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Final Fantasy XIV: Dawntrail | Recensione

È il dicembre del 2021 e Final Fantasy XIV Online si prepara a presentare la fine di una storia iniziata 10 anni prima. L’apogeo del conflitto tra Hydaelyn e Zodiark raggiunge il suo culmine nell’epica conclusione del MMORPG che si è sempre fregiato del titolo per la miglior narrativa, praticamente un unicum di questo genere.

Tra server congestionati nel mondo post-pandemia, con ore e ore passate in coda per poter loggare in gioco, l’hype per Endwalker era ai massimi storici, e oggi si può dire con certezza che la sua accoglienza e la soddisfazione generale siano state oltremodo positive.

Nell’estate del 2024 i Creative Business Unit III si trovano davanti all’arduo compito di presentare al mondo il seguito di una delle espansioni meglio accolte di sempre. Un nuovo inizio, una nuova storia, nuovi mondi ed obbiettivi, di fronte a un carico di aspettative a dir poco alte, considerata la storia dei loro lavori precedenti.

Reduci altresì della realizzazione del sedicesimo capitolo principale della serie, è toccato a un rimpasto del team il compito di guidare questo attesissimo seguito e importante punto di rilancio del franchise online.

Ecco la nostra esperienza nei nuovi contenuti di Final Fantasy XIV: Dawntrail.

“Speak to Wuk Lamat”

Al tramonto dell’ultima patch di Endwalker ci era stata introdotta la figura di Wuk Lamat, guerriera leonina ed esuberante proveniente dall’inesplorato continente occidentale: Tural. Accompagnata dallo spigolatore Erenville, ci viene presentata come la possibile erede al trono di Tuliyollal, in cerca di alleati per un grandioso torneo di successione.

Partendo dall’assunto che il nostro eroe ha ormai finito i suoi compiti e si trova annoiato e in cerca di avventure, non impieghiamo molto ad acconsentire al viaggio nel nuovo continente ed offrire il nostro aiuto alla pretendente al trono.

Ispirato al continente americano, Tural è un regno monarchico con differenti tribù, al cui centro figura Gulool Ja Ja, leggendario guerriero bicefalo appartenente alla razza lucertoloide dei Mamool Ja, nonché padre adottivo di Wuk Lamat e del Miqo’Te Koana, seconda “Promessa” e anch’egli pretendente al trono.

A completare il quadro della competizione troviamo il figlio naturale di Gulool Ja Ja, Zoraal Ja, e un altro guerriero bicefalo dei Mamool Ja di nome Bakool Ja Ja (sì, ci sono un sacco di “Ja” in Dawntrail).

I quattro, guidati da motivazioni profondamente diverse, avranno il compito di affrontare una serie di prove di varia natura lungo tutto il continente, per dimostrare di essere dei degni successori e con l’obbiettivo ultimo di trovare la leggendaria e misteriosa Città Dorata.

Queste le premesse e nulla più, toccherà a noi aiutare Wuk Lamat nella sua avventura, convinti dalle sue motivazioni pure e dal suo desiderio di pace nel regno, che verrebbe minato qualora dovessero vincere i due bellicosi Zoraal Ja o Bakool Ja Ja.

Insieme al Warrior of Light faranno compagnia le vecchie conoscenze di Krile (determinata a scoprire la storia del suo passato) e gli ormai onnipresenti gemelli Alphinaud e Alisaie.

Finite le introduzioni, parliamo della qualità. La sceneggiatura di Dawntrail ha dei problemi.

Partendo dal suo incipit particolarmente blando, dove le motivazioni dell’eroe vengono ridotte quasi letteralmente a un “non ho di meglio da fare”, l’espansione arranca in modo eccessivo nella prima metà, con una storia che fatica a creare un qualsivoglia coinvolgimento e con un focus e una partecipazione eccessivi del personaggio di Wuk Lamat – vera protagonista dell’avventura – fino ad andare a discapito di quasi tutto ciò che le sta intorno, dal giocatore ridotto a spettatore passivo delle vicende fino alla presenza dei Scion of the Seventh Dawn, che sembra siano stati portati in questa ultima iterazione per mero fanservice o, peggio, mancanza di nuove idee per un cast di comprimari all’altezza.

Se la prima metà dell’avventura fatica a ingranare, nella seconda parte emergono problemi di differente natura, in primis la mancanza di originalità.

Dopo la perfetta conclusione di Endwalker e delle sue storie, è stato sicuramente un peccato vedere in scena vecchi temi e soluzioni narrative, per non parlare (onde evitare spoiler) dei rimandi eccessivi a un vecchio Final Fantasy in particolare, che se nelle precedenti espansioni costituivano degli archi narrativi tematici propri dei post-game, qui vanno ingratamente a fungere da riempitivo in una storia che di nuovo ha ben poco da dire.

Capiamo sicuramente la volontà del team di proporre un’atmosfera più leggera – anche perché sarebbe stato difficile superare l’aver salvato il pianeta nella storyline precedente – ma è anche vero che le assenza di Ishikawa (ex lead writer fino a Endwalker) e Maehiro (impegnato in Final Fantasy XVI) alla scrittura si sentono e non poco, e le fondamenta narrative per un futuro solido per ora, purtroppo, non sono state gettate.

Spade e pennelli

Con Dawntrail abbiamo visto l’introduzione di due nuovi job DPS, il letale Viper e il coloratissimo Pictomancer. Se da un lato ha fatto storcere il naso la scelta di inserire due ulteriori classi d’attacco (in un gruppo già parecchio affollato), la loro accoglienza è stata ottima e il job design non ha deluso.

Tecniche, col giusto grado di complessità e in grado di restituire prestazioni elevatissime (col Pictomancer che al momento è probabilmente il job DPS più efficace del gioco), le nuove classi non fanno certo mancare il divertimento durante i combattimenti.

Nel complesso è stato svolto un buon lavoro anche nel design dei dungeon e dei trial, pur non andando a stravolgere o innovare particolarmente la struttura di base già ampiamente collaudata finora. La sequenza di pool di nemici, intervallata da due mid-boss e boss di fine dungeon è rimasta invariata, ma viene introdotta qualche nuova meccanica e si dovrà rimanere sempre sull’attenti per non venire mandati K.O.

Emergono in particolare i contenuti post-game (ovviamente non ancora completi e che verranno ampliati con le patch successive) che restituiscono fin da subito un elevato livello di sfida.

Si può dire siano migliorati anche i Duty all’interno della Main Quest (che vanno occasionalmente a simulare i Trial ma stavolta con il supporto degli NPC), anche se all’interno della storia rimangono un’isola in un mare di fetch quest e narrazione tediosa.

Le prove per determinare il successore al trono potevano essere facilmente usate per introdurre mini-giochi e varietà nel quest design, ma purtroppo l’occasione non è stata sfruttata dal team di Naoki Yoshida.

Doveroso ricordare che l’espansione è in perenne aggiornamento, e oltre ai Raid da 24 giocatori dovremo ancora vedere l’introduzione di contenuti quali la nuova classe del Beastmaster e una nuova zona di combattimento endgame che dovrebbe ricalcare quanto visto su Eureka e Bozja in Stormblood e Shadowbringers.

Nuovi mondi da esplorare

Parlando del lato artistico, diciamo da subito che il continente di Tural restituisce diverse delle più belle location che si siano viste finora in Final Fantasy XIV. Forte del nuovo update grafico, che ha potenziato particolarmente il sistema d’illuminazione, ci siamo trovati davanti una grande varietà di biomi ispirati al continente americano, da foreste tropicali lussureggianti a impervie catene montuose e villaggi da Far West, senza dimenticare le due nuove città di Tuliyollal e la futuristica Solution Nine (più qualche altra sorpresa che non riveliamo per ragioni di spoiler).

Il piacere dell’esplorazione (anche fine a se stessa) è sicuramente uno dei punti di forza di Dawntrail.

Dal punto di vista musicale invece, si è registrato un cambio di stile abbastanza netto. Dallo swing della capitale al blues del far west, il team di Soken cerca di proporre qualcosa di nuovo per la serie, ma ha lasciato non pochi dubbi su alcuni aspetti, a cominciare dalla qualità dell’audio, con diverse tracce registrate in digitale piuttosto che con strumenti veri in studio, fino ad arrivare ai temi musicali della seconda parte di gioco, presi di peso (e spesso nemmeno riarrangiati) da Final Fantasy IX.

Non mettiamo in dubbio la bellezza di queste vecchie tracce, ma il loro utilizzo, fin troppo spesso fuori tema, evidenzia che siano state usate come mero riempitivo della main quest.

…sotto una nuova luce

Come già accenato, Dawntrail ha introdotto il primo rifacimento del motore grafico di Final Fantasy XIV, potenziato soprattutto nel sistema di illuminazione, che contribuisce fortemente alla bellezza delle nuove location.

In maniera simile, notiamo grandi passi avanti nelle texture e modelli 3D dei nuovi equipaggiamenti e personaggi, tanto da far stonare per contrasto quando nelle cutscene compaiono vicino a dei vecchi asset (che verranno aggiornati nei mesi a seguire vista la loro elevatissima quantità).

Tra le ultime novità, con quest’ultimo aggiornamento sono state introdotte anche le opzioni di DLSS ed FSR, che in linea teorica dovrebbero migliorare le prestazioni ma che al momento non risultano implementate al meglio, lasciando come scelta migliore quella di far girare il gioco a risoluzione nativa.

7
Review Overview
Riassunto

La quinta espansione di Final Fantasy XIV rappresenta conteporaneamente un seguito e un nuovo inizio per il franchise, ma non riesce a brillare nella componente narrativa che lo aveva contraddistinto finora nel panorama dei MMORPG. Le novità sono comunque tante e il gameplay ha giovato delle nuove aggiunte, in attesa dei contenuti aggiuntivi che verranno rilasciati nei prossimi mesi.

Pro
Alcune delle migliori location del gioco Graficamente migliorato Buoni dungeon e boss-fight Contenuti post-game promettenti
Contro
Narrativamente uno dei punti più bassi del gioco Ritmo blando Poche novità per molte delle vecchie classi
  • Concept e Trama5
  • Gameplay7.5
  • Comparto artistico8
  • Comparto tecnico7.5
Scritto da
Matteo Filigheddu

Giocatore PC di vecchia data, appassionato di avventure grafiche ed RPG. Tra un gioco e l'altro mi interesso di cinema, fitness, calcio e letteratura.

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