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Effetto Nostalgia | Speciale

Non è un bene restare eccessivamente ancorati al passato, a quel periodo della nostra vita, infanzia o adolescenza che sia, nel quale vivere era molto più spensierato. Tanta felicità, pochissime preoccupazioni se non quelle di arrivare a casa da scuola in tempo per vedere Dragon Ball e avere abbastanza merendine per occupare un’intera sessione pomeridiana di Medievil 2. La vita era perfetta, forse, ma è il passato, e dovrebbe essere qualcosa di completamente superato per ognuno di noi.

E invece no. L’effetto nostalgia, da anni ormai sulla cresta dell’onda e che ha fatto la fortuna di tante pagine social come ad esempio Ventenni che leggono la saga di Paperon dé Paperoni su Facebook, fa sempre parte della nostra vita. È insito dentro di noi, un sentimento del quale non riusciamo e neppure vogliamo fare a meno. Chi deve marcarci sopra e fare tanti bei soldini, alla facciaccia nostra, lo fa, e lo fa alla grande. Per i nostalgici come noi (e come voi, lo sappiamo) questo sembra davvero essere un momento d’oro, poiché tutto quello che ci circonda sembra puntare dritto verso un minimo comune denominatore: il passato.

Siamo tutti alla ricerca di quel magico e idealizzato mondo del nostro passato, al quale appartenevamo e al quale non vogliamo allontanarci. I cartoni animati erano migliori, i film erano migliori, i videogiochi erano migliori, i fumetti… Insomma, avete capito. Forse perché non riusciamo ad essere spensierati come un tempo, questo è vero, ma senza dubbio oggi risultiamo essere molto più critici verso qualsiasi cosa, quasi come fosse un dovere morale esserlo e che qualcuno ci pagasse per decantare ciò che non vi è più (e in effetti l’anime di Dragon Ball Super sembra essere nato per potersene lamentare, ma questo è un altro discorso). Al contrario, siamo proprio noi stessi a pagare qualcuno per farci sentire come un tempo. E sapete cosa vi dico? Non mi dispiace affatto, a patto ovviamente di mantenere un certo livello qualitativo e di non farlo tanto per raccimolare qualche dindino dai poveri malinconici.

uagna crash bandicoot

Le grandi multinazionali sembrano aver capito alla perfezione come accontentare i suoi fan di vecchia data e cercare allo stesso tempo di raccogliere qualche nuovo supporter nella marea gigantesca di persone che oggigiorno hanno a che fare con tutto ciò che è l’intrattenimento. Questo puntando tutto, e alla grande, sull’effetto nostalgia. Quella sensazione che, quasi a occhi chiusi, convince l’utente ad acquistare qualcosa, o a provarlo, o ancor di più a desiderarlo ardentemente, quasi fosse la prima volta che riusciamo a metterci gli occhi sopra. Poi le cose, si sa, vanno quasi sempre per il verso sbagliato. Secondo la nostra mente, che si mette in modalità Lamentela “On”, una cosa si poteva fare meglio, quella cosa era meglio nell’originale, questo non lo dovevano fare, e così via. Eppure siamo sempre lì, con la bava alla bocca non appena un Showtime qualsiasi ci annuncia una terza stagione di Twin Peaks a 25 anni dalla conclusione della seconda (madonna, l’hype).

Per sollazzare il nostro desiderio di infanzia, confinati nell’evocativa realtà che abbiamo immagazzinato all’interno della nostra mente, in questo momento ce n’è davvero per tutti i gusti. Basti pensare che Disney XD, in estate, rilancerà nientemeno che la serie animata DuckTales in una versione completamente nuova (ci sarà Paperino, ad esempio, presente solamente in 5 dei 100 episodi della serie originale) ma che ci ha già fatto salire un hype mostruoso. Effetto nostalgia, ragazzi. Effetto nostalgia. Quanto sarà splendido per noi, bambini e ragazzini degli anni ’80 e ’90, rivivere le magiche avventure di Zio Paperone alle ricerca di tesori perduti?

Ma pensate anche solamente all’argomento del quale parliamo maggiormente sul nostro magazine online, i videogiochi. Quante grandi operazioni di recupero di classici del passato stanno avvenendo in questi mesi e anni, e con un grande successo ancor prima di arrivare sul mercato. Pensate solamente a, restando in tema Disney, la nuova The Disney Afternoon Collection di Capcom, una raccolta di videogiochi arcade ispirati a indimenticabili cartoni animati dell’infanzia di molti di noi. O a uno dei titoli più attesi del 2017, Crash Bandicoot: N. Sane Trilogy, che riporterà finalmente il marsupiale arancione di Naughty Dog sui nostri schermi dopo anni e anni di delusioni e attesa. Le edizioni rimasterizzate, a mio avviso, dovrebbero servire proprio a questo: riportare in auge titoli del passato che non tutti hanno avuto modo di giocare.

La macchina che produce nostalgia sembra non volersi arrestare, e a noi sinceramente questo non dispiace. Operazioni commerciali come i vari live action in produzione presso Disney (La Bella e la Bestia, Aladdin, Dumbo, Il re leone) non fanno altro che far tornare alle mente grandi emozioni e soddisfazioni del passato, così come anche l’imminente Yooka-Laylee ispirato ai platform 3D degli anni ’90, il nuovo anime Guru Guru la cui prima incarnazione fece faville sempre in quel periodo, il recente ritorno dei protagonisti originali della serie Digimon Adventure. O il Nokia 3310, cavoli. Il Nokia 3310. Ancora oggi oggetto dei più disparati meme sul web, è un telefono cellulare che fece e ha fatto storia, e Nokia, sull’orlo di una situazione a dir poco problematica, decide di rilanciarlo ad un costo irrisorio e di far scendere una lacrimuccia ai più deboli di cuore.

A farne le spese, di tutto questo voler restare ancorati al passato, potrebbe essere effettivamente la creatività di tutti coloro che sono costretti ogni giorno a cercare nuovi metodi per accontentare un pubblico sempre più esigente. L’importante sarebbe proprio cercare e trovare dei punti in comune e di contatto tra i due mondi, che possano soddisfare tutti e allo stesso modo. Ma lo sappiamo, suvvia: l’uomo medio, e ancor di più l’italiano medio, deve lamentarsi di qualunque cosa. Da “Ma perché le monete da 1 centesimo non smettono di esistere? Mi occupano spazio inutilmente”, a “Eh ma Mass Effect: Andromeda ha una media di 78/100, ma allora potevate dirlo subito che lo lasciavo sullo scaffale e preordinavo Death Stranding che ho visto finora due trailer e mi sembra una bomba!”, fino alle profezie Nostradamus-style del tipo “Le generazioni di oggi sono tutte ripiene di falliti e non combineranno mai niente, il mondo andrà in rovina, le cavallette, gli asteroidi!”. Ho pure letto sul web commenti come “Steven Spielberg è sempre stato sopravvalutato!”. Sì, certo. Ora vai a prendere la medicina che è ora.

L’effetto nostalgia continua a manipolare le nostre menti (e i nostri portafogli), e sembra davvero che oggigiorno le grandi aziende abbiano capito la formula per farci contenti. In attesa di poter rivivere quei magici anni ’90, io mi sto già preparando per l’estate: salopette, sandali, cappellino con elica, Bull Boys, merendina Mr. Day dei Pokémon, succo di frutta all’albicocca, Crash Bandicoot in TV e nuova puntata di DuckTales. Aaaah, l’infanzia.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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