Non possiamo e non vogliamo mentirvi: Horizon: Zero Dawn, al netto di alcuni dettagli che fanno storcere il naso e che speriamo verranno migliorati con il secondo capitolo, è un titolo che si è fatto largo nei nostri cuori di videogiocatori non solo grazie a un gameplay semplicemente perfetto, ma anche con una ricca e profonda storia fatta di avventura, segreti e colpi di scena all’ordine del giorno.
Tra pochi giorni, più precisamente dal 18 febbraio, Aloy tornerà con Horizon: Forbidden West, e finalmente, forse, avremo risposte a domande che ci attanagliano da quasi 5 anni, da quando cioè la giovane guerriera dai capelli rossi ha conquistato il pubblico di PS4. Quali domande, direte voi? Non vi ricordate cosa è accaduto durante il primo capitolo, complice anche una narrazione purtroppo frammentata vista la tanta carne al fuoco? Ecco che arriviamo in vostro aiuto.
A poco dall’uscita del secondo attesissimo capitolo (potete prenotarlo con 20€ in regalo cliccando qui), abbiamo deciso di riassumere e raccontarvi tutta la storia di Horizon: Zero Dawn, con un focus principale su quelli che sono gli eventi più “nascosti” e fondamentali del suo universo narrativo, senza però tralasciare di raccontare i dettagli di un maestoso mondo che i ragazzi di Guerrilla Games ci hanno mostrato e raccontato.
Abbiamo cercato di semplificare alcuni passaggi e racchiudere gli eventi più importanti, ma preparatevi a tutto: il seguente speciale sarà lungo da leggere e molto corposo, dunque non vi faremo perdere altro tempo: ecco a voi la storia completa di Horizon Zero Dawn!
Indice
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Parte 0 – La nuova umanità
È il XXX secolo, e l’umanità non è più quella che conosciamo ai giorni nostri. Ignara delle conoscenze, delle scoperte scientifiche e della tecnologia del passato, l’umanità è tornata a uno stadio quasi neolitico della propria esistenza, promuovendo agricoltura, artigianato e organizzandosi in tribù e piccoli centri abitati. Sull’intera regione in cui è ambientata Horizon: Zero Dawn giganteggia ovviamente Meridiana, una grande città guidata dalla cultura Carja che domina sulle altre tribù.
Mentre i Banuk restano una sorta di mondo a parte, e i Nora siano una società ancora in larga parte primitiva come mentalità, i Carja rappresentano senza dubbio la tribù più avanzata, culturalmente parlando, tanto che con loro è forse più adatto parlare già di civiltà. Avendo spinto la loro potenza anche nella direzione militare, formando l’esercito più temuto e preparato, i Carja tengono praticamente sotto scacco tutte le tribù vicine, senza però necessariamente ricorrere in ogni occasione alla forse bruta. In quanto a conoscenza tecnologica, i Carja sono però secondi agli Oseram, tribù abilissima nella lavorazione dei metalli, nell’attività di artigianato e capaci di creare armi a partire dalle macchine selvatiche.
Queste macchine sono veri e propri robot avanzatissimi e dalle forme simili a quelle degli animali che popolavano la Terra molti secoli addietro, i quali sembrano ormai scomparsi. Sebbene la maggior parte delle macchine siano di piccole e medie dimensioni e non abbiano intenzioni aggressive, esistono anche colossali mostri automatizzati come il Divoratuono, dal quale ogni umano sa che è necessario tenersi lontano.
Un delicato equilibrio, quello tra uomo e macchine, frutto di una secolare convivenza. Eppure qualcosa, in gran segreto, si sta muovendo…
Parte I – Aloy
Il 4 aprile 3021 la tribù Nora, da sempre sinonimo di società legata alla famiglia e al senso matriarcale, ritrova davanti alla porta della Grande Madre, il santuario della divinità che li guida, un infante. La bambina neonata è da subito vista come un pericolo, una sorta di minaccia ai valori dei Nora, poiché non ha una famiglia. Essendo orfana e dunque non idonea a far parte della tribù, la piccola, cche verrà poi chiamata Aloy, viene consegnata a Rost, un uomo esiliato in passato dai Nora per aver disobbedito ai suoi compagni ed essere andato in cerca di vendetta per la morte di sua figlia Alana, spingendosi fino nell’Ovest Proibito.
Negli anni successivi, Rost riveste il ruolo di figura paterna per la piccola Aloy, cresciuta seguendo le tradizioni Nora ma totalmente estromessa dagli usi e costumi della tribù, venendo trattata come un’emarginata. Gli adulti non si fidano di lei per i preconcetti di cui vive la tribù, e i giovani non fanno altro che prendere di mira Aloy che si dimostra comunque tutt’altro che fragile. Un giorno, in preda alla rabbia, Aloy scappa dall’accampamento, cadendo però all’interno di una buca che la conduce in una sala che non aveva mai visto prima. La bambina scopre i resti dell’antica umanità che viveva sulla Terra, e trova inoltre il Focus, un dispositivo di realtà aumentata che le permette di decifrare i messaggi lasciati da coloro noti come i Predecessori.
Nonostante la riluttanza iniziale, Rost concede ad Aloy di conservare il Focus, osservando la netta determinazione che la bambina custodisce gelosamente.
Passano altri anni e nel 3040 Aloy, ormai prossima a compiere il suo diciannovesimo compleanno, è una guerriera adulta, forte e robusta. La ragazza si prepara a partecipare a una serie di prove dei Nora, un rito di iniziazione tipico della tribù che ogni giovane guerriero, o guerriera ovviamente, può affrontare per vincere e arrivare a fare una richiesta ai capi dei Nora: Aloy vuole ovviamnete vincere la sfida per scoprire qualcosa di più delle proprie origini, e trovare il suo posto nel mondo. Poche ore prima della prova, la ragazza fa inoltre la conoscenza di Olin, membro della tribù Oseram, anch’egli possessore di un Focus che, per qualche strano motivo, reagisce alla presenza di Aloy. La catena di eventi è pronta a essere messa in moto.
Proprio durante la prova dei Nora, la tribù viene attaccata e in larga parte massacrata dall’Eclissi, un malvagio culto violento e sanguinario guidato da un certo Helis. L’Eclissi lascia dietro di sé solo sangue e morte, e anche Rost, il padre adottivo di Aloy, non sarà risparmiato. Dopo l’attacco, Aloy si precipita dalle Matriarche dei Nora per saperne di più sull’Eclissi e sulla propria nascita, ma la Grande Madre ha solo una vaga risposta, un nome che apparentemente nessuno conosce: Elisabet Sobeck. I dati della Grande Madre sono però danneggiati, e l’entità non ha altre risposte per Aloy e le Matriarche, che non possono far altro che dare alla ragazza il titolo di cercatrice e lasciarla libera di spingersi verso Ovest.
La giovane guerriera
La destinazione di Aloy è Meridiana, una grande città capitale della cultura Carja, nella quale spera di incontrare Olin e il suo compare Erend. Proprio insieme a quest’ultimo, che effettivamente incontra nella città, Aloy scopre che Olin è in realtà una spia dell’Eclissi, e responsabile dell’attacco ai Nora che ha portato alla morte di Rost. C’è però qualcosa di più dietro a tutto questo, e Olin sembra essere solo un pezzo del puzzle.
Il ragazzo, a seguito di alcuni eventi e della scoperta di alcuni robot appartenenti a un ignoto gruppo noto come Faro Automated Solutions ritrovati poco fuori Meridiana, conduce Aloy ed Erend in un luogo chiamato Fine del Creatore, nel quale Olin svela di aver visto una figura del tutto identica ad Aloy. Fine del Creatore si scopre essere una gigantesca struttura appartenente ai Predecessori, che racchiude alcuni importanti segreti che la ragazza riesce a decifrare attraverso la tecnologia in suo possesso. Attraverso il suo Focus, Aloy viene inoltre contattata da un misterioso uomo di nome Sylens, che le chiede poi di incontrarlo al Tumulo. Prima di andarsene dal grattacielo della Faro, Aloy riesce ad assistere a una proiezione olografica che le lascia più dubbi che certezze: la ragazza assiste a un dialogo tra un uomo, Ted Faro, e una donna, durante il quale viene nominato il progetto Zero Dawn ideato dai Predecessori poco prima di morire.
Aiutata da Sylens, Aloy raggiunge il Tumulo, dal quale sono fuoriuscite le macchine Faro trovate poco tempo prima, e qui scopre che l’intera struttura è stata rimessa in attività dall’Eclissi che vuole creare nuove macchine militari e marciare su Meridiana per distruggere i Carja e regnare sulla regione. Nel disperato tentativo di impedire la guerra, Aloy mette in atto un vero e proprio sabotaggio nei confronti dell’Eclissi, disabilitando le loro comunicazioni e rallentando la creazione di macchine militari. Parallelamente, Aloy riesce anche a scoprire qualcosa di più sull’antica umanità e su come accedere alla Grande Madre, oltre che venire a conoscenza della vera natura di Zero Dawn, ma con ancora alcuni pezzi mancanti del puzzle.
Fuggita da un agguato dell’Eclissi grazie anche a Sylens, Aloy riesce finalmente ad accedere ai registri della Grande Madre e scoprire l’origine della sua esistenza. Ciò che ascolterà nei minuti successivi lascerà Aloy davvero sbalordita.
Parte II – Mondo perduto
Terra, anni ’30 del XXI secolo. Il pianeta è ormai al collasso. Il surriscaldamento globale, l’inquinamento e le scellerate azioni egoistiche dell’uomo hanno portato non solo l’homo sapiens ma anche la vita intera a rischiare l’estinzione, e i governi di tutto il mondo iniziano a cercare soluzioni per prevenire quella che sembrava essere un’inevitabile estinzione.
All’alba del 2040, la Faro Automated Solutions guidata da Ted Faro è, per un curioso gioco del destino, l’unico faro dell’umanità per sperare in un futuro che sembra non essere più possibile. Nel tentativo di aiutare l’umanità, i potenti e gli scienziati di tutto il mondo stanno cercando le più disparate soluzioni per combattere la catastrofe ambientale, ed è qui che entra in scena la dott.ssa Elisabet Sobeck. Brillante mente, specializzata nella robotica ambientale, Sobeck entra a far parte della Faro con la convinzione di riuscire a fare quello che nessuno fino a quel momento era riuscito a fare: salvare la Terra.
La scienziata lavora duramente a una soluzione che possa aiutare l’umanità, ma Faro ha altre ambizioni. Come spesso accade anche nella realtà, il proprietario dell’azienda scopre che può fare molti più soldi di quelli che già fa attualmente spingendo le sue tecnologie nella direzione del sentimento più primordiale e animalesco della natura umana: l’industria bellica.
Nel 2048 Ted Faro decide infatti di investire nelle operazioni militari automatizzate, stavolta però non destinate a guerre contro altri paesi. La sua azienda inizia infatti lo sviluppo delle macchine Chariot, robot in grado di ricoprire il ruolo di forze dell’ordine per gestire la situazione e controllare la popolazione, con il solito obiettivo di ridurre al minimo l’inquinamento e preservare la biosfera. I Chariot si rivelano essere perfetti per lo scopo, anche grazie alle loro peculiari caratteristiche. Faro programma i Chariot per operare come uno sciame, guidati da una mente comune che comanda le loro azioni; i robot possono inoltre consumare biomassa per fare rifornimento, e se la mente comune lo decide possono anche decidere di autoreplicarsi; per evitare problematiche legate a possibili attacchi hacker che potrebbero compromettere l’operazione, i Chariot vengono infine prodotti senza una backdoor, senza misure di sicurezza. In poche parole, se qualcosa dovesse andare storto, nessuno potrebbe arrestare l’azione dei Chariot.
Sembra l’inizio di un film fantascientifico apocalittico, e invece è la dura realtà per il pianeta Terra. La tecnologia Chariot ammalia i governi di tutto il mondo: è economica, sicura, perfetta per gli scopi comuni e sostanzialmente inattaccabile. Nel giro di poco tempo, i Chariot vengono venduti a tantissimi paesi, con Faro che spera di aver raggiunto il suo scopo oltre al successo. Elisabet Sobeck invece, delusa dalle ideologie dell’azienda, decide di passare nel 2049 alla concorrente Miriam Technologies, specializzata anch’essa nella tecnologia ambientale, per continuare le sue ricerche in un ambiente che spera sia migliore. L’avanzata della Faro sembra comunque inarrestabile. I Chariot si diffondono a macchia d’olio, e tra il 2052 e il 2055 Regno Unito, Stati Uniti d’America e varie altre potenze mondiali decidono di sostituire tutte le sue forze armate umane a favore di eserciti guidati dai Chariot. I robot diventano responsabili assoluti della sicurezza dell’umanità.
La fine e l’inizio
Il pianeta vive un decennio di relativa tranquillità, nel quale sembra che i Chariot stiano riuscendo nell’intento per i quali sono stati creati. Nell’autunno del 2064 avviene però qualcosa: uno sciame di robot di proprietà della Hartz-Timor Energy Combine non risponde più ai comandi, diventando autonoma. Sebbene all’inizio la situazione non sembrasse particolarmente grave, tra i mesi di ottobre e novembre Sobeck, su richiesta di Faro che sta cercando di capire cosa sia andato storto, scopre l’apocalittica verità: i Chariot sono ormai fuori controllo, si stanno moltiplicando a un ritmo sempre maggiore e consumano inoltre tutta la biomassa che si trova sul loro cammino per riuscire a rifornirsi e continuare il processo di replicazione. Questa biomassa, sfortunatamente per l’umanità, comprende proprio anche l’uomo.
Sentendosi con le spalle al muro per ciò che sta accadendo, il tutto causato dalla sua avidità, Ted Faro non riesce però a fornire soluzioni ottimistiche. Grazie alla tecnologia di crittografia con la quale sono state programmate le macchine Chariot, per riuscire a fermare i robot l’umanità avrebbe bisogno di anni interi in cerca di un modo per penetrarne la difesa, e nel frattempo i Chariot continuerebbero a crescere di numero e a consumare la biomassa. Sobeck è tremendamente realista: la razza umana ha 15 mesi per trovare una soluzione, o sarà completamente estinta all’inizio del 2066. Sebbene le successive apparenze siano mosse dalla volontà di tranquillizzare la popolazione, la scelta definitiva ha un nome ben preciso, ed è la più drastica possibile.
15 mesi sono infatti una quantità di tempo assolutamente insufficiente per intervenire direttamente sulla proliferazione dei Chariot, e Ted Faro non può garantire alcun risultato nel breve periodo. L’idea di fermare i robot sarà solo una facciata in questi ultimi e concitati mesi della razza umana, uno specchio per le allodole che non porterà da nessuna parte. Invece, Sobeck e le autorità hanno un altro progetto, che verrà finanziato dallo stesso Faro dietro pressioni della dottoressa. Questo progetto prende il nome di Zero Dawn, un ambizioso piano di salvaguardia della Terra e di preservazione dell’umanità in un futuro lontano. Zero Dawn, supervisionato da Sobeck, sarà guidato da un’IA super-avanzata chiamata GAIA che promuoverà la rinascita della Terra e degli umani. Questa intelligenza artificiale dovrà supervisionare un folto gruppo di altre IA che, in un futuro in cui le condizioni di vita torneranno a essere accettabili, favoriranno il lento ritorno della razza umana per convivere con le macchine che ormai popoleranno il pianeta da diverso tempo. Ogni IA sotto il controllo di GAIA avrà il controllo su un particolare aspetto della natura, dalla fauna alla flora, dall’idrosfera all’atmosfera, per ripristinare la Terra a prima che la piaga dei Chariot portasse tutto alla rovina. EFESTO, ad esempio, si occuperà di plasmare nuove macchine che sostituiranno gli odierni animali, con lo scopo di migliorare le condizioni di vita.
Si tratta dell’unico piano, l’unica ancora di salvezza che Sobeck e le altre geniali menti partoriscono, e in effetti l’unico modo per dare speranza all’umanità. Il progetto Enduring Victory, promosso dall’esercito americano che prometteva un duro scontro contro i robot dal quale l’uomo ne sarebbe uscito vincitore, altri non è che un’operazione di facciata, un diversivo per rallentare i Chariot e concedere a Sobeck, Faro e gli altri scienziati il tempo per completare Zero Dawn. L’alba del prossimo mondo.
Crisi finale
La situazione è però tutt’altro che rosea. Nonostante l’aiuto da parte dell’esercito e la copertura di Enduring Victory, il progetto Zero Dawn prosegue nella sua corsa contro il tempo con tanti problemi.
Gli scienziati di Zero Dawn si trasferiscono nell’unico luogo sicuro, il rifugio di Elysium, nel quale trovano posto anche le famiglie degli specialisti che sperano un giorno, attraverso i propri discendenti, di diventare i nuovi colonizzatori della Terra ricostruita. Nonostante le precauzioni però, il team di scienziati è psicologicamente devastato da ciò che sta accadendo. Sentendo di non avere abbastanza tempo o semplicemente schiacciati dalle responsabilità a dir poco enormi, molti del team di Sobeck decidono di suicidarsi, con il progetto Zero Dawn che perde velocemente pezzi mentre si avvicina sempre più inesorabile il cosiddetto Zero Day, il giorno cioè in cui l’umanità al di fuori di Eluysium sarà estinta.
Per un malfunzionamento all’interno del rifugio, il 15 gennaio 2066 Zero Dawn perde anche la sua mente. L’organizzazione scopre infatti che una porta di Elysium che conduce all’esterno, reso ormai inabitabile a causa dell’assenza di ossigeno consumato completamente dallo sciame di macchine, è stata compromessa, e occorre un intervento manuale. Elisabet Sobeck, che sente di aver dato tutto per il suo progetto, decide di sacrificarsi, e chiudere l’accesso a Elysium dall’esterno restando bloccata fuori dalla struttura. Sebbene le macchine non siano più in movimento, avendo deciso di disattivarsi vista l’assenza totale di biomassa da consumare, l’atmosfera è irrespirabile, e la vita non esiste più. Sobeck non può far altro che camminare lontana da Elysium, osservando tutto ciò che l’avidità dell’uomo ha provocato al pianeta e alle forme organiche, prima di esalare l’ultimo respiro.
Orfano di Sobeck, il progetto Zero Dawn riesce comunque a completare la creazione delle intelligenze artificiali, ma la crisi non è finita. Ted Faro, in preda ormai alla follia, non riesce più a convivere con i propri errori. L’uomo sente di essere responsabile di tutto ciò che è accaduto al pianeta negli ultimi anni, e decide di fare in modo che l’umanità del futuro, ricostruita da GAIA, non dovrà nuovamente fare i conti con i disastri della storia. Pochi giorni dopo la morte di Sobeck, Faro decide quindi di distruggere gli archivi di APOLLO, che contenevano tutti i millenni di conoscenza, tecnologia, invenzioni e storia umana, per fare in modo che gli esseri senzienti del futuro non venissero a conoscenza di tutti gli errori che l’uomo ha compiuto da quando ha messo piede sulla Terra. Nei giorni successivi, sempre più fuori controllo, Faro convoca l’intero staff di Elysium compiendo una vera carneficina: interrompendo la fornitura di ossigeno, l’uomo uccide tutti i presenti, restando completamente solo. Ted Faro diventa così l’ultimo uomo sulla Terra, probabilmente per pochi giorni ancora. Secondo le stime di Sobeck, a marzo dello stesso anno le forme di vita macrobiotiche saranno completamente estinte, e nel 2068 anche la vita marina cesserà di esistere. La Terra è desolatamente vuota.
Rinascita
2116. MINERVA, una delle IA sotto il controllo di GAIA, si riattiva definitivamente. Il suo scopo era quello di riuscire a trovare un modo per hackerare le macchine Chariot e impedire loro di riprendere l’azione distruttiva. Disattivati i robot, GAIA può finalmente dare il via libera ad EFESTO per iniziare la vera e propria ricostruzione della vita sulla Terra, un processo che richiederà però una lunghissima quantità di tempo. Intorno alla seconda metà del XXIV secolo, le condizioni sono finalmente accettabili, e a questo punto entra in gioco anche ELEUTHIA. L’IA riesce nel suo scopo per la quale era programmata dagli scienziati di Zero Dawn: generare i primi nuovi bambini umani, da inserire poi nel mondo terraformato che dovranno popolare per ricostruire una nuova civiltà. Il progetto di Sobeck, almeno per ora, ha funzionato, ma ben presto l’umanità si ritroverà senza saperlo nel mezzo di una nuova crisi, e senza avere alcuna conoscenza del mondo antico dopo la distruzione degli archivi di APOLLO.
La rinascita della razza umana è ovviamente lenta ma costante nel tempo. Dovendo ripartire da uno stato praticamente primitivo della conoscenza e della tecnologia, l’uomo è costretto a “riavvolgere” il proprio sapere, e ripartire esattamente come lo aveva fatto la prima umanità. Dopo una fase di stabilizzazione e scoperta delle risorse fondamentali della natura e della tecnologia come il fuoco, la ruota e l’utilizzo di utensili, tra cui anche i resti delle macchine antiche che vengono utilizzati pur non conoscendone la natura originaria, l’umanità inizia a organizzarsi in tribù e città, a far emergere una diversificazione della cultura, degli usi e dei costumi. Inevitabilmente, iniziano anche i primi screzi tra le varie tribù. Del resto, si tratta di umani coltivati da robot per permetterne la rinascita, ma pur sempre di umani si tratta. Il sentimento della guerra sarà sempre dentro di loro.
Centinaia di anni dopo, più precisamente nel 3020, inizia una spirale di eventi altamente problematica: GAIA perde il controllo delle IA che hanno permesso la rinascita della vita. Il tutto è causato da un’altra delle sue IA, chiamata ADE, programmata dalla dott.ssa Sobeck come una sorta di piano B. Se ADE avesse rilevato che il progetto Zero Dawn non stava funzionando come inizialmente previsto, l’intelligenza artificiale sarebbe stata in grado di liberarsi da GAIA e promuovere una nuova “apocalisse”, per poi ripartire con un nuovo ciclo successivo di Zero Dawn. Pur essendo programmi, GAIA e ADE entrano in conflitto tra loro, e quest’ultima riesce a divincolarsi dal controllo di GAIA generando un virus che rompe la struttura dell’IA madre e libera anche tutte le altre IA dalla sua morsa. Libera di agire in solitaria con il suo progetto per il quale è stata creata – distruggere la vita, ADE invia un segnale per trovare alleati, trovando nel misterioso Sylens un alleato imprevisto.
Fortuna vuole che Sobeck avesse pensato anche a questa eventualità. Prevedendo la possibile liberazione di ADE, la creatrice del programma Zero Dawn creò un protocollo di sicurezza per GAIA: nel caso in cui le cose avessero preso una piega imprevista, viene dato il via alla creazione di cloni geneticamente perfetti degli scienziati di Zero Dawn, tra cui la stessa Sobeck, che avrebbe permesso a questi futuri umani di avere accesso alle strutture contenenti tecnologie utili per fermare l’avanzata di ADE. È così che GAIA, che i Nora venerano come Grande Madre, nel 3021, porta alla luce una bambina neonata, la copia esatta di Elisabet Sobeck. Il suo nome è Aloy.
Parte III – Destino
Aloy non ha quindi mai avuto un padre o una madre, essendo un clone perfetto di Elisabet Sobeck creato come detto per fermare ADE nel momento in cui l’IA fosse andata fuori controllo. L’IA aveva scoperto in precedenza grazie a Olin, attraverso il controllo remoto del suo Focus, che apparentemente Sobeck, l’unica che poteva fermarla, era ancora in circolazione. Da lì, inizia la catena di eventi a cui Aloy ha assistito.
Il tempo stringe. Sylens confessa di aver avuto un particolare legame in passato con l’Eclissi e anche ADE, voglioso di scoprire qualcosa sul passato e sulla prima umanità che li ha preceduti. La sua brama di conoscenza ha però aiutato involontariamente ADE. L’IA ha trovato nell’Eclissi un prezioso alleato, poiché la tribù è sul piede di guerra, e ADE intende sfruttare questo caos per prendere il controllo dei Chariot Faro, riattivarli e dare nuovamente il via all’apocalisse.
Aloy raggiunge quindi la struttura originale del progetto Zero Dawn, Elysium, dove ottiene anche un dispositivo che consente di modificare e controllare la volontà delle macchine, il Master Override. Ottenuto questo da Sylens, ormai redento, Aloy si dirige a Meridiana dove è già in corso un feroce attacco dell’Eclissi. Helis, leader del gruppo, si prepara con i robot risvegliati della Faro a distruggere la città. Nel combattimento che ne segue, Aloy riesce a fermare Helis e inoltre a raggiungere ADE, che rimette a dormire grazie al dispositivo. La figlia di Sobeck è riuscita nel suo intento, la minaccia è placata. Almeno per ora.
Nell’ultimo atto della sua avventura, Aloy si dirige presso il luogo di morte di Elisabet Sobeck, dove trova i resti di colei che definisce madre. Colei che ha ridato speranza all’umanità e alla vita sulla Terra, anche se nessuno potrà mai saperlo.
Sylens, nel frattempo, è freddamente determinato a scoprire cos’abbia spinto ADE a rompere la programmazione di GAIA e risvegliarsi. Rinchiudendo l’IA in una lanterna, l’uomo afferma di avere ancora alcune cose di cui parlare con ADE, tra cui un quesito davvero criptico: “Chi sono i tuoi Padroni? Chi ha inviato il segnale per risvegliarti?”
Parte IV – Freddo Nord
Dopo la vittoria, non definitiva, su ADE, il viaggio di Aloy è ben lontano dal definirsi concluso. La giovane guerriera deve infatti dirigersi nel freddo nord, un territorio innevato e popolato da particolari macchine che si sono abituate a vivere in condizioni di temperature estreme. Le macchine, in particolare, sono qui in subbuglio, e i locali parlano di un misterioso demone che dimora nelle montagne.
Aloy si incontra con Aratak, capo della tribù dei Banuk, il quale la informa di un nuovo demone che si aggira nella regione del Rombo di Tuono, e che a quanto pare sta dando vita a nuove macchine ostili, lasciando intendere che ADE potrebbe essere tornato in azione. Poiché ogni attacco dei Banuk nel tentativo di fermare il demone è vano, Aloy decide di aiutare Aratak iniziando dalla ricerca della sciamana Ourea – sorella del capo dei Banuk, come scoprirà successivamente. Nel suo viaggio per ritrovare Ourea, Aloy si imbatte anche in alcune misteriosi torri che sembrano corrompere tutte le macchine che entrano nel proprio raggio, facendole diventare ostili e incontrollabili.
In una struttura dei Predecessori, oggi ovviamente inutilizzabile e convertito dai Banuk a santuario, la ragazza trova la sciamana che segue le indicazioni di una voce elettronica che lei chiama Anima. Grazie alla tecnologia di cui è in possesso, Aloy riesce a decifrare i messaggi dell’Anima, la cui “essenza” sembra essere intrappolata all’interno del Rombo di Tuono. Occorre indagare all’interno della montagna, ma Aratak vuole impedire a chiunque di avvicinarsi a quel luogo. Aloy decide quindi di sfidare il capo dei Banuk per ottenere il permesso di penetrare nel Rombo di Tuono; Aratak accetta, ma la sfida tra i due sarà nuovamente interrotta da altre macchine corrotte che mettono a rischio la tribù e che convinceranno dunque Aratak a concedere ad Aloy l’accesso alla montagna.
Insieme a Ourea e Aratak, Aloy riesce finalmente ad avere accesso al Rombo di Tuono, scoprendo, dopo aver fermato altre macchine ribelli, che la montagna è in realtà un enorme vulcano dormiente controllato da un’intelligenza artificiale chiamata CYAN, responsabile della prevenzione dell’eruzione. Aloy scopre che CYAN è quella che Ourea definiva Anima, e che è tenuta sotto scacco dal demone citato a più riprese da Aratak. Questa entità non è altro che EFESTO, una delle IA “figlie” di GAIA che ha come compito quello di costruire le macchine che hanno contribuito alla terraformazione del pianeta a partire dal momento in cui MINERVA è riuscita a fermare i Chariot della Faro.
Con il tempo che stringe ed EFESTO che appare fuori controllo, Ourea si sacrifica per aiutare Aratak e Aloy, che riesce infine a fermare l’IA e a liberare CYAN giusto in tempo per arrestare l’eruzione del Rombo di Tuono. Il freddo nord è salvo, ma Aloy vuole risposte dall’Anima. Una volta salutato Aratak e aver scoperto che Sylens, un tempo membro dei Banuk, ha rubato alcuni manufatti particolari dei Predecessori per poi partire senza lasciare apparentemente traccia, la ragazza si reca quindi al santuario Banuk custodito in precedenza da Ourea, dove trova l’IA con la quale può finalmente dialogare. CYAN le rivela che con la sua liberazione, l’eruzione del Rombo di Tuono resterà sotto controllo per migliaia di anni, e parla ad Aloy della catastrofe climatica che distrusse il mondo antico, dando quindi il via alla catena di eventi di Sobeck, GAIA e le altre IA.
EFESTO, però, non è stato completamente arrestato. L’intelligenza artificiale, riattivatasi per qualche strano motivo, non si trovava infatti all’interno del Rombo di Tuono, bensì agiva in questa struttura attraverso una connessione da remoto, da un altro luogo. Località, questa, ancora sconosciuta…
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