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Ereban: Shadow Legacy | Recensione

Ereban: Shadow Legacy è l’opera di esordio del giovane studio spagnolo Baby Robot, un platform stealth in cui, nei panni di Ayana, una ragazza appartenente ad una razza dimenticata con la capacità di trasformarsi in un’ombra, dobbiamo combattere una società che ha trasformato il mondo in una dittatura robotica. Scopriamo dunque insieme, nel corso della nostra recensione, dove ci condurranno le avventure di Ereban!

La distopia della Luce

La megacorporazione Helios ha stabilito il proprio controllo in un mondo in cui assolutamente tutto è sotto il suo controllo e i robot sono diventati più numerosi delle persone viventi. In questa oscurità si nasconde Ayana, l’ultima rappresentante degli Ereban, una razza dimenticata, che combatterà quasi da sola tutte le sfide preparate da Helios. Nasconditi o uccidi. Risparmia le vite altrui o spegnile. La scelta è nostra: fino a che punto saremo disposti a spingerci per sconfiggere la corporazione che ha trasformato il mondo in una dittatura e ha distrutto il popolo della nostra eroina?

Nel mondo c’è una crisi energetica e in alcune regioni sembra che l’apocalisse sia già arrivata. In questo contesto Helios appare all’orizzonte e sostiene di aver trovato una soluzione alla crisi. Tuttavia, dietro queste affermazioni si nasconde una dittatura pronta a giustificare qualsiasi mezzo per risolvere il problema, anche se contraria a tutti i principi e le norme etiche. Ma tanto tempo fa, prima di Helios, dei suoi robot, della crisi e di altri problemi, sul pianeta esisteva la razza degli Ereban, che possedeva poteri mistici e viveva in armonia con la natura. Questa situazione apparentemente era in contrasto con gli obiettivi di Helios, e per questo motivo la corporazione iniziò a cercare tutti gli appartenenti agli Ereban, tra i quali la nostra protagonista. Ora Ayana deve scoprire la verità sul suo passato e trovare la chiave per salvare l’universo dalla distruzione.

Durante la nostra partita il gioco pare chiederci costantemente fino a che punto siamo disposti a spingerci per raggiungere i nostri obiettivi. E difatti, meno vite umane avremo sulla coscienza e migliore sarà il finale della nostra avventura.

A spasso nelle ombre

Quando non c’è luce, Ayana può trasformarsi in un’ombra grazie alle sue abilità Ereban. Nascondendoci nell’oscurità, potremo muoverci liberamente al suo interno per scalare muri, raggiungere luoghi inaccessibili, attaccare di nascosto o muoverci senza essere visti. Vale la pena ricordare che l’abilità non dura per sempre e ha un contatore di tempo simile a quello della stamina degli ultimi episodi di Zelda, quindi non potremo muoverci nell’ombra all’infinito. È necessario determinare in anticipo il percorso che intendiamo compiere e capire dove fermarci in sicurezza.

Il gioco è diviso in capitoli in cui dobbiamo completare uno o più compiti principali e, se desideriamo, anche alcune quest secondarie. La maggior parte delle volte dovremo girovagare per arene molto ampie, nelle quali incontreremo robot che si dividono in diversi tipi: pattuglie regolari, androidi che possono rianimare il loro compagno di metallo e cecchini. Possiamo eliminare i robot da dietro, ma come nei più classici giochi stealth è importante monitorare la situazione in modo che quando eliminiamo un nemico dobbiamo farlo senza essere visti da un secondo.

Nel caso in cui fossimo individuati dagli androidi, verrà lanciato l’allarme e tutti ci correranno dietro. I robot sono decisamente agili e rapidi, quindi l’unico modo per scappare è trovare l’ombra, attivare le nostre abilità e scappare. Tuttavia, se ci troveremo a breve distanza dai robot, non ci sarà possibilità di scamparla. Verremo catturati e rimandati al checkpoint, quindi il gioco raramente perdona gli errori. Bisogna però affermare che il gioco non presenta affatto un livello di difficoltà elevato, anzi: i salvataggi automatici sono numerosi, e avremo modo di sperimentare molti approcci diversi senza essere puniti oltre misura.

Gli attrezzi del mestiere

Oltre al potere di entrare in comunione con l’oscurità potremo ottenere diversi gadget durante la nostra avventura. Innanzitutto riceveremo uno scanner che analizzerà l’area ed evidenzierà tutti i nemici nelle vicinanze; si tratta di un accessorio utilissimo, e lo utilizzeremo molto spesso. Per sbloccare nuovi gadget, dovremo raccogliere dei materiali speciali e spenderli su uno speciale banco da lavoro che troveremo di tanto in tanto. In questo modo potremo sbloccare il binocolo, le mina e l’esca. Ogni accessorio può essere aggiornato altre due volte, ma è necessario fare una considerazione. Tranne lo scanner e il binocolo l’utilizzo degli altri accessori, come le esche e le bombe, richiede un certo quantitativo di risorse, che devono essere raccolte durante l’esplorazione. Quindi non potremo lanciare mine a destra e a manca come se non ci fosse un domani.

Potremo anche ottenere altre abilità per Ayana, ritrovando una risorsa speciale. Ad esempio, sbloccheremo la possibilità di saltare o camminare più silenziosamente. La maggior parte delle abilità sono davvero utili e non tutte richiedono risorse per essere utilizzate. Oltre alle sezioni platform, allo stealth e alla raccolta di risorse sono anche presenti alcuni enigmi. La risoluzione della maggior parte di essi non è affatto complessa, ma a volte la soluzione potrebbe non essere così scontata.

Sulle orme del Principe

Lo stile grafico di Ereban è molto piacevole, grazie all’utilizzo del cel shading. Certo, gli ambienti non sono particolarmente dettagliati, così come gli npc e i nemici, ma nel complesso troviamo che la componente artistica di questo indie spagnolo sia ben realizzata. Abbiamo gradito ed apprezzato i richiami stilistici ad altri capisaldi del genere, in primis Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo. Forse avremmo gradito più varietà tra i brani musicali che accompagnano il gioco: la colonna sonora risulta essere piuttosto ripetitiva, per quanto alla fine Ereban stesso non duri più di 6 ore.

Tecnicamente, durante la prova sulla nostra configurazione, che monta un Ryzen 7 1700, 32gb di ram, una 3070ti e un NVME, e utilizza come sistema operativo Windows 11 23H2 a 64 bit, ad una risoluzione di 2560×1080, Ereban, che gira sull’ultima versione di Unity Engine, supera agilmente i 100fps. Anche su Steam Deck le performance sono molto buone, e il gioco dei Baby Robot regge senza problemi i 60fps in maniera costante.

Buona la prima!

Ereban: Shadow Legacy segna il debutto di Baby Robot, che ha chiaramente il potenziale per creare opere interessanti in futuro. Il gioco ha una bella grafica, una buona trama e un gameplay interessante, memorabile soprattutto grazie alla meccanica di trasformazione in un’ombra.

Ereban esprime appieno il suo potenziale soprattutto nelle arene con molti avversari, dove bisogna riflettere attentamente su ogni passo, perché un errore può portare al game over, ma il sistema di checkpoint numerosi ci aiuterà sempre come un paracadute. Ereban: Shadow Legacy è un gioco a cui vale la pena prestare attenzione, perché il potenziale di Baby Robot è già evidente, nonostante qualche pecca dovuta alla scarsità di budget e di esperienza.

7.5
Riassunto
Riassunto

Ereban: Shadow Legacy è un altro esempio di quanto sia facile trascurare piccoli progetti interessanti di studi indipendenti del settore, poiché i blockbuster tendono ad attirare tutta l'attenzione. Ereban: Shadow Legacy piacerà soprattutto a coloro che desiderano provare un gioco dal gameplay stealth non eccessivamente punitivo e che consenta loro di sperimentare con la nostra creatività ed abilità.

Pro
Interessanti meccaniche stealth con trasformazione dell'ombra Stile visivo simile a un cartone animato Ottima atmosfera
Contro
Difficoltà molto bassa Colonna sonora ripetitiva
  • Concept & Trama7
  • Gameplay8
  • Comparto Artistico7
  • Comparto Tecnico8
Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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