“È con sommo rammarico che Sony annuncia la dipartita di PlayStation 3. L’amata console si è spenta in Giappone lo scorso 17 marzo, dopo oltre 11 anni di servizio e una lunghissima lista di grandi capolavori.”
Sembrava solamente un rumor, una pura e semplice indiscrezione dalla terra del Sol Levante, e invece nella mattina del 17 marzo (mattina in Europa, sia chiaro) l’inattesa e nefasta notizia è divenuta realtà: Sony ha deciso di chiudere la produzione di PlayStation 3, decisione che diventerà definitiva non appena verranno ultimati gli ultimi modelli. Le ultime unità ancora in vendita sono ora dunque in possesso dei negozi, e quando quelle saranno terminate tutto quello che resterà sarà solamente il ricordo di una console che, per vari motivi, non ha mai raccolto quel successo che sperava (e si meritava). Lanciata nel 2006, PS3 ha piazzato sino ad oggi 86 milioni di unità. Un numero da capogiro, se ci pensate, e proprio per questo non osiamo immaginare come sarebbero andate le cose se la console avesse ingranato sin da subito e aiutata da una line up che pochi, nella storia videoludica, possono vantare. Una lista quasi infinita di grandissimi titoli e splendidi capolavori, che resteranno per sempre nell’immaginario collettivo.
DISASTRO INIZIALE
I più vecchietti (eccomi) ricorderanno sicuramente il primo annuncio di PlayStation 3, avvenuto nel 2005 dopo che Microsoft aveva già svelato al mondo la sua nuova Xbox 360. Un prodigio, un tripudio di tecnologia, con immagini di gioco che facevano letteralmente cadere le mascelle e strabuzzare gli occhi per il fotorealismo che trasmettevano, con un upgrade rispetto alla generazione precedente che si dimostrava davvero ai limiti dell’incredulità. Sony viene colta di sorpresa, e infatti PS3 subirà un pessimo inizio anche a causa del disastro commerciale causato dalla strategia dei giapponesi. Al pari del marketing distruttivo di Xbox One nel suo annuncio iniziale, i responsabili Sony si ritrovarono a dover gestire una pessima situazione quando, nel novembre del 2006, anche PS3 divenne disponibile sul mercato: un prezzo esorbitante rispetto alla concorrenza già forte di suo, un appeal mai così basso per il marchio PlayStation, e un hardware dai costi esagerati.
Cercando di spingere la ricerca tecnologica ad un livello successivo, Sony fu infatti protagonista di uno dei più grandi fiaschi di sempre, il processore centrale CELL. Attenzione però, non fraintendete: l’insuccesso del CELL non fu da attribuire alla sua resa e potenza, messe in risalto da case come Naughty Dog che negli anni affinarono la tecnica. La debacle del CELL fu piuttosto legata al suo “rapporto” con le terze parti, mai veramente in grado di sfruttarlo a dovere e spesso in grande crisi quando si trattava di dover sviluppare giochi che sarebbero arrivati su Xbox 360, PC e proprio PS3.
Mentre i primi due condividevano un’architettura piuttosto similare, uno dei grandi pregi della console Microsoft, PlayStation 3 era un altro mondo per gli sviluppatori, quasi alieno e tutto da scoprire. Anche per questo, e soprattutto per questo, le esclusive Sony saranno anche quelle che realmente riusciranno a sfruttare pienamente il suo potenziale. Ma nel confronto dei multipiattaforma, PS3 era quasi sempre in svantaggio.
I numeri finali dell’agguerrito confronto tra Sony e Microsoft (tralasciamo Wii, un caso completamente a parte in quella generazione) testimonieranno una perfetta parità, con entrambi gli hardware capaci di catturare l’attenzione di 86 milioni di utenti a testa. Ma la partenza del monolite nero, lanciato nella sua prima versione con una forma a dir poco curiosa, è stata problematica oltre ogni previsione.
600$ era il costo di vendita, 840$ quello di produzione della console, 400$ quello della concorrenza. Capirete ovviamente che Sony non avrebbe potuto vendere in perdita di oltre 400 dollari, ma il confronto con la rivale Xbox 360 fu impietoso, e il lancio di PS3 infruttuoso. Fortunatamente a noi queste cose, più di tanto, non interessano. Potenza, processori, fps, risoluzione, sappiamo tutti benissimo quale sia la cosa più importante che vogliamo da un hardware: i giochi. E quelli di PlayStation 3 e di quell’intera generazione sono stati davvero incredibili.
EREDITÀ
Oltre ai vari aggiornamenti hardware (PS3 Fat, PS3 Slim e la bruttissima PS3 Superslim) e a caratteristiche mai realmente sfruttate (in quanti giochi il Sixaxis di Dualshock 3 è stato utile?), Sony si preoccupava di far tornare in voga il nome PS3 grazie ai software, e difatti sul monolite nero arriveranno negli anni successivi al lancio esclusive di grandissimo livello. I cagnacci di Naughty Dog, abbandonate le soleggiate spiagge (e i viaggi nel tempo) di Jak & Dexter, daranno vita grazie a PS3 ad una delle serie più apprezzate di sempre, Uncharted. Anche Sucker Punch, forte della buona trilogia del ladro Sly Cooper e dell’importante nome che si era costruita, si lancia su un brand completamente nuovo, inFamous, open world action che contribuirà a far crescere sempre di più l’interesse del pubblico verso questo genere oggi dominante.
I ragazzi di Insominac Games, invece, puntarono sia sulla novità, con Resistance, sia sull’usato sicuro da PlayStation 2 ma portandolo ad un livello successivo: la trilogia di Ratchet & Clank Future ne è l’esempio, e il terzo capitolo, A spasso nel tempo, è ancora oggi uno dei migliori della serie dal punto di vista contenutistico e visivo. Spremuto, forse anche fin troppo, il franchise più celebre dei Santa Monica Studio: God of War III fu l’epica e giusta conclusione di una serie entrata nella storia.
Fare una lista completa dei giochi usciti su PlayStation 3, tra first, second e third party, è una notevole impresa, e questo a testimonianza del fatto che sulla console inizialmente tanto bistrattata dal pubblico di Sony il materiale è veramente di altissimo livello. A parte alcuni prevedibili flop, come l’inesistente interazione con PlayStation Vita (che è stata anche oggetto di accuse e cause legali contro il colosso giapponese per pubblicità ingannevole), un Kratos mai così inefficace come nello poco ispirato God of War: Ascension, la mancata uscita di titoli già annunciati come The Last Guardian e Final Fantasy Versus XIII, e PlayStation Move (che boh, carino sì, ma qualcuno l’ha mai usato sul serio? Qualcuno ne sentiva realmente il bisogno?), se un qualsiasi giocatore decidesse di acquistare oggi una PS3 per la prima volta avrebbe tra le sue mani un hardware con centinaia di giochi da giocare assolutamente. Le “ninjesche” (ma esiste come parola?) atmosfere di Heavenly Sword, la creatività infinita di Little Big Planet, le multistorie di David Cage e dei suoi Heavy Rain e Beyond: Due anime, la guerra dei mondi di Killzone, il cartoonesco fantasy Ni No Kuni, l’eredità di Hideo Kojima Metal Gear Solid 4: Guns of the Patriots.
Con il boom del digital delivery e degli indie, poi, PlayStation 3 (e anche le altre piattaforme, ovviamente) vide arricchirsi a dismisura il suo bagaglio culturale e videoludico, con vere e inaspettate perle che ancora oggi fanno parlare di sé come Journey, Echrochrome, Fat Princess, o Resogun. Insieme poi a multipiattaforma dalla bellezza indiscutibile (GTA IV, Red Dead Redemption, Tomb Raider, Mass Effect 2 e 3, Devil May Cry 4, Metro: Last Light, i vari BioShock, brand affermati come Call of Duty e Battlefield, Borderlands, Rayman Origins, Far Cry 3, Dark Souls, Dead Space, Batman Arkham, e questo solo per citare i primi che ci vengono in mente), su PS3 nasce anche la fruttuosa moda delle remastered in HD.
Pratica già in vigore da molti anni, certo, ma che con la generazione scorsa, e con grande contributo di Sony, inizia ad avere grande rilievo nell’economia globale dei videogiochi. Capolavori come le trilogie classiche di Jak & Dexter, Ratchet & Clank e Sly vengono riproposte per i nuovi arrivati, così come anche i primi God of War, la serie Kingdom Hearts nella sua interezza, il primo Killzone, Wipeout, Final Fantasy X/X-2, ICO & Shadow of the Colossus. A fare le spese di questa nuova politica fu, purtroppo, la retrocompatibilità. Inserita inizialmente nei primi modelli, Sony decise di abbandonarla dopo pochi mesi, forse per ridurre i costi esagerati dell’hardware che già era venduto in perdita e in più non stava andando affatto bene.
UN GRANDIOSO ADDIO
Nel 2013, ultimo anno al top per PlayStation 3 visto l’imminente arrivo a fine anno di PS4, la console Sony sparò le sue ultime, straordinarie cartucce. Due, in particolare, i titoli che fecero sfracelli di critica, pubblico e vendite. Grand Theft Auto V di Rockstar Games, il gioco ancora oggi più venduto di sempre su PS3 e che a oltre 3 anni dall’uscita continua a raccogliere sonante denaro per i creatori della serie dopo il suo approdo su next-gen e PC. La seconda freccia nella faretra di Sony si rivelò invece essere una nuova IP, un gioco che all’unanimità viene riconosciuto come una delle più significative, intense e straordinarie esperienze videoludiche di sempre: The Last of Us. L’entusiasmo per il suo sequel, atteso nei prossimi anni, è più che giustificato. Il gioco dei Naughty Dog permise a PlayStation 3 di dimostrare pienamente tutto il suo valore, aggiungendosi alla già folta schiera di giochi che tutti, prima o poi, dovrebbero provare.
PlayStation 3 non volle rivoluzionare il gaming, se non forse puntando a farlo “in corsa”. Xbox 360 e la console Sony cercarono invece di mantenere un classico approccio e combattere puramente sul fronte della potenza e della risoluzione, senza andare a stravolgere quella formula che aveva funzionato già per le passate esperienze. Quel compito spettò invece a Wii, che si differenziò nettamente dalle due rivali proponendo un’offerta agli antipodi e che funzionò con enorme successo sul pubblico dei casual gamers e delle famiglie, capace di riunire tutti in una stanza e di pensare al giocatore come un elemento interattivo del videogioco stesso.
Pur senza fare questi clamorosi stravolgimenti, la storia di PS3 fu costellata, come vi abbiamo ricordato più volte nel corso di questo breve speciale, di tante pagine da ricordare (e anche alcune da dimenticare). La nascita del PlayStation Store, l’esperimento PlayStation Home, l’esplosione del servizio PlayStation Plus che diede una grande spinta alla console, senza dimenticare gravi fatti come l’attacco hacker che nel 2011 costrinse Sony a chiudere tutto per quasi 3 mesi e ricostruire da capo un PSN più sicuro.
Tutto questo pastrocchio di informazioni per dire cosa, alla fine? Nulla di più che “Grazie”. Grazie a Sony per questo gioiellino tecnologico che fu PS3, che col senno di poi poteva essere pensato leggermente meglio. Grazie alle software house, che nel corso di questi 11 anni ci hanno consegnato tra le mani alcune esperienze indimenticabili e di fortissimi significato emotivo per molti di noi. Grazie a tutti coloro, insomma, che hanno deciso di supportare (e sopportare) PlayStation 3 sin dalla sua nascita. E sì dai, grazie anche agli hacker, che perlomeno hanno costretto i grandi capi a fare marcia indietro e a spendere qualcosa in più sulla sicurezza. La vita di molti è stata segnata in positivo da questo monolite nero dalla strana forma, che purtroppo ancora per poco vedremo sugli scaffali dei negozi. Come però si dice, “anche le cose belle finiscono”.
Grazie, PlayStation 3!
Onore alla ps3 disonore alla xbox 360 bulacco fabricato male da pochi soldi spacito che è fabricato negli stati uniti d’america ma invece è fabricata in cina