Mancano poco più di tre settimane al lancio di For Honor e Uagna, dopo avervi presentato un’ampia anteprima, vi propone una rubrica di tre approfondimenti, su quelle che sono le fazioni utilizzabili all’interno del gioco: Vichinghi, Cavalieri e Samurai. In ognuna delle tre settimane, il For Honor Universe cercherà di approfondire il ruolo che una di queste fazioni ha giocato nel mondo reale al tempo in cui è esistita, creando un parallelismo con il titolo Ubisoft. Insomma, quello che questa rubrica vuole regalarvi è una retrospettiva sulle fazioni, la quale possa arricchire la vostra esperienza di gioco quando For Honor debutterà sul mercato.
Il primo capitolo di questa rubrica prenderà in esame i Vichinghi: popolo guerriero e di abili navigatori che fino all’ VIII Secolo abitava solo le regioni scandinave, ma che proprio dall’ VIII Secolo e fino all’ XI Secolo, visse un periodo di grande espansione marittima.
UN POPOLO DI PIRATI
I Vichinghi, anche conosciuti come Normanni, erano un insieme di popolazioni danesi, norvegesi e svedesi che abitavano l’Europa Settentrionale nell’Alto Medioevo (476 d.C. – 1000). Abili marinai e feroci guerrieri, i Vichinghi intrapresero all’inizio dell’ VIII Secolo un periodo di espansione che li portò a missioni di conquista verso Scozia, Irlanda, Islanda, Isole Orcadi e Faerøer, e scorribande sulle coste di Spagna, Marocco e Italia (coste toscane). L’espansione marittima effettuata dai “pirati” norvegesi, era supportata dall’enorme esercito di guerrieri danesi che si mosse verso l’Inghilterra, conquistando la zona orientale e creando l’Impero di York (successivamente Danelaw) e il Ducato di Normandia; qui i guerrieri Vichinghi intrapresero aspre battaglie contro Alfredo il Grande re del Wessex, e contro l’Impero Carolingio. Fino al IX Secolo, quindi, il popolo Vichingo visse il suo periodo di massima espansione, sia dal punto di vista militare che dal punto di vista commerciale, con il controllo di quasi tutte le rotte marittime del Nord Europa. Tra il X e il XI Secolo, invece, Etelestano, nuovo re del Wessex riuscì a riconquistare l’Impero di York, unificando l’Inghilterra e cacciando i Vichinghi. La cacciata Vichinga dall’Inghilterra, costrinse il re danese Harold I (detto Dente Azzurro) e suo figlio Sweyn I (detto Barbaforcuta) ad un periodo di tranquillità in cui riassestarsi prima di un’altra guerra. Se i danesi quindi mantenevano il loro regno in Danimarca e pianificavano un ritorno in Inghilterra, i “pirati” Norvegesi, invece, perdevano alcuni dei loro territori come ad esempio l’Irlanda, e si proiettavano alla conquista della Groenlandia. Agli inizi dell’ XI Secolo, Sweyn I riconquistò l’Inghilterra ma, a causa della morte di Barbaforcuta, a comandare fu il figlio Canuto II di Danimarca e I d’Inghilterra (detto il Grande).
La dominazione Vichinga dell’Inghilterra terminò storicamente con la morte del figlio celibe di Canuto e la salita al trono del primo re di dinastia anglosassone; di conseguenza la fine del dominio e del terrore del popolo Vichingo viene indicata nell’ XI Secolo.
MITO E MITOLOGIA DI UN POPOLO GUERRIERO
Spesso quando si parla di Vichinghi, la prima associazione che molti fanno riguarda la loro mitologia; infatti Dei come Odino, Thor o Loki sono spesso più conosciuti dei Vichinghi stessi. Se dal punto di vista mitologico gli Dei nordici occupano un grande spazio nell’immaginario comune, quelle che spesso sono poco (o meno) conosciute sono alcune figure, che invece hanno occupato un posto molto importante nella vita quotidiana, nella cultura e nell’ambito militare dei Vichinghi: le Valchirie ed i Berserkir (anglicizzato Berserker). Queste due figure sono molto importanti nella mitologia nordica proprio perché rappresentano l’indole guerriera Vichinga affiancata alla totale devozione al loro Dio Odino.
Per quanto riguarda la Valchiria, si tratta di una figura mitologica raffigurante una donna guerriera con un elmo alato su di una cavalcatura volante, la quale combatte al comando di Odino. La Valchiria è spesso raffigurata in schiere, e il loro principale compito è quello di scegliere gli eroi sul campo di battaglia e affiancarli fino a che non terminino la loro vita, così da guidarli nel Valhalla, uno dei palazzi di Ásgarðr (Asgard), più precisamente quello adibito ai morti come eroi in battaglia. Quello che però in molti non sanno, è che questa visione della Valchiria è stata portata dagli Scaldi (l’equivalente nordico dei bardi); infatti prima di ciò la Valchiria era raffigurata come un’oscura figura demoniaca che soprassedeva alla battaglia decidendo chi dovesse vivere e chi morire.
La figura del Berserkir è invece un po’ più complicata da analizzare; nell’immaginario comune i Berserkir erano dei guerrieri inarrestabili dotati di una forza sovraumana ed incapaci di provare dolore. Tuttavia anche dal punto di vista mitologico, fonti concrete riguardo a questi guerrieri non ve ne sono; soltanto alcuni autori hanno parlato degli Arii (una tribù germanica) come guerrieri con caratteristiche simili. Alla luce di ciò resta come ipotesi più plausibile quella che segue l’etimologia della parola Berserkir significante “quelli vestiti con pelli d’orso“, e che vede quest’ultimi come le truppe d’élite dei sovrani Vichinghi, vestiti con pelli d’orso, senza armatura e di una ferocia inaudita.
DALLA REALTÀ ALLA FINZIONE, QUANDO LA STORIA INCONTRA IL VIDEOGIOCO
Nello sviluppo di For Honor, in cui i Vichinghi giocano un ruolo principale all’interno del titolo, è chiaro che quello che vi abbiamo appena raccontato sul “popolo che arriva dalla baia” (questo uno dei significati etimologici della parola Vichinghi), ha costituito un elemento importante nella caratterizzazione dei personaggi, non solo come aspetto fisico ma anche come armamento, tipologia di combattenti e abilità. Tutto ciò perché Ubisoft è sempre stata molto attenta alla fedeltà storica (pur prendendosi delle licenze per adattare i contenuti e renderli fruibili da parte di tutti). Prendiamo ad esempio il personaggio della Valchiria in For Honor; come abbiamo detto prima, la Valchiria era una figura solo femminile, con un elmo alato e che combatteva al fianco di Odino; la sua controparte virtuale risulta essere un personaggio esclusivamente femminile dotata di un’armatura leggera, una lancia, uno scudo ed un elmo particolare. Come potete capire ovviamente, Ubisoft ha adattato il personaggio al contesto in cui si svolgono le dinamiche del gioco, ma sempre rispettando i concetti cardine di un personaggio della tradizione norrena. Lo stesso discorso può essere fatto per il Berserkir dove nel gioco, pur non essendo vestito solo di pelli d’orso, è dotato di una capacità d’attacco smisurata unendo velocità a potenza e rendendo le guardie degli avversari un mero strumento palliativo, rispettando quindi quella che è l’immagine del Berserkir nella tradizione nordica. Discorso diverso va fatto per gli altri guerrieri Vichinghi del gioco: il condottiero e il razziatore; questi personaggi infatti rappresentano in toto, senza nessuna minima differenza, quelli che erano i principali guerrieri Vichinghi: ferocia, imponenza fisica, grande destrezza nell’uso di asce e gladi, e tanta barba (si beh come non citare le epiche barbe vichinghe!!).
Tutto ciò quindi si riflette anche nelle abilità dei personaggi in-game, ad esempio la carica del razziatore Vichingo che permette al giocatore di sfruttare l’immane forza fisica del guerriero di Miðgarðr (Midgard, il nostro mondo) per caricarsi in spalla l’avversario e gettarlo metri più avanti. Queste abilità uniche che possiedono i vari eroi, sono il frutto dello studio approfondito di una cultura ed una storia presente nei Vichinghi del gioco tanto quanto in quelli del IX Secolo.
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