Nel 2022 avevamo iniziato la nostra recensione di Elden Ring con un aneddoto personale di chi scrive. Questo per far comprendere quanto un videogioco, inteso come avventura digitale e come forma di espressione artistica e narrativa, possa dare tanto a chi lo vive in prima persona, per motivi diversi.
L’open world di FromSoftware ci aveva lasciato estasiati e nostalgici sul finale e sull’ultimo trofeo guadagnato, quello di platino. Inutile dire che Elden Ring è un gioco magnifico per chi ama il genere e per chi vive di mondi fantastici, atmosfere dark e avversari da superare con determinazione.
Dalla casa di sviluppo nipponica, ci aspettiamo ormai davvero tantissimo.
Shadow of the Erdtree arriva a distanza di oltre due anni dall’uscita del gioco base, in un ecosistema di videogiocatori a dir poco esperti, armati fino ai denti e sicuri delle skills acquisite in centinaia e centinaia di ore di gioco. Non era facile soddisfarli.
Scopriamo insieme se FromSofware ci è riuscita in questa recensione, priva di spoiler, di Elden Ring: Shadow of the Erdtree.
Versione giocata: PlayStation 5
Ringraziamo Bandai Namco per il codice review
La Terra d’Ombra: una nuova mappa dagli incantevoli scenari
Delle terre occultate, di cui non si è mai parlato prima, ci attendono in questo lungo DLC. Il nostro Senzaluce deve ritrovare diversi Frammenti di mappa per avere il quadro completo della situazione, ma badate bene, ricostruire l’intero perimetro di ciò che Shadow of the Erdtree offre non è per niente semplice.
Questo è dovuto a un level design complesso, labirintico, verticale, talvolta a effetto “matrioska”: giungiamo in un posto, che però ne racchiude un altro, che però ci porterà da un’altra parte, se decidiamo di scendere, salire, scovare una via alternativa o una parete illusoria.
Tra ampie aree da attraversare a cavallo di Torrente e dungeon oscuri e claustrofobici, tra salti di tetto in tetto e discese negli abissi, la mappa di Shadow of the Erdtree condensa le dinamiche del gioco base dando vita a nuove soluzioni originali, per una densità di contenuti e di sorprese mai vista prima.
FromSoftware, è evidente, non si è limitata a “fare il compitino”, ma ha deciso di spingersi oltre, per ampliare la lore di Elden Ring e dare al giocatore nuove risposte e un rinnovato senso di scoperta. In questa creatività libera ed estrema (ah, Hidetaka Miyazaki, quanto ci hai abituati bene…), è impossibile non parlare della direzione artistica di Elden Ring: Shadow of the Erdtree. Cercheremo di non dilungarci troppo, fatto sta che questo videogioco è un quadro da qualsiasi direzione lo si guardi. Basta salire un promontorio e iniziare a ruotare la telecamera, la quantità di posti da visitare e di scenari dark-fantasy da ammirare è notevole. Senza contare il ciclo giorno-notte, il clima che cambia, l’utilizzo di diverse palette di colori per creare diverse atmosfere, la cura nelle animazioni, nelle musiche centellinate per dare al giocatore un indizio o un’emozione specifica.
Unica pecca: la possibilità di perdersi qualcosa o di dimenticarsi di un sentiero non esplorato, in una mappa così densa, è davvero alle stelle.
Elden Ring: Shadow of the Erdtree, sfida e questione difficoltà. Il nostro responso
Il DLC di Elden Ring non ha solo un bel faccino, ma anche dei muscoli da non sottovalutare. Si è parlato tanto del livello di sfida che questo DLC offre, tra giocatori in perenne crisi da “rage quit” a veterani che sostengono di poter battere il boss finale senza evocazioni e con una mano legata dietro la schiena.
Come abbiamo scritto più volte su Uagna.it, Elden Ring, in generale, non è per tutti. È un videogioco straordinario per tanti, ma appartiene comunque a un genere che deve finire tra le mani della nicchia (piuttosto ampia, peraltro) di giocatori che sono disposti a dedicarsi all’opera con convinzione, esplorando minuziosamente, sperimentando qualsiasi strumento a propria disposizione e, soprattutto, riponendo completa fiducia nel proprio processo di apprendimento. Anche il boss più ostico può essere battuto grazie al trial and error: sbagliamo, studiamo, impariamo, riproviamo, vinciamo.
Questo è il cuore di Elden Ring e dei giochi FromSoftware, come anche sottolineato da Hidetaka Miyazaki in più di una occasione.
Per quanto ci riguarda, è scorretto definire Shadow of the Erdtree un’espansione “facile”. È sicuramente pensata per dare anche ai veterani nuove sfide, grazie a un numero considerevole di boss e mini boss tutti diversi, aree che pullulano di nemici, veleno, marcescenza, Golem della Fornace e via discorrendo.
Non è nemmeno corretto dire che Shadow of the Erdtree è “unfair” nelle sue dinamiche: alcuni nemici infliggono decisamente troppi danni, ma ancora una volta il nostro Senzaluce ha la possibilità di non bloccarsi mai davanti a una sfida. Basta esplorare, trovare nuovi Frammenti d’Albero d’ombra per potenziare le proprie statistiche nel DLC, prendere familiarità con nuove armi e incantesimi, mixare lacrime nel Balsamo, aumentare il livello del proprio personaggio. Insomma, Shadow of the Erdtree è cattivo, ma di quel genere di cattivi che fanno sorridere l’eroe in modo arguto: “ho capito che tipo sei, ma tornerò e ti batterò”, questo è il pensiero, è lo spirito giusto.
All’uscita di Elden Ring: Shadow of the Erdtree, il DLC presentava una build definita “buggata” da FromSoftware stessa, ed effettivamente si trattava di un mix a dir poco letale per qualsiasi boss ci si ritrovasse davanti, figuriamoci per i nemici base. Ora sappiate che questa build resta una divertentissima arma a nostro vantaggio, pur non tri-shottando i boss come in passato a causa di una patch post-lancio.
Esistono davvero tante nuove armi, ceneri, talismani ed equipaggiamenti in Shadow of the Erdtree, da poter passare ore a sperimentare, cambiando del tutto l’estetica del personaggio e il nostro stile di combattimento. Nulla è obbligatorio, libertà più assoluta, anche se ovviamente certe soluzioni rendono la vita più semplice rispetto ad altre. Per questo a Elden Ring non serve la “modalità facile” che alcuni chiedono a gran voce: dipende tutto da cosa si decide di utilizzare.
Ciascun boss sembra studiato per spingerci oltre, per portarci a sperimentare con tutte le novità che abbiamo guadagnato nella Terra d’Ombra occultata da Marika. Questo è l’approccio di uno sviluppatore che ha piena fiducia nella propria community… e che community!
Un aspetto che ci ha colpito positivamente in queste due settimane di gioco matto e disperatissimo (sì, prima di scrivere questa recensione abbiamo a dir poco spolpato il DLC) è la fitta rete di interazioni tra Senzaluce di tutto il mondo: online e offline, si parla di Shadow of the Erdtree tra amici, colleghi, tra conoscenti sui mezzi, tra famigliari, su internet, nei gruppi social. Tutti affrontano il loro viaggio unico e inimitabile, eppure tutti sono entusiasti di raccontare e di dare consigli. Questa è la prova tangibile di quanto Elden Ring continui a essere un gioco divertente e appassionante, estremismi e fanatismi a parte.
Elden Ring: Shadow of the Erdtree. Contenuti, novità e aspetti tecnici
Come dicevamo, il DLC di Elden Ring è un’espansione che necessita di almeno una cinquantina di ore, nella quale quasi tutto è opzionale, eppure è un peccato lasciarsi indietro qualcosa.
Ci sono tanti nuovi NPC, peccato però che anche questa volta sia un po’ difficile seguirne le orme senza andare a casaccio (ma per questo, ci sono le nostre guide…). Oltre alla mappa estesa e verticale, siamo rimasti piacevolmente sorpresi da alcuni dungeon in particolare, che espandono la lore del gioco e presentano qualche novità inattesa in termini di level design e ambientazione. I legacy dungeon, invece, riprendono in piccolo le caratteristiche di Leyndell e affini, tra scalinate, scantinati, tetti, zone allagate e arene.
Non mancano i segreti, tra muri e strade invisibili e aree nascoste da cammini tortuosi, gesture e interazioni.
Abbiamo riscontrato un solo bug durante una boss fight chiave che, tuttavia, non si è ripetuto. Restano comunque i problemi tecnici del gioco base, tra cali di framerate, pop-up e una telecamera che, come da tradizione, non sempre collabora.
Nonostante questo e alcuni dubbi riguardanti il bilanciamento, Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un prodotto che dimostra la maturità della casa di sviluppo nipponica, che sa destreggiarsi tra novità e tradizione senza ripetersi, ampliando sempre i propri orizzonti. Insomma, se vi è piaciuto Elden Ring non possiamo che consigliarvi di buttarvici a capofitto.
In marcia, Senzaluce!
Riassunto
Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione densa di contenuti, bellissima dal punto di vista estetico e sorprendente per quanto riguarda le novità che offre in termini di ambientazioni, lore, NPC, nemici, build ed equipaggiamenti. Quasi nulla è obbligatorio, come da tradizione, eppure è un peccato lasciarsi indietro qualcosa. Il livello di sfida è evidente, pensato per quei videogiocatori che hanno apprezzato il gioco base, eppure nulla è ingiusto o impossibile, se si utilizzano gli strumenti disponibili. Non c’è nessuna onta, nessun “cheat” nello sfruttare una build piuttosto che un’altra: l’importante è divertirsi e superare i propri limiti, in una avventura che è ancora una volta diversa per ogni Senzaluce, eppure accomuna tutti. Viaggiare sotto i rami oscuri, grondanti oro dell’Albero d’Ombra è un’emozione da non perdersi assolutamente.
Pro
Direzione artistica fenomenale Mappa ampia, densa di contenuti Tante novità tra boss, armi, equipaggiamenti e NPCContro
Qualche pecca tecnica e di bilanciamento Prima o poi finisce- Concept e Trama9
- Gameplay9.5
- Comparto artistico10
- Comparto tecnico8.5
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