La serie Grand Theft Auto di Rockstar Games ha scritto pagine indelebili nella storia del medium, ponendosi in ogni sua uscita come un’opera monumentale e significativa, tando da imprimere regole che i sandbox open world, a oltre 25 anni dalla nascita del franchise, continuano a seguire.
Ma se GTA è (quasi) sempre sinonimo di grandi esperienze, tanto che risulta difficile stilare una classifica dal peggiore al migliore, chi è arrivato dopo non è riuscito a fare altrettanto. Sapete quanti giochi sono nati nel vano tentativo di inseguire il successo di GTA? E sapete quanti cloni davvero brutti esistono?
Si sa, Grand Theft Auto è da decenni una delle saghe più importanti nel mondo videoludico, e giustamente si prende ispirazione dai migliori, no? Ecco a voi una lista dei 5 peggiori cloni della saga open world di Rockstar Games!
1. Crime Life Gang Wars
Piattaforme | PlayStation 2, Xbox e PC |
Data di uscita | 1 settembre 2005 |
Sviluppatore | Konami |
Crime Life: Gang Wars è un videogioco di azione e combattimento pubblicato nel 2005 da Konami per PlayStation 2, Xbox e PC. Il gioco è stato sviluppato da Hothouse Creations, noto per giochi di strategia e gestione, ma con “Crime Life: Gang Wars” si è concentrato su un’esperienza di azione beat ‘em up in 3D, influenzata dalla cultura delle gang urbane. L’idea alla base del gioco è di permettere al giocatore di vivere un’esperienza da strada, entrando a far parte di una gang e affrontando guerre di territorio, scontri con la polizia e rivalità tra bande.
Ciò che è andato storto con questo titolo è la realizzazione stessa del gioco. Con un gameplay rigido e poco originale, si merita un posto in questa classifica, visto lo sviluppo poco attenzionato da parte di Konami.
2. 25 to Life (2006)
Piattaforme | PlayStation 2, Xbox, PC |
Data di uscita | 17 gennaio 2006 |
Sviluppatore | Avalanche Studios e Ritual Entertainment |
25 to Life è un gioco che prova a mescolare l’esperienza da sparatutto in terza persona con elementi da open-world, mettendo i giocatori nei panni di membri di gang o agenti di polizia. Tuttavia, è stato criticato per la sua trama superficiale, la grafica obsoleta e le meccaniche di combattimento ripetitive. Inoltre, l’assenza di reali dinamiche open-world e missioni poco ispirate l’hanno fatto sembrare una versione povera di GTA, vista la mancanza della stessa profondità del mondo di gioco.
La storia di 25 to Life si concentra su tre personaggi principali:
- Freeze – Un giovane criminale che cerca di uscire dal mondo della criminalità per costruire una vita migliore per la sua famiglia.
- Shaun Calderon – Un trafficante di droga e boss di una gang, che coinvolge Freeze in attività sempre più pericolose.
- Detective Lester Williams – Un poliziotto che combatte la criminalità nelle strade, con una prospettiva opposta rispetto agli altri protagonisti.
Il gioco alterna missioni tra criminali e forze dell’ordine, permettendo ai giocatori di vedere entrambi i lati del conflitto. Tuttavia, la trama è piuttosto lineare e i personaggi sono caratterizzati in modo superficiale, non riuscendo a coinvolgere emotivamente il giocatore o a offrire una narrazione accattivante.
3. The Sopranos: Road to Respect
Piattaforme | PlayStation 2 |
Data di uscita | 17 novembre 2006 |
Sviluppatore | 7 Studios |
Basato sulla celebre serie televisiva I Soprano, il gioco è ambientato nello stesso universo narrativo, con un cast di personaggi ispirato alla serie e voci originali che includono gli attori dello show, tra cui James Gandolfini nel ruolo di Tony Soprano.
Nonostante l’entusiasmo per l’idea di giocare in un contesto mafioso familiare ai fan della serie, il gioco si è rivelato un insuccesso per vari motivi legati al sistema di combattimento ripetitivo, esplorazione completamente assente, e delle missioni che si riducono a degli scontri e dialoghi ripetitivi.
I modelli dei personaggi sono poco dettagliati, le animazioni appaiono rigide e il design degli ambienti è scarno e privo di vita. Sebbene gli attori della serie abbiano doppiato i loro personaggi, il voice acting non riesce a compensare le debolezze visive e tecniche.
4. APB: All Points Bulletin
Piattaforme | Playstation 4, Xbox One, PC |
Data di uscita | 1 luglio 2010 |
Sviluppatore | Realtime Worlds |
APB: All Points Bulletin è un gioco multiplayer online (MMO) lanciato nel 2010, sviluppato da Realtime Worlds e creato da David Jones, uno dei co-fondatori di Rockstar Games e tra i principali ideatori della serie Grand Theft Auto. L’obiettivo del progetto era ambizioso: creare un open-world MMO dove i giocatori potessero scegliere di unirsi a una gang criminale o alle forze dell’ordine in un ambiente urbano persistente. Nonostante queste premesse interessanti, il gioco ebbe un esordio difficile, e il progetto finì per diventare uno dei flop più celebri dell’industria videoludica.
In APB: All Points Bulletin, i giocatori potevano scegliere di schierarsi con due fazioni principali:
- Criminali: Personaggi che si dedicano a rapine, furti, atti vandalici e altre attività illecite per guadagnare denaro e reputazione.
- Forze dell’ordine (Enforcers): Poliziotti e agenti di sicurezza che cercano di fermare i criminali e mantenere l’ordine nella città.
Nonostante l’idea ambiziosa e le buone intenzioni, APB soffrì di numerosi problemi fin dal lancio:
- Bug e Instabilità dei Server: Il gioco era pieno di bug, e i server spesso non riuscivano a gestire l’alto numero di giocatori, causando disconnessioni e lag continui.
- Matchmaking Sbilanciato: Come accennato, il sistema di matchmaking era problematico e rendeva difficile un’esperienza equilibrata. Giocatori più esperti con armi potenti finivano spesso contro principianti, rendendo l’esperienza frustrante.
- Economia del Gioco P2W: APB utilizzava un modello di microtransazioni e permetteva di acquistare oggetti e potenziamenti con denaro reale, una struttura di gioco che aiutava e non poco chi pagava rispetto a chi giocava gratuitamente.
- Sviluppo Costoso e Scarsità di Contenuti: Lo sviluppo di APB costò circa 100 milioni di dollari, una somma notevole per un gioco MMO. La mancanza di contenuti aggiuntivi e di supporto da parte degli sviluppatori fece sì che i giocatori si stancassero presto dell’esperienza.
A causa dei numerosi problemi e delle critiche, APB fu chiuso a soli tre mesi dal lancio, segnando una delle chiusure più rapide nella storia degli MMO. La proprietà del gioco fu poi acquistata da GamersFirst, che lo rilanciò nel 2011 con il nome di APB Reloaded come titolo free-to-play.
5. Rogue Warrior
Piattaforme | PlayStation 3, Xbox 360, PC |
Data di uscita | 26 novembre 2009 |
Sviluppatore | Rebellion Develpments, Bethesda |
Rogue Warrior è stato commercializzato come un’esperienza di gioco militare basata su un ex Navy SEAL e scritto con la consulenza di Richard Marcinko, un ex membro delle forze speciali statunitensi, famoso per aver fondato il gruppo antiterrorismo SEAL Team 6. Nonostante il prestigio del nome dietro il progetto e l’idea di un titolo di guerra con una trama basata su un eroe dei Navy SEAL, Rogue Warrior si è rivelato un fallimento sotto quasi ogni punto di vista, diventando uno dei giochi più criticati della sua generazione.
La storia di Rogue Warrior segue le avventure di Richard “Dick” Marcinko, un ex membro dei Navy SEAL, mentre affronta una missione segreta nel cuore della Corea del Nord. L’obiettivo della missione è fermare la costruzione di missili nucleari da parte di una fazione pericolosa. Nonostante si tratti di un titolo ispirato a eventi e personaggi reali, la trama è banale e poco coinvolgente, con dialoghi esagerati e poco credibili.
La narrativa cerca di seguire lo stile di un film d’azione, ma finisce per sembrare più un pretesto per giustificare l’azione frenetica e la violenza del gioco, senza mai riuscire a sviluppare una trama interessante o ben scritta.
Rogue Warrior fu stroncato dalla critica per la sua bassa qualità complessiva. Tra le principali critiche, ci sono:
- Gameplay monotono e poco ispirato: La mancanza di varietà nelle missioni e l’IA scadente lo rendevano facilmente noioso.
- Tecnica scarsa: La grafica e le animazioni erano ben al di sotto delle aspettative per un titolo del 2009.
- Trama superficiale: La storia e i dialoghi non riuscivano a catturare l’interesse del giocatore, anzi, venivano considerati irritanti.
Rogue Warrior venne definito uno dei peggiori giochi dell’anno, con molti critici che lo indicarono come un tentativo fallito di creare un’esperienza di guerra avvincente. La sua scarsa qualità e l’assenza di innovazione contribuirono al suo rapido declino, tanto che molte persone lo considerarono un prodotto di basso rango, adatto solo a chi cercava un titolo da “accendere e dimenticare”.
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