Il 2020 non è certo iniziato nel migliore dei modi. Basti pensare che dal mese di gennaio i mass-media di tutto il mondo stanno seguendo con molta attenzione l’andamento del coronavirus, un nuovo virus scoppiato in Cina per motivi non ancora del tutto noti. In ogni caso, giorno dopo giorno gli infetti da coronavirus sono aumentati sempre di più, causando una vera e propria epidemia. Il virus è stato isolato da medici italiani, rendendo sempre più vicina la creazione di un vaccino. Sebbene si tratti di un tema piuttosto spiacevole, questa situazione surreale ci ha dato l’idea per scrivere questo articolo. Nel particolare, vogliamo parlarvi delle epidemie nei videogiochi, spesso utilizzate dalle software house per creare storie post-apocalittiche. Vi presentiamo quindi le epidemie nei videogiochi: 5 titoli in cui il virus è letale.
ATTENZIONE: Con questo articolo non vogliamo in alcun modo creare allarmismo né sminuire la situazione reale paragonandola a quella dei videogiochi. I videogiochi rimangono tali e, pertanto, restano frutto della fantasia.
TOM CLANCY’S THE DIVISION
Tom Clancy’s The Division è l’action RPG ispirato ai libri di Tom Clancy e sviluppato da Ubisoft. Il gioco, rilasciato nel marzo 2016, è ambientato in una New York ormai devastata a causa di un virus simile al vaiolo, ma molto più resistente. L’assenza di acqua, cibo, medicine e rifornimenti vari ha portato i superstiti a lottare per la sopravvivenza. Oltre al virus quindi, i conflitti tra le persone causano altrettante morti. In questo scenario il Presidente degli Stati Uniti ha emanato la Direttiva 51, una strategia per cercare di combattere la pandemia. Inutile dire che questo piano si è rivelato ben presto un insuccesso. Tuttavia nulla è ancora perduto: nella metropoli è presente la Divisione, una squadra speciale (Strategic Homeland Division) che ha il compito di assistere i sopravvissuti e soprattutto, di scoprire cosa si trova dietro alla diffusione del virus. Ovviamente anche noi, o per meglio dire, il nostro alter-ego, è un militante della Divisione. L’epidemia continua con Tom Clancy’s The Division 2, ambientato sette mesi dopo a Washington DC, raggiunta dal virus, come gran parte del mondo. Tra le altre cose, la squadra speciale scoprirà anche la causa dell’epidemi, che evitiamo di spoilerarvi qualora vogliate recuperare i due titoli. In ogni caso, la pandemia raccontata da The Division sembra forse la più verosimile. Nel mondo videoludico, tuttavia, i virus sono capaci di molto altro. Un chiaro esempio è il gioco descritto nella pagina successiva…
RESIDENT EVIL
In questo articolo non potevamo non menzionare Resident Evil, la celebre serie horror creata e sviluppata da Capcom. A differenza di The Division, il virus descritto in RE è molto meno realistico. L’esposizione al T-Virus, questo il suo nome, causa infatti la mutazione in zombie e in altre creature orripilanti. Nonostante gli intrecci raccontati nei vari capitoli della serie, il background narrativo è piuttosto semplice. L’Umbrella Corporation, una società segreta di biotecnologia, sta studiando lo sviluppo di armi biologiche. Tra queste troviamo il T-Virus, in grado di aumentare esponenzialmente la forza delle persone. Il virus, tuttavia, ha anche degli effetti indesiderati. Tra questi la trasformazione in creature fuori controllo. Purtroppo, gli studi della Umbrella non vanno come sperato causando il contagio su larga scala. Una delle prime città ad essere colpite sarà Racoon City, ambientazione di Resident Evil 2. In ogni caso, le voci su un’ipotetica infezione attirano l’attenzione della S.T.A.R.S. forza speciale della polizia di cui fanno parte, tra gli altri, Chris Redfield, Jill Valentine, Barry Burton e Albert Wesker. Di questi, ben presto si scoprirà che Wesker è un agente dell’Umbrella.
THE LAST OF US
Non poteva mancare The Last of Us, survival horror in terza persona sviluppato da Naughty Dog e rilasciato su PS3 nel 2013 per poi arrivare anche su Playstation 4 in versione Remastered. In questo caso, l’epidemia ambientata nel mondo di Joel ed Ellie deriva dal Cordyceps, un fungo parassita realmente esistente che nel videogioco ha infettato la specie umana, trasformando le persone in creature prive di coscenza ma decisamente aggressive (nonostante la perdita della vista). Si tratta, in fondo, di una rivisitazione del classico virus zombie che, a nostro avviso, si è rivelata vincente. In The Last of Us Joel ha lo scopo di portare in salvo Ellie, unica immune al Cordyceps che potrebbe salvare l’intero genere umano. Come The Division, anche The Last of Us rappresenta un mondo post-apocalittico decisamente verosimile, grazie ad una narrativa profonda e piena di momenti emozionanti. Tra l’altro, l’inizio del gioco racconta i primi momenti dell’infezione, quando ancora non era chiaro di cosa sarebbe successo di lì a poco. Anche in questo caso ci troviamo di fronte ad attimi di assoluta tensione.
DAYS GONE
I ragazzi di Bend Studio sembrano provare un amore spassionato per storie di virus e mondi post-apocalittici. La software house statunitense è infatti l’azienda che, nel 1999, rilasciò Syphon Filter, sparatutto in terza persona in cui Gabriel Logan e Lian Xing sono alla caccia di Erich Rhoemer, creatore di un’arma biologia scagliata sulla città di Washington DC. Tutttavia, oggi vogliamo parlare di un altro gioco targato Bend Studio. Stiamo parlando di Days Gone, titolo open-world in terza persona rilasciato in esclusiva PS4 lo scorso aprile 2019. Protagonista è Deacon “Deek” St. John, un ex militare e motociclista che, come di conseuto, si ritrova a vivere in un mondo post-apocalittico. Due anni prima degli eventi narrati, il mondo è stato infatti colpito da un virus che ha trasformato gli umani in creature aggressive e senza cognizione, conosciuti con il nome di “furiosi”. Tra conflitti con altri sopravvissuti e fughe da furiosi, Deacon è alla ricerca di sua moglie Sarah, di cui non ha più notizie da diverso tempo. Al termine della storia risulterà nota la causa dell’epidemia. Ovviamente, onde evitare spoiler, non vi diremo altro sulla storia di Days Gone.
DYING LIGHT
Ultimo ma non per importanza, Dying Light, survival horror in prima persona sviluppato da Techland e rilasciato nel 2015 su console e PC. Protagonista del gioco è Kyle Crane, agente speciale del GRE a cui viene affidata una missione di vitale importanza. L’uomo viene infatti paracadutato sulla città Harran, in Turchia, dove la popolazione è stata colpita da un virus, causadone la mutazione in zombie. Scopo di Crane, oltre a sopravvivere, sarà quello di trovare un file contenente alcuni dati per un vaccino. A differenza degli altri titoli, la particolarità di Dying Light è quella di avere un ciclo giorno-notte in cui il gameplay cambia drasticamente. Durante il giorno, Crane potrà esplorare la mappa senza troppi rischi, considerando la lentezza degli zombie che non saranno mai di intralcio. Nella notte, tuttavia, gli zombie si trasformano in “notturni“, creature veloci e aggressive il cui unico punto debole è rappresentato dai raggi ultravioletti. Tra l’altro il buon Crane potrà contare sulle sue abilità parckour, grazie alle quali può saltare di tetto in tetto e sfuggire agli zombie. Inutile dire che, anche in questo caso, dietro al virus si trovano interessi ben più grandi di quello che potrebbe sembrare.
Con Dying Light si concludono i cinque titoli in cui il virus si è rivelato letale. Abbiamo deciso, tuttavia, di inserire un gioco bonus.
PLAGUE INC
Concludiamo questo speciale con un titolo bonus. Stiamo parlando di Plague Inc, strategico in tempo reale creato e sviluppato da Ndemic Creations, software house indie con sede nel Regno Unito. In questo titolo non vestiamo i panni del personaggio che deve salvare l’umanità dall’epidemia di turno. In Plague Inc, infatti, il giocatore deve creare ed evolvere un agente patogeno con l’obiettivo di infettare il mondo intero. Ovviamente durante il percorso ci saranno diverse variabili che incideranno sull’andamento della piaga. Ad esempio, il fattore tempo sarà molto importante. Questo perchè l’uomo potrebbe sviluppare un vaccino e mettere fine al contagio. Il virus oggetto del gioco è quello della peste, che dovremo sviluppare ed evolvere per migliorare il suo adattamento ai vari ambienti. Il motivo per cui abbiamo deciso di inserire Plague Inc come titolo bonus deriva dal collegamento con il coronavirus. Dall’inizio del contagio tramite coronavirus, infatti, le vendite del titolo sono aumentate a dismisura.
Questo dunque lo speciale sulle epidemie nei videogiochi. Restate su Uagna per leggere nuove informazioni e speciali sul mondo videoludico e su molto altro ancora.
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