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I migliori giochi horror a base di zombie

La figura dello zombie è divenuta, ormai, una delle icone più rappresentative del genere horror. Portati al cinema per la prima volta nel 1968 da George A.Romero con La notte dei morti viventi, ci vollero trent’anni affinché approdassero in alcuni dei videogiochi più importanti dell’epoca, i quali segnarono un genere: il survival horror.

Gli zombie sono stati poi riproposti in tutte le salse: infetti, non-morti, cadaveri posseduti ecc. i quali non si identificano propriamente come zombie, ma che ne possiedono ogni caratteristica che li definirebbe tali.

Di seguito abbiamo elencato i videogiochi che hanno saputo esprimere al meglio la sua figura, sia partendo dal gameplay che dalle tematiche. Ecco a voi i migliori giochi horror di zombie.

Resident Evil 4

Come possiamo iniziare questa classifica senza citare per prima una delle saghe horror di zombie più famose e significative di sempre? Conosciuto in Giappone come Biohazard 4, Resident Evil 4 fu rivoluzionario su vari aspetti. Innanzitutto ha saputo svecchiare la formula dei primi tre capitoli per PS1, includendo una telecamera fissa in terza persona e migliorando il sistema di shooting. Anche gli stessi zombie sono stati sostituiti per fare spazio a nemici più pericolosi, infetti da un misterioso parassita: i Los Ganados.

Anche il nuovo protagonista, Leon, riuscì a conquistare la fanbase del brand e venne incluso anche nei titoli successivi. Il remake di Resident Evil 4, disponibile su console e PC di attuale generazione, ha poi restituito alla storia un classico imperdibile, con tanti miglioramenti. Senza dubbio, uno dei giochi migliori del passato e di oggi.

Dead Rising

Dead Rising è una delle saghe più irriverenti di Capcom, che prende la figura classica dello zombie e lo trasforma in una macchietta comica e surreale, piena di scene splatter, sempre sulla falsa riga dei film del già citato Romero. Ciò che contraddistingue maggiormente questo titolo è la vasta scelta di armi che il protagonista, Frank, può utilizzare: padelle, martelli, mazze da baseball e perfino panchine e registratori di cassa. Come non citare anche l’iconica spada laser di Star Wars e il Megabuster di MegaMan, sempre di proprietà di Capcom.

Il gioco gode di una componente open world, la quale permette al giocatore di poter girare liberamente a bordo dei vari veicoli disponibili, utili, ovviamente, anche ad investire e fare a pezzi tutti gli zombi che si parano davanti. Non molto tempo fa, Capcom ha riproposto il primo capitolo della saga. Possiamo forse aspettarci un ritorno in futuro?

Dead Space

Titolo sviluppato nel 2008 da Visceral Games che, nonostante il remake del 2023, gode ancora di un’ottima giocabilità, col suo sistema di shooting TPS senza alcuna traccia di interfaccia HUD. Dead Space trae palesemente ispirazione dalla saga di Alien, a partire dalla trama generale fino al tema principale, che viene trattato nel corso della storia. Anche i Necromorfi, sebbene non si trattino di alieni ma di zombie mostruosi infetti da degli extraterrestri (che ricordano i facehugger), non possono far altro che ricordare gli spaventosi Xenomorfi di H.R. Giger, a partire, sicuramente, dal loro nome.

Gli stretti corridoi, il buio che circonda alcune sezioni della USG Ishimura e tutte le varianti dei nemici che costellano quest’ultima, contribuiscono a rendere Dead Space meritevole di far parte di questa lista. Come detto, il remake del 2023 realizzato da EA Motive ha restituito questo immortale classico horror con una veste grafica tutta nuova, rendendolo ancor più spettacolare e tenebroso. Purtroppo, non sembra aver soddisfatto le aspettative di vendita di EA.

The Last of Us 1 + 2

Ci sentiamo di classificare il primo e secondo capitolo raggruppati in un’unica posizione, concedendo a quest’ultimo una menzione d’onore rispetto al suo predecessore per l’avanzamento tecnologico. Se The Last of Us era riuscito ad appassionare i giocatori ai suoi personaggi, ambientazioni e storia, Parte 2 non fece altro che aumentare al massimo il volume di tutte le valvole, includendo nuove fazioni di nemici con un IA migliorata, un ottimo level design ed un gameplay notevolmente rivisitato, che nel primo faticava a reggere il passo, a livello di qualità, con la scrittura della storia, dei personaggi e dei loro dialoghi.

Viene triplicata la sua durata di completamento, facendoci impersonare ben due protagoniste, le quali adoperano diversi nuovi tipi di armi utili ad affrontare i anche nuovi tipi di infetti, tra cui lo Shambler e il Rat King. La forza di The Last of Us non è solo negli zombie ovviamente, ma viene dato enorme risalto alla trama. Due giochi semplicemente imperdibili per chiunque.

Resident Evil 2 Remake

Doverosa anche la menzione del remake del secondo capitolo di Resident Evil, considerato da molti come il miglior capitolo della saga.

Il remake rinnova completamente ogni meccanica, tirando a lucido il comparto grafico e il gameplay, rimanendo ugualmente molto fedele all’originale, uscito per PS1 nel 1998. Nel gioco è possibile imbattersi nei classici zombie umani, animali e mutanti, resi graficamente in maniera eccellente, tra cui il ritorno, in gran spolvero, del leggendario Tyrant. Il gioco, quindi, abbandona il sistema obsoleto delle telecamere fisse, ponendo la visuale alle spalle del giocatore, proprio com’era stato deciso per Resident Evil 4.

The Walking Dead

L’avventura grafica di Telltale Games, uscito inizialmente per PS3 e Xbox 360, si svolge nel mondo post apocalittico immaginato dalla mente di Robert Kirkman, ve anta della presenza di un cast di personaggi ed eventi completamente originali che hanno già fatto la storia del media.

Ciò che viene caratterizzato principalmente sono i protagonisti e il loro graduale sviluppo, all’interno di una trama di un certo spessore, la quale viene influenzata non da enigmi, bensì da quick time event e dalle scelte del giocatore. All’uscita godette di valutazioni notevoli da parte della critica, vincendo anche numerosi premi che lo hanno addirittura riconosciuto come uno dei migliori videogiochi narrativi, non solo dell’intera generazione di pubblicazione ma di tutti i tempi. Perlomeno per quanto riguarda la prima stagione.

Days Gone

All’inizio Days Gone non ha goduto di grandi recensioni, ma col tempo è diventato una sorta di cult a tal punto che il 25 aprile uscirà la Remastered per PlayStation 5. Il gioco di Bend Studio catturò l’interesse dei fan dello zombie nel 2019, con un titolo d’avventura survival horror che godeva di un gameplay dinamico e in terza persona. Vestiamo i panni di Deacon St. John, un ex militare impegnato a sopravvivere all’interno di un open world, invaso da una pandemia che ha trasformato le persone in una sottospecie di zombie. Gli infetti sono chiamati “furiosi” e sono divisi, a loro volta, in altri sottogruppi, in base alla durata dell’infezione del virus.

Il gioco ci costringerà a prendere in mano diverse armi da fuoco per contrastare i nemici, i quali possono essere sia umani mutati che animali infetti. Inoltre avremo l’occasione di spostarci da una regione all’altra a bordo di una moto, di cui dovremmo curarne la manutenzione.

Dying Light

Nel 2015 viene pubblicato Dying Light per l’ottava generazione di console, entrando di prepotenza nel mercato dei videogiochi zombie e riuscendoci appieno.

Con un sistema di shooting in prima persona, siamo chiamati ad affrontare le varie missioni durante l’intero ciclo della giornata, dove di giorno saremo impegnati nell’esplorazione, mentre di notte, quando gli zombi tornano attivi, bisognerà nascondersi per sopravvivere. Questa meccanica venne particolarmente apprezzata, poiché concedeva agli zombi vero terrore, il che rendeva l’esperienza una vera sfida.

State of Decay

Ciò che risulta essere interessante è che tutti questi giochi, sebbene trattino tutti della presenza degli zombie, riescono benissimo ad introdurre il survival horror all’interno di tanti tipi di gameplay e diversi tipi di approccio ai nemici.

State of Decay, difatti, predilige un approccio molto più tattico e stealth, differentemente da alcuni dei precedenti, che costringevano il giocatore ad un affronto più aperto e plateale. Ambientato in una mappa sandbox, simile ad un titolo con un impronta più gestionale, percorriamo le vicende di Marcus Cambell, impegnato nella costruzione di basi, raccogliere risorse ed esplorare ogni anfratto della mappa, le cui scelte avranno un impatto significativo sulla progressione della partita e sulla sorte della sua comunità.

Left 4 Dead

Nel 2009 è stato il turno di Valve Corporation entrare nel mercato dei videogiochi horror a base di zombie col suo Left 4 Dead. Anch’esso, come altri, si distanziava dalla formula dello zombie lento e goffo di Romero e Resident Evil, rendendolo molto più aggressivo ed agile, in quanto, oltre ai classici morsi, colpiva il suo bersaglio anche con altri tipi di attacchi, come, ad esempio, spintoni o calci.

Le varie modalità di gioco e le numerose meccaniche uniche nel suo genere, lo rendevano ben lungi dal considerarsi un titolo stucchevole. La campagna era giocabile fino all’inclusione di quattro giocatori in una sola partita, con l’aggiunta di moltissime armi, che, per l’epoca, rendevano l’esperienza il top di gamma del genere, anche in quanto esclusiva di Microsoft.

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