti annunci. Forza Horizon 3 con una data di uscita (cosa a dire il vero abbastanza prevedibile visto il trend della serie), l’ufficialità di ReCore e del suo prezzo (40 € contro i preventivati classici 70), la strepitosa boss fight di Final Fantasy XV (con Square-Enix che per la prima volta sale sul palco Microsoft lasciando perdere Sony), il curiosissimo We Happy Few e il grande annuncio su Tekken 7, che arriverà all’inizio del 2017 anche su Xbox One e PC. Non finisce qui perché Microsoft spara altre cartucce: confermato Dead Rising 4 (purtroppo già trapelato nei giorni scorsi), così come Halo Wars 2 e così come Scalebound, del quale viene anche mostrato un ottimo gameplay. Una conferenza ricchissima di contenuti (mancavano all’appello alcuni titoli come Crackdown 3) e di spettacolo, che fino all’ultimo secondo è stata capace di intrattenere. Tra questa conferenza e quella di Bethesda, al terzo posto della nostra speciale classifica, c’è letteralmente un abisso qualitativo, tra una società che ha saputo dare un’immagine potentissima di sé e una serie di SH che invece non hanno rispettato le attese.
SONY E…I BOTTI
Un’orchestra apre la conferenza che a nostro avviso è non solo la migliore di questo E3, ma anche la migliore di Sony da molti anni a questa parte. Un’apertura inedita, e che sulle note di un componimento epico apre al primo botto: God of War, un sequel/reboot della serie ambientato in location nordiche e che vedrà protagonista un Kratos invecchiato e con un figlio da accudire e proteggere da tutte le creature mitologiche demoniache, tra le quali abbiamo intravisto anche un drago (o una viverna). Nei primi 15 minuti di conferenza accade di tutto: dal già citato God of War all’annuncio della nuova IP Days Gone (fin troppo simile a The Last of Us nell’ambientazione da quello che abbiamo visto), dall’annuncio che da oltre 10 anni aspettavamo, la data di uscita di The Last Guardian, fino ad un nuovo incredibile trailer di Detroit: Become Human con tanto di gameplay che mostra non solo lo splendore tecnico ma anche l’estrema possibilità di scelte che avremo all’interno della storia. Un inizio da paura, un ritmo incessante che non è stato interrotto neanche per un secondo, neppure durante lo spazio dedicato a PS VR che ha visto semplicemente una carrellata di titoli in arrivo senza troppe parole.
La parola chiave in casa Sony deve essere stata “stupire” in questo E3, e il colosso giapponese ci è riuscito, a dir poco. Un nuovo spettacolare gameplay di Horizon: Zero Dawn ha continuato la conferenza, insieme agli annunci di Resident Evil 7 e al grande ritorno di Crash Bandicoot, un’operazione importante e in collaborazione con Activision per il ritorno di uno dei personaggi più iconici di sempre nella storia di PlayStation. Lo spazio concesso anche a Hideo Kojima, da diversi mesi in contatto strettissimo con Sony, è l’ennesima prova della voglia di stupire, con la nuova IP Death Stranding che conferma il coinvolgimento di Norman Reedus nei panni del protagonista appena prima di una chiusura abbastanza brusca (forse l’annuncio di Scorpio ha fatto cambiare qualcosa nella scaletta della conferenza). Sony non aveva bisogno di confermare la propria line up e il proprio impegno, come invece ha fatto Microsoft che in questa generazione si è ritrovata a rincorrere la concorrenza. Il colosso giapponese si è invece permesso di tenere una conferenza a dir poco esagerata, povera di discorsi ma con tantissimi annunci di spessore, che però, e questa è la nota dolente, non hanno in molti casi una data di uscita, sintomo che l’attesa potrebbe essere ancora lunga. A livello di spettacolarità, dicevamo, non ci sono comunque dubbi: Microsoft più attuale, Sony più visionaria, e questo secondo noi ha fatto la differenza a livello qualitativo.
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