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Flintlock: The Siege of Dawn | Anteprima

Lo Steam Next Fest è sempre una buona scusa per provare delle produzioni create con un budget chiaramente limitato, che nonostante i loro limiti sono in grado di raccontare una storia interessante, presentare un mondo unico o sorprendere con meccaniche di gioco. Questa volta è toccato a Flintlock: The Siege of Dawn sviluppato dal team responsabile di Ashen, gli A44.

Per quanto riguarda il genere in sé, gli sviluppatori descrivono Flintlock come un “souls-lite”, ovvero un gioco dal gameplay meno sadico e più dinamico che prende ispirazione dalle opere di From Software. La possibilità di scegliere il livello di difficoltà all’inizio del gioco è in linea con l’obiettivo della produzione, in quanto consente di adattare il gameplay alle proprie esigenze.

Flintlock vede come protagonista Nor, una soldatessa impegnata in una battaglia contro le divinità, in una guerra che vede come protagonista la magia e la polvere da sparo. Dopo essere rimasta separata dal suo battaglione, Nor stringerà un accordo proprio con un dio volpe, Enki, e insieme inizieranno il loro viaggio.

Di asce e fucili

Il combattimento in sé è abbastanza piacevole e offre alcuni spunti interessanti. Oltre agli attacchi standard, possiamo anche aiutarci con armi da fuoco e magie, tutte sfruttabili in semplici combinazioni. Nel gioco la Reputazione è l’equivalente delle anime o delle rune di Elden Ring e viene usata per far salire di livello le abilità di Nor in tre alberi che corrispondono alle abilità melee, a quelle legate all’uso delle armi da fuoco e alla magia. Ogni volta che si uccide un nemico, Nor guadagna Reputazione, ma c’è una novità rispetto al classico sistema di esperienza dei Souls: Flintlock adotta difatti un sistema di ricompensa simile a quello degli Stylish Action, in cui i punti che accumuliamo salgono esponenzialmente grazie ad un moltiplicatore, che si attiva con le variazioni di combo, o sconfiggendo più nemici di seguito. Tuttavia, basta un solo colpo per perdere il moltiplicatore e la reputazione non accumulata.

A questo punto la scelta sta a noi: possiamo riscattare il bonus della Reputazione quando siamo soddisfatti delle cifre che ha raggiunto, oppure continuare ad affrontare altri nemici nella speranza che raggiunga dei numeri ancora più sostanziosi. Il problema è che questo moltiplicatore verrà azzerato non appena subiremo un attacco nemico. Questo conferisce a Flintlock una sensazione di rischio-ricompensa che è parte integrante di qualsiasi Soulslike: il rischio di lasciarsi andare all’avidità per infliggere al nemico un altro colpo, e la ricompensa per aver finalmente abbattuto un nemico colossale. Quindi, la scelta sta a noi: accumulare la reputazione dopo ogni nemico ucciso o rischiare per ottenere un moltiplicatore e una ricompensa maggiori? Questo è il dilemma! Ciò significa che i giocatori principianti sono liberi di grindare, mentre gli esperti possono mettere alla prova le loro abilità, facendo sì che il gioco risulti accessibile a tutti in termini di sfida. Nel momento in cui sceglieremo di aggiungere l’esperienza appena appresa alla Reputazione totale, non dovremo fare altro che premere la freccetta sinistra del D-pad e fare in modo di non correre più rischi.

Per quanto riguarda le abilità magiche, siamo aiutati dal nostro compagno peloso Enki, che può creare un certo scompiglio sul campo di battaglia. Gli scontri sono abbastanza veloci e fluidi, anche se un po’ monotoni. Flintlock ha un albero delle abilità piuttosto esteso, quindi nella versione completa probabilmente ci permetterà di creare alcune build interessanti e di aggiungere varietà al gameplay.

Più illusione che magia

Purtroppo siamo rimasti un po’ delusi dall’esplorazione, che è estremamente limitata e lineare. Per la maggior parte della demo, si percorre letteralmente un unico sentiero, con solo pochi punti in cui si trovano delle ramificazioni. Ci sono anche alcune semplici missioni secondarie e una raccolta di risorse molto limitata, ma che serve a potenziare le nostre armi, ovvero il fucile e l’ascia.

Non c’è molta varietà nemmeno per quel che riguarda il design dei nemici, per lo meno per quanto abbiamo visto in questa demo, che è ambientata nelle fasi iniziali di Flintlock. Ci è capitato di affrontare più volte la stessa tipologia di soldato umano, e i boss incontrati finora non sono così dissimili dai normali mob. Abbiamo invece gradito le creature magiche, che richiamano quelle pensate da Guillermo Del Toro ne Il Labirinto del Fauno.

Anche la grafica è abbastanza deludente: l’illuminazione è piatta, la quantità di dettagli è risibile e il mondo stesso non è niente di speciale. C’è qualcosa di strano anche per quanto riguarda i movimenti di Nor: durante i salti nelle fasi platform fa una certa fatica ad attaccarsi alle sporgenze, ma anche nei combattimenti la sua schivata sembra raramente efficace, soprattutto quando abbiamo provato ad evitare i colpi muovendoci all’indietro. La sensazione di assenza di pesantezza dei colpi è evidente soprattutto negli scontri, quando i nemici, le cui combo spesso non possono essere interrotte, sembrano non reagire ai nostri attacchi. E quando i loro colpi sono molto veloci, c’è poco tempo per apprendere le mosse o reagire, e tenete sempre presente che basta un solo colpo per perdere il nostro prezioso moltiplicatore di Reputazione.

Un buon potenziale, ma riuscirà a centrare il bersaglio?

Ci piace molto il modo in cui Flintlock affronta il fantasy unendolo allo steampunk, con elementi magici e mistici che emergono dalla coltre di polvere da sparo. Il viaggio di Nor la porta in una serie di villaggi che possono essere liberati battendo il capo dei nemici dell’accampamento, ovvero i seguaci delle divinità malvagie. È un’idea intelligente per dare un senso di progresso, anche se il ritorno immediato della popolazione non facilita la sospensione dell’incredulità di chi gioca. Inoltre, una volta che liberiamo questi villaggi c’è poco da fare in essi, a parte ricevere una ricompensa dalla caffetteria locale o giocare una partita a Sebo.

Sebo non è altro che il minigioco di Flintlock, e consiste nello spostare dei sassolini su una griglia di forma variabile per formare un triangolo. Nor e l’avversario combattono a turni, attaccandosi e difendendosi a vicenda, anche se è fin troppo facile imbrogliare spostando lo stesso sassolino avanti e indietro per bloccare le mosse del nostro rivale. Sebo è una delle tante idee intriganti di Flintlock che contribuiscono a dare al mondo di gioco una certa profondità, anche se da questa anteprima l’esperienza nel suo complesso risulta piatta. Ci auguriamo che il gioco finale mostri dei nuovi elementi sovrannaturali e mistici, visto che sono senza dubbio gli ingredienti più caratterizzanti ed ispirati di Flintlock.

Tutto sommato quindi questa demo ci lascia con un po’ di amaro in bocca. È innegabile che Flintlock: The Siege of Dawn mostri del potenziale, ma pare essersi posto degli obiettivi troppo alti rispetto alla sua natura di gioco di medio budget.

Flintlock: The Siege of Dawn uscirà il prossimo 18 luglio su PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S e PC su Steam.

Scritto da
Silvia SiL Mannu

Nel lontano 1990 entro in una sala giochi e scopro i cabinati arcade. Da quel momento, la passione per i videogames non mi ha mai abbandonata. Oggi sono una PC Gamer legata soprattutto a titoli action, giochi di ruolo, stealth e picchiaduro.

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