Sebbene le vendite di Rebirth non siano andate male come da alcuni ipotizzato, il prossimo capitolo della serie di Final Fantasy non sarà più esclusivo di una singola piattaforma.
Durante i TGA, IGN Brasile ha potuto parlare con Naoki Hamaguchi, regista di Final Fantasy 7 Rebirth, e Yoshinori Kitase, storico produttore del franchise – era anche stato il director dell’originale FF7 degli anni ’90. Come sappiamo, il terzo e ultimo (?) capitolo della serie Remake è in sviluppo, e Square Enix punta a ultimarlo il prima possibile per chiudere una grande pagina della storia di Final Fantasy.
Una grande pagina se si guardano la ricezione del pubblico e della critica, a dire il vero, perché le vendite di Rebirth in particolare non hanno soddisfatto l’azienda. Alcuni mesi fa, SE aveva pubblicato un rapporto finanziario in cui affermava che Final Fantasy 16 e Final Fantasy 7 Rebirth non avevano soddisfatto le aspettative di profitto secondo Takashi Kiryu, presidente e direttore rappresentativo di Square Enix.
Kitase, però, non è dello stesso avviso, perlomeno per quanto riguarda l’aspetto creativo dell’operazione:
In termini di aspettative di vendita, Sony ha organizzato i PlayStation Partners Awards in Giappone, e c’era una categoria (Grand Award) in cui premiavano i tre giochi più venduti, Final Fantasy 7 Rebirth era uno di questi insieme a Black Myth: Wukong e Elden Ring: L’ombra dell’Erdtree. Quindi penso che essere riconosciuto sotto questo aspetto mi dia la certezza che abbiamo raggiunto un certo livello.
Uno degli aspetti di maggior dibattito all’interno dell’azienda, tuttavia, riguarda la scelta di rendere Rebirth un’esclusiva temporale per PlayStation 5 – a breve approderà anche su PC dopo quasi un anno di attesa.
I dati di vendita parlano abbastanza chiaramente: pur avendo a che fare con una base installata già molto ampia (il dato più aggiornato parla di 65,5 milioni di PS5 in circolazione), i risultati degli ultimi capitoli della serie non sono stati particolarmente esaltanti. FF16 nel 2023 ha infatti venduto 3 milioni di copie nella prima settimana, mentre FF7 Remake, nel 2020, aveva piazzato 3,5 milioni di copie in appena tre giorni. Andando ancora più indietro, Final Fantasy XV aveva piazzato ben 5 milioni di copie nelle prime 24 ore dalla messa in commercio.
Non abbiamo i dati precisi su Rebirth, ma il trend discendente delle vendite è abbastanza evidente:
- 2016: Final Fantasy XV, 5 milioni di copie in 1 giorno
- 2020: FF7 Remake, 3,5 milioni di copie in 3 giorni
- 2023: FF16, 3 milioni di copie in una settimana
- 2024: FF7 Rebirth, Square Enix che si dice delusa
Il dato più alto ancora oggi, pensando alla storia recente della saga, è quello relativo a FF15, che a differenza dei suoi successori venne da subito pubblicato come un titolo multipiattaforma anche per Xbox One. Un ragionamento che devono aver fatto anche i dirigenti di Square Enix, poiché lo stesso Kitase spiega che l’azienda deve ora guardare a espandere il più possibile il proprio pubblico: Final Fantasy 7 Remake Parte 3, così, non sarà più un’esclusiva PlayStation al lancio.
Anche se siamo fiduciosi e lieti di raggiungere un certo livello di vendite, è chiaro che con la modernità dei giochi, non possiamo essere esclusivi di un’unica piattaforma. Penso che dobbiamo offrire il gioco a quanti più giocatori possibile.
Le parole di Kitase fanno eco a quelle della stessa azienda, che nei mesi scorsi ha dichiarato di volersi allontanare dal mercato delle esclusive nonostante gli anni di ottimi rapporti con Sony e lanciare i giochi in contemporanea su più piattaforme.
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