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Final Fantasy VII Remake: le differenze rispetto al gioco originale del 1997

Final Fantasy VII Rebirth è in arrivo il 29 febbraio 2024 in esclusiva su PS5. Per iniziare l’anno nuovo in bellezza, abbiamo pubblicato uno speciale riepilogativo con tutto ciò che sappiamo sul titolo Square Enix.

Per chi volesse rispolverare i ricordi, è il momento giusto per fare un punto anche su Final Fantasy VII Remake. Quest’ultimo infatti ha dato il via a una serie di modifiche e rimaneggiamenti rispetto all’originale gioco del 1997. Cogliere queste differenze è importante per comprendere la natura della trilogia di rifacimenti e ragionare su quello che ci aspetta a fine febbraio.

Ripercorriamo insieme le principali differenze tra Final Fantasy VII (1997) e Final Fantasy VII Remake (2020). Inutile dire che questo articolo conterrà spoiler, quindi se ancora non avete giocato FF7 Remake vi conviene non proseguire.

Più spazio all’Avalanche, più psicologia dei personaggi, più credibilità

Grazie al Remake diversi personaggi principali e secondari (Cloud compreso) riescono ad acquisire più spazio, ottenendo una psicologia meglio definita e sfaccettata, nonché un ruolo più credibile all’interno dell’economia del racconto. È evidente come questo accada se pensiamo, ad esempio, al nostro protagonista Cloud, che qui assume comportamenti più umani, più complessi.

L’Avalanche rappresenta nel Remake un gruppo ben strutturato e suddiviso in diverse fazioni. Tra i membri spicca Jessie, protagonista di alcune missioni aggiuntive che ci danno modo di conoscere meglio i suoi sentimenti, il suo background, la sua famiglia al di fuori dell’Avalanche. Anche Wedge e Biggs ricevono più screentime.

Sono tanti i dialoghi originali e le interazioni mai viste prima, che danno a questi personaggi storie e atteggiamenti ben riconoscibili, rendendoli più vivi.

Facce nuove e tanta azione

Final Fantasy 7 Remake è un gioco dall’impronta moderna, pensato sì per i fan del franchise, ma soprattutto per i gusti rinnovati dei giocatori di quest’epoca videoludica. Questo si concretizza in tante nuove missioni, in un comparto grafico sfavillante e in un gameplay più action.

Oltre all’aggiunta di missioni e boss fight, Final Fantasy VII Remake offre un combat system non più basato sui turni, bensì sull’azione in real-time. La barra ATB rimane, ma si riempie questa volta colpendo i nemici. Viene introdotto inoltre un sistema di sviluppo basato su armi differenti e tipi di materia equipaggiabili. È proprio un altro gameplay, anche nella sostanza.

Diversi personaggi originali vengono introdotti in Final Fantasy VII Remake. Il sindaco di Midgar, ad esempio, si rivela un prezioso alleato dei nostri eroi.

Un altro nuovo personaggio, Roche, vivacizza l’avventura. Il SOLDIER di Terza Classe adora battersi con Cloud, si tratta quindi di una novità soprattutto dal punto di vista del gameplay.

Tra i volti nuovi del Remake, come non menzionare Madame M, la massaggiatrice. Un’aggiunta particolarmente piacevole o spiacevole, dipende dai punti di vista.

Anche Leslie Kyle, che lavora per Don Corneo, è un personaggio originale del Remake. La sua backstory è abbastanza approfondita e alla fine il ragazzo passa dalla parte di Cloud e compagni.

Restando in zona “Honey Bee”, questo luogo offre un nuovo spassoso minigioco di danza. Il nuovo personaggio di Andrea Rhodea, proprietario del locale, è un tipetto tutto pepe che riuscirà a far ballare persino Cloud. Più aggiunte esilaranti di questo tipo anche in Final Fantasy 7 Rebirth, per favore.

Il giovane ricercatore Chadley infine offre nuove opportunità di gameplay grazie alle sue Materia, dando modo di ottenere anche preziose summon. La sua storia avanza man mano che lo ritroviamo nelle varie aree di gioco.

Jenova, i Numen e Sephiroth

Già durante la prima missione possiamo notare come non siano Barret & co a far saltare il reattore, si tratta infatti della ShinRa stessa che utilizza i suoi mezzucci per dare la colpa Wutai e all’Avalanche, fomentando la guerra e l’odio contro chi cerca di ostacolarli.

Wutai quindi assume un’importanza più evidente ai fini della trama. Allo stesso modo, nel Remake si ha la possibilità di scontrarsi con Jenova, presene nel laboratorio di Hojo. Anche se si tratta probabilmente di una sorta di visione, il “deus ex machina” di FF7 appare qui in una veste rinnovata offrendo uno scontro inedito.

I Numen, i cosiddetti “Custodi del destino”, sono il più grande mistero di Final Fantasy 7 Remake. Queste entità, come scopriamo nel capitolo 17 grazie a Red XIII, si battono per far sì che nulla cambi nella linea temporale in cui ci troviamo: in sostanza, il destino deve fare il suo corso e i Numen sono lì per garantire che tutto vada come deve. Un concetto affascinante, che tuttavia scombussola non poco i giocatori già avvezzi al mondo di FF7.

Durante le fasi finali di gioco, ci battiamo contro una sorta di Numen supremo, il Guardiano del destino appunto, che trasmette alle menti dei nostri protagonisti sprazzi di un futuro ben noto. Tuttavia, lo scontro termina con la vittoria dei nostri eroi, dando definitivamente il via a una linea temporale diversa. Cosa può cambiare? Cosa effettivamente cambierà? Non ci è dato saperlo, ma sono proprio i Numen a confermare quanto questa nuova tripletta di titoli ambientati nell’universo di FF7 rappresenti, di fatto, una storia diversa e parallela rispetto all’originale.

E Sephiroth? In questa nuova cornice, il villain ha tutte le ragioni per puntare sulla linea temporale alternativa, così da cambiare il proprio destino e avere la meglio sui nostri protagonisti. Alla fine di Final Fantasy 7 Remake ci scontriamo con Sephiroth, decisamente in anticipo rispetto all’originale! In generale, il nostro nemico dai lunghi capelli non sarebbe proprio dovuto comparire a Midgar, secondo la storia del 1997, anche se in questo nuovo gioco si mostra più che altro come allucinazioni o visioni, risultando quindi una figura più misteriosa e inafferrabile rispetto al passato.

Inoltre, al termine della sua boss fight il villain pronuncia una frase alquanto criptica: “mancano 7 secondi alla fine”. Alla fine di cosa? I fan hanno fin da subito sciorinato diverse teorie a riguardo, ma si tratta comunque di una affermazione che resta misteriosa. Sephiroth sembra saperne molto più di noi, tuttavia, e avere ben chiari i suoi obiettivi.

Se pensiamo a Zack e Aerith infine, al loro modo differente di apparire e di comportarsi già in questo primo Remake, comprendiamo quanto sia importante vivere Final Fantasy 7 Rebirth come un’avventura nuova, a sé, che probabilmente sarà ricca di reminiscenze dal glorioso passato di FF7, ma non sarà affatto la stessa cosa.

Square Enix chiede di aprire il cuore e lasciarsi trasportare dall’avventura. Ne varrà la pena?

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Scritto da
Chiara Ferrè

Ciao, sono Chiara. Cresciuta a pane, Harry Potter e Final Fantasy, ho da sempre una grande passione per la narrazione in tutte le sue forme. Cerco campi di battaglia, magici cappelli, lucertoloni volanti. Ho una penna e non ho paura di usarla.

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