Tranquilli, non appena leggerete questa notizia tutto vi sarà più chiaro. E sì, c’entrano Call of Duty: Infinite Warfare, un giudice e un avvocato, tutti protagonisti di un contenzioso legale.
Un giudice ha infatti ritenuto irritante che un avvocato non abbia giocato abbastanza a Call of Duty: Infinite Warfare, il capitolo più odiato nella storia del franchise, nell’ambito di una causa che sta coinvolgendo Activision e altre aziende.
In particolare, a muovere le accuse contro la società creatrice di COD sono stati gli sviluppatori di Brooks Entertainment il cui legale è stato oggetto di scherno da parte del giudice.
Ovviamente, l’imbarazzo non è l’unica cosa che avrebbe potuto essere evitata, poiché non c’è dubbio che Brooks Entertainment abbia speso molto tempo e denaro quando ha deciso di citare in giudizio Activision nel 2021.
Il motivo di questa causa, riporta il sito JD Supra, è da ricercare proprio in Infinite Warfare, il capitolo lanciato nel 2016 e ultimo esponente del filone futuristico di COD dopo Advanced Warfare e Black Ops 3.
Nella campagna single player di Infinite Warfare è apparso un personaggio di nome Sean Brooks, preso di mira dallo studio rivale. Brooks Entertainment sosteneva infatti che Activision avesse rubato l’identità del loro personaggio proprietario, Shon Brooks, oltre a denuniciare altre somiglianze – le missioni, il setting futuristico e fantascientifico, persino una battaglia all’interno di un centro commerciale, che avviene anche in Infinite Warfare.
Activision ha spiegato inizialmente che molte delle affermazioni sulla somiglianza tra i due personaggi erano state travisate, chiedendo a Brooks Entertainment di rimuovere la richiesta. Lo studio non ha acconsentito e la causa è finita in tribunale, con una vittoria schiacciante di Activision e una pessima figura da parte dell’avvocato dell’accusa.
Il 12 luglio 2022, durante le fasi finali del contenzioso, il giudice ha dato totalmente ragione ad Activision e ha respinto la causa, ma non solo. A Brooks Entertainment è stato imposto di rimborsare le spese legali ad Activision, ma il giudice ha deciso di dare una stoccata finale anche all’avvocato dello studio.
Il giudice, per meglio comprendere ciò di cui si parlava, ha infatti giocato Call of Duty: Infinite Warfare, e ha deciso di spiegare all’avvocato accusatore che l’infondatezza delle accuse di Brooks poteva essere dimostrata dopo una manciata di minuti di gioco:
L’avvocato avrebbe potuto facilmente verificare questi fatti prima di presentare la denuncia infondata di fatto, proprio come la Corte li ha facilmente verificati entro la prima ora e mezza di gioco.
In poche parole, il giudice ha redarguito l’avvocato di Brooks per non aver giocato a COD Infinite Warfare, cosa che avrebbe evitato un contenzioso che si è rivelato essere inutile.
A proposito di Infinite Warfare, vi ricordate come completare l’easter egg di Zombies in Spaceland? Nonostante la buona modalità costruita, Lee Ross ha ricordato un paio d’anni fa tutte le minacce ricevute per Infinite Warfare Zombies, un atto vergognoso da parte di una fetta della community.
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