Emergono nuovi dettagli sull’ondata di licenziamenti in Bungie. Lo studio di PlayStation, nei giorni scorsi, ha avviato un ridimensionamento che ha coinvolto circa l’8% del suo staff, e ora scopriamo perché: Destiny 2, l’unico titolo attualmente in circolazione dello studio, non sta andando come una volta.
Non sappiamo di preciso cosa stia accadendo dentro Bungie per quanto riguarda il futuro di Destiny (l’espansione finale La Forma Ultima è stata rinviata di recente), ma il franchise ha subito un netto calo della popolarità – tradotto, non incassa più come una volta.
Bloomberg è scesa a fondo nella notizia dei licenziamenti in Bungie, rivelando che lo studio ha attuato alcune scelte non proprio eccezionali in fatto di liquidazione dei dipendenti allontanati. Molti di essi, segnala Paul Tassi, hanno scoperto di non far più parte di Bungie il giorno stesso del licenziamento, venendo esclusi da login e posta elettronica. Alcuni di loro, inoltre, non hanno potuto nemmeno salutare gli amici e i colleghi, venendo allontanati bruscamente.
Il portale riporta poi che questi licenziamenti, a quanto pare, erano inevitabili. Bungie si è allargata notevolmente con l’esplosione di Destiny 2, ma oggi il gioco non riesce più a garantire gli introiti di un tempo: nell’ultimo anno lo studio ha registrato un calo del 45% nelle entrate di Destiny 2 rispetto alle proiezioni, segno evidente del fatto che la parabola discendente è ora molto pronunciata.
Alla luce di questi risultati, sarà interessante ora capire cosa Bungie deciderà di fare con il franchise di Destiny. Nel 2019, lo studio affermò che avrebbe lavorato almeno altri quattro anni a Destiny 2, prima di pensare a un ipotetico terzo capitolo. Con l’acquisizione da parte di Sony, tuttavia, non è chiaro se i piani siano cambiati.
La discesa di Destiny 2 sembra quindi essere la principale responsabile dei recenti licenziamenti in Bungie, che sono anche costati il rinvio del live service Marathon presentato nei mesi scorsi.
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