Home Videogiochi Recensioni God of War Ragnarok Valhalla non è un DLC, ma un atto d’amore

God of War Ragnarok Valhalla non è un DLC, ma un atto d’amore

Il 9 novembre 2022 sarà per sempre ricordato dal pubblico PlayStation come un vero e proprio evento. Il secondo capitolo di Kratos ed Atreus in terra norrena è stato infatti capace di migliorare sotto ogni punto di vista il capitolo precedente, che a sua volta ha avuto l’imponente compito di presentare le avventure dello spartano sotto una nuova luce, quella di genitore e di mentore.

Leggi anche: God of War: tutta la serie in poche parole

Il successo generato dalla fatica di Santa Monica Studio ha spinto naturalmente il pubblico a chiedersi con sempre maggior frequenza quali sono i progetti in pentola per la serie, e la casa americana ha deciso di spiazzare tutti, la scorsa settimana, presentando nella famosa cornice dei The Game Awards Valhalla, un DLC gratuito per God of War Ragnarok, uscito lo scorso 12 dicembre su PlayStation 5 e PlayStation 4.

È quindi riuscito lo studio californiano ad alzare ulteriormente l’asticella di un prodotto già di per sé eccellente? Ecco la nostra analisi.

Un nuovo punto di partenza

Valhalla è un contenuto che unisce sapientemente il combat system di God of War Ragnarok con uno dei generi che in questi ultimi tempi sta vivendo una nuova primavera: il roguelite. Per coloro che non conoscessero bene il termine, questo particolare segmento videoludico è un sottogenere dei giochi di ruolo caratterizzato dall’esplorazione di livelli generati proceduralmente, dove la morte del personaggio è permanente. In caso di dipartita infatti, è necessario ripartire daccapo senza alcun progresso mantenuto, fatte alcune eccezioni.

Tornando al contenuto, Valhalla si pone cronologicamente dopo le vicende di Ragnarok e, per quanto non vi siano spoiler su quanto accaduto nella trama principale, è vivamente consigliato affrontarlo in seguito, visto che in tal modo si comprendono appieno determinati dialoghi tra Kratos e Mimir. A bordo della classica barca che abbiamo imparato ad apprezzare nei due titoli ambientati nelle terre di Odino, i due approdano in una particolare spiaggia nera, spinti da un invito che lo spartano ha trovato affisso sulla porta di casa. Il misterioso mittente afferma infatti di avere un debito con il barbuto protagonista, e lo indirizza nelle prossimità del Valhalla per illuminarlo sulla vicenda.

Una volta entrati i due comprendono fin dal principio che l’ambiente circostante altro non è che il frutto delle memorie di Kratos, capace di mostrare tutti i luoghi iconici visti in passato. Questo particolare meccanismo funge quindi da espediente per motivare la proceduralità delle stanze che si visiteranno, confezionando una perfetta cornice ludo narrativa per ciò che si affronterà. Senza ovviamente voler anticipare nulla, tale scelta comprende l’intera saga creata da Santa Monica, con tutte le sfaccettature del caso. Sono poi presenti alcuni personaggi principali di Ragnarok che andranno ad approfondire vicende appena trascorse, quindi il contesto riguardante la trama non è affatto secondario in Valhalla.

Fare e rifare, non c’è annoiare

Per tutte le circa 5-6 ore necessarie per arrivare ai nuovi titoli di coda, il contenuto aggiuntivo creato da Santa Monica richiede il completamento di quattro run. Al termine di ognuna di queste, si comprende come il significato profondo del DLC è unicamente quello di chiudere coerentemente il cerchio introspettivo di Kratos aperto inizialmente con Ragnarok.

Per arrivare a tale risultato, è necessario ovviamente riprendere l’ascia Leviatano e padroneggiare nuovamente l’ottimo sistema di combattimento che ha permesso all’ultimo capitolo di God of War di raggiungere l’Olimpo delle produzioni PlayStation Studios (si, il gioco di parole è voluto e si, ce ne scusiamo). Una volta entrati nei poderosi cancelli del Valhalla, il compito sarà quello di farsi strada attraverso varie stanze (ambientate nei mondi norreni che ben si conoscono) così da ascendere verso la meta finale, che passerà, come detto poco sopra, attraverso i ricordi più reconditi dello spartano, fino a giungere alla sommità del luogo.

Come il genere roguelite insegna, ad ogni area ripulita il Valhalla ricompenserà con particolari Glifi (qui trovate una guida) atti ad elargire abilità attive (mosse) e passive, oltre che naturalmente bonus alle statistiche del generale. Durante le scorribande sarà poi possibile acquisire un’inedita valuta, ossia gli Echi Effimeri, che consente l’acquisto di particolari potenziamenti valevoli unicamente per la run in corso. Santa Monica Studio ha comunque pensato a determinati miglioramenti permanenti, capaci di rimanere in dote al protagonista per sempre, a prescindere dalla riuscita o meno dell’impresa. Questi upgrade saranno acquistabili prima di iniziare un ciclo attraverso alcune tavole poste sulla spiaggia iniziale, per le quali sono necessari ovviamente altri materiali di scambio ben più preziosi rispetto a quelli temporanei.

Una particolare strizzata d’occhio degli sviluppatori americani nei confronti dei capostipiti del genere, come ad esempio Hades, si denota fin dai primi istanti di gioco, visto e considerato che sulle porte che conducono alla successiva zona di combattimento è raffigurata una particolare icona atta ad indicarne il premio contenuto. Anche i boss presenti sono, per quanto già conosciuti, ben diversificati: nei vari tentativi fatti non è mai capitato che ne venisse ripetuto uno, ad esempio.

Un contenuto adatto a chiunque

La casa di sviluppo californiana ha pensato con attenzione anche a coloro che non masticano perfettamente il genere roguelite e che quindi potrebbero manifestare segni di frustrazione qualora i decessi dovessero ripetersi con una certa frequenza. In Valhalla sono infatti presenti ben cinque livelli di difficoltà, in grado di soddisfare pienamente tutti i palati, sia dei neofiti che dei veterani. Le sfide proposte sono intense ma equilibrate, e la possibilità di modificare in qualsiasi momento il grado di complessità dell’avventura consente a chiunque di raggiungere l’epilogo senza troppi problemi.

La grande profondità poi garantita dalle abilità ottenibili e dalle build equipaggiabili garantisce una longevità ben più ampia rispetto a quella necessaria per terminare la storia, e ciò consente al DLC di accompagnare per diverse decine di ore senza mai annoiare. Questo naturalmente è reso possibile dalla perfetta alchimia di gameplay di God of War con le spiccate caratteristiche del genere roguelite, cesellato perfettamente nell’esperienza norrena di Kratos e Mimir.

God of War Ragnarok Valhalla risulta quindi un contenuto concepito con amore dagli sviluppatori per tutti gli amanti della saga, capace di risvegliare ogni ricordo creato in compagnia dello spartano più famoso del mondo dei videogiochi, oltre che a rappresentare la perfetta chiusura di un capitolo maestoso, affascinante e ben realizzato, che si vede ora depositare sopra la proverbiale ciliegia.

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Scritto da
Lorenzo Bologna

Appassionato di tutto ciò che concerne il mondo videoludico, sono un inguaribile amante dei titoli horror e un accumulatore compulsivo di trofei (meglio se di platino). Avvicinato al medium grazie a mamma Nintendo e papà Crash Bandicoot.

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