Home Videogiochi Il dopo Ragnarok: proviamo a immaginare God of War 6

Il dopo Ragnarok: proviamo a immaginare God of War 6

E allora, eccoci qui. Il nuovo viaggio di Kratos e Atreus si è concluso, proprio come Cory Barlog e gli sviluppatori di Sony Santa Monica avevano preannunciato: il Ragnarok, l’apocalisse della mitologia norrena, si è scatenata sui Nove Regni coinvolgendo alcuni nomi di grande spicco, come il potente Thor e chiaramente anche il sovrano di Asgard, Odino.

Per una saga che si conclude, quella norrena, se ne apre un’altra. Alla luce di quello che sono già ottimi numeri nei primi giorni di vendita, con un record per i PlayStation Studios, appare davvero assurdo pensare che Sony voglia mandare in pensione quello che è uno dei suoi più grandi franchise, che peraltro diventerà presto anche una serie TV prodotta da Amazon.

Non è quindi mai troppo presto per pensare a quello che potrebbe essere il futuro God of War 6 – sì, se fate bene i conti, il prossimo sarà il sesto capitolo della serie principale – ipotizzando gli scenari che Santa Monica potrebbe gestire dopo gli eventi di Ragnarok. Ne parliamo oggi, in questo articolo speciale dedicato al futuro del franchise.

Attenzione: seguiranno spoiler sugli eventi di God of War: Ragnarok.

Spezzata

God of War: Ragnarok è una lunga montagna russa d’emozioni, che vuole trasmettere attraverso le vicende di Atreus e Kratos un messaggio ben preciso: siamo noi i padroni del nostro stesso destino, a prescindere dal fato che sembra sia già stato tracciato – le profezie, in questo caso specifico. Sebbene l’intero gioco punti verso un addio a Kratos, con molti giocatori che già piangevano il prode Fantasma di Sparta, il Ragnarok porta a un risvolto opposto.

Nel corso del grande assedio ad Asgard, Kratos fa infatti tesoro dei consigli che lo stesso Atreus aveva dato al padre, ossia quello di aprire il suo cuore e non restare chiuso in se stesso come invece il burbero ex Dio della Guerra greco aveva fatto. Al posto di rincorrere uno scontro, Kratos attende, riflette, si pone come priorità quella di salvare le vite dei midgardiani utilizzati da Odino come scudo, in un impeto di coraggio e altruismo che infine, dopo lo scontro con Thor, diventa ancor più evidente. Il Fantasma di Sparta è cambiato, non è più colui che aveva sterminato l’Olimpo o ucciso Baldr (anche in quel caso la sua vera natura era emersa, nonostante gli anni trascorsi), tutto questo grazie all’amato figlio.

Con la profezia spezzata, anche il finale di God of War: Ragnarok è differente da quello che si poteva immaginare in precedenza, anche solo un’ora prima dell’atto conclusivo. Kratos sopravvive all’apocalisse e allo scontro con Odino, unendo le sue forze a quelle di Freya per ricostruire i Nove Regni dopo il caos generato negli ultimi tempi. Atreus, invece, che ha ormai abbracciato sempre più la sua vera essenza di Loki, si separa dal padre per intraprendere una nuova avventura insieme ad Angrboda, una dei pochi Jotnar ancora in circolazione. I giganti, però, sono ancora là fuori, da qualche parte. E proprio da qui, immaginiamo, ripartirà il viaggio di Kratos e Atreus.

Un viaggio che, immaginiamo, riprenderà elementi della mitologia di Yggdrasill senza però restare concentrato esclusivamente su di essa. Già in precedenza, se ben ricordate, il game director di God of War Cory Barlog aveva rivelato che Ragnarok avrebbe chiuso l’epopea norrena dopo appena due titoli, questo perché Santa Monica voleva evitare di restare ancorata per un decennio intero a questo scenario. Scelta coraggiosa, ma apprezzata. Ma ora che il Ragnarok si è esaurito, dove finiranno i nostri due intrepidi guerrieri? Quale sarà la destinazione di Kratos, Fantasma di Sparta, e Atreus/Loki, abilissimo arciere specializzato negli inganni?

La fine è solo l’inizio

Una cosa, alla luce del finale di God of War: Ragnarok, è dunque ben chiara: la fine del Ragnarok è soltanto l’inizio di un nuovo viaggio, certamente per Atreus ma anche per Kratos. Difficile pensare che il franchise possa proseguire senza la sua icona, almeno per il momento. L’eventualità di una dipartita del guerriero spartano è stata per ora evitata, e questo significa che Kratos e il suo Leviatano hanno ancora lavoro da svolgere. Ma mentre abbiamo parecchie idee per quanto riguarda il futuro di Atreus, quello di Kratos è ancora abbastanza indecifrabile.

Abbiamo ormai capito, e questo era già evidente dal gioco del 2018, che la saga di God of War intende adattarsi anche ad altri contesti mitologici, dopo aver esplorato a fondo la Grecia e i miti norreni. Nel tempio di Tyr, se ben ricordate, avevamo visto riferimenti agli dei egizi (già intravisti nel fumetto God of War: Fallen God, indisponibile in lingua italiana) e a quelli della mitologia Indù, ma Cory Barlog ha già riferito in passato che questi potrebbero non essere gli unici pantheon esistenti nell’universo narrativo di questo franchise. Del resto, tralasciando mitologie come quella di Roma che di fatto era quella di Atene e Sparta, le religioni politeiste proliferavano nell’età antica, e le storie leggendarie da cui attingere sono numerose.

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Se insomma la strada di Kratos non è ancora chiara, mettendo comunque in chiaro che prima o poi anche il leggendario condottiero spartano tornerà, quella di Atreus e Angrboda è praticamente tracciata, e non escludiamo che proprio i due giovani potrebbero essere il focus principale di God of War 6 – che, tuttavia, potrebbe anche riproporre l’alternanza vista anche in Ragnarok permettendoci di seguire la storia da più punti di vista.

Atreus è infatti partito insieme alla nuova amica alla ricerca dei giganti di Jotunheim, scomparsi da tempo. Angrboda ha rivelato a Loki che molti di loro sono morti, come sua madre Laufey, ma altri si sono invece nascosti per fuggire allo sterminio di Odino, con il re di Asgard accecato dall’odio e dal desiderio di avere ancor più potere e fermare tutti coloro che sono per lui una minaccia. La missione di Atreus sarà proprio questa, ma una domanda sorge spontanea: dove sono finiti gli Jotnar? Nel corso di Ragnarok abbiamo esplorato in lungo e in largo tutti i Nove Regni di Yggdrasill, e non vi è traccia di questa leggendaria traccia. La risposta, dunque, potrebbe essere oltre i regni legati all’Albero del Mondo, forse in quelle che noi definiamo “altre mitologie”.

Ben sapendo, come abbiamo ricordato anche in apertura, che Ragnarok è la conclusione dell’epopea norrena, gli Jotnar e la missione di Loki e Angrboda potrebbero essere utilizzati da Santa Monica come espediente per aprire le porte a un nuovo pantheon da scoprire, nuovi personaggi e nuove storie. Una delle nostre ipotesi, che chiaramente si basano su semplici supposizioni al momento, è che gli Jotnar saranno rielaborati dal team di God of War 6 rendendoli elementi in comune tra più mitologie, fungendo dunque da ponte di collegamento. Prendiamo ad esempio la mitologia Indù, nella quale il gigante Yama, padrone del regno dei morti e guardiano per il trapasso delle anime, viene spesso messo in correlazione con lo Jotnar Ymir delle mitologie norrene, già citato in Ragnarok. Le leggende spesso si mischiano e si confondono tra culture differenti, e questo potrebbe essere proprio alla base del nuovo cammino della saga videoludica.

I giganti, del resto, sono considerati in molte mitologie indoeuropee come elementi di disturbo, personificando il caos ancestrale che minaccia il mondo razionale e ordinato che gli dèi desiderano ardentemente. Un dettaglio narrativo che già la saga della Grecia di God of War aveva avuto modo di raccontare, seppur in maniera molto meno approfondita, ma che nell’epopea norrena torna con maggior importanza. Chi ci dice che questo non potrebbe essere riutilizzato anche in futuro, con lo stesso Atreus che, grazie alla sua natura di mezzo gigante, provocherà il caos tra gli altri pantheon?

La città di Tiwanaku, nell’odierna Bolivia, detta anche “la città dei giganti”. E se gli Jotnar di God of War fossero i creatori di questo luogo?

Le mitologie che potrebbero “accogliere” i giganti scomparsi non sono certo poche. Oltre a quelle indoeuropee già citate, e su tutte la religione Indù potrebbe essere molto interessante da esplorare anche artisticamente parlando viste le sue divinità estremamente curiose e le architetture caratteristiche, i giganti sono protagonisti anche nelle storie della civiltà Inca. La misteriosa civiltà precolombiana della città di Tiwanaku, ad esempio, raccontava che proprio Tiwanaku fosse stata costruita dai giganti, i quali avevano fatto poi adirare le divinità. Secondo una delle numerose leggende, il dio Virachocha evocò una grande alluvione nota come Unu Pachakuti per distruggere questi giganti. E se gli Jotnar fossero ripartiti proprio da qui? Nascondendosi dagli occhi di Odino, forse attraverso qualche magia, i giganti di Jotunheim potrebbero essersi rifugiati a Midgard (proprio come Laufey) ma molto lontano dal Nord Europa, finendo in quella che oggi è l’America e stabilendosi nel centro del continente per una nuova vita.

Forse stiamo volando un po’ troppo con l’immaginazione, ma il gioco del 2018 ha aperto in effetti a numerose possibilità, con Kratos visto come perfetto “oggetto” per visitare e rielaborare le più curiose mitologie del mondo antico. Atrues, in tutto questo, avrà un ruolo a dir poco fondamentale, anche perché i misteri intorno a lui non sono stati ancora dissipati del tutto – anzi, quasi per nulla. In quanto figlio di una Jotnar e di un ex dio greco, che a sua volta era discendente di Zeus e Crono, Loki potrebbe nascondere abilità che ancora non conosciamo, come la possibilità di controllare il tempo ereditata dal bisnonno Titano.

Resta ancora da chiarire, ad esempio, la spinosa questione di Jormungandr: chi ha richiamato in God of War il Serpente del Mondo, che, tra l’altro, nella mitologia norrena è la progenie di Loki e Angrboda? Barlog, poco dopo l’uscita di Ragnarok, ha smentito una delle teorie più in voga, che affermava che a richiamare la gigantesca creatura fosse stato Kratos con il suo Gjallarhorn capace di infrangere le barriere del tempo. Così non è, ma resta il dubbio. E lo stesso game director, in effetti, ha anticipato che “questa è una storia per un altro gioco”. 

Chiaramente queste abilità nascoste di Atrues potrebbero aprire nuovi scenari non solo per la storia, ma anche per il gameplay. Sebbene sia stato giustamente approfondito con le giuste abilità, se davvero Atreus continuerà a essere uno dei due protagonisti giocabili, in God of War 6 Santa Monica dovrà darsi da fare per offrire maggiori possibilità e carisma al ragazzo, andando oltre il suo fidato arco da caccia. Sebbene possa essere utilizzato anche come arma corpo a corpo, l’arco di Atreus non è certo paragonabile alle Lame o all’ascia Leviatano di Kratos, e questo implica che il ragazzo, che forse rivedremo cresciuto in futuro come del resto è accaduto tra God of War e God of War: Ragnarok, dovrà essere dotato di un modo tutto suo per combattere. Abbinare la magia della sua natura di Loki al combat system di questo nuovo corso, che immaginiamo potrebbe essere mantenuto come scheletro per il futuro del franchise, potrebbe rappresentare un ottimo compromesso per ampliare le possibilità pur restando fedele a un gameplay rodato e praticamente inattaccabile.

Scritto da
Andrea "Geo" Peroni

Entra a contatto con uno strano oggetto chiamato "videogioco" alla tenera età di 5 anni, e da lì in poi la sua mente sarà focalizzata per sempre sul mondo videoludico. Fan sfegatato della serie Kingdom Hearts e della Marvel Comics, che mi divertono fin da bambino. Cacciatore di Trofei DOP.

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  • In pochi passi:
    1 – la serie norrena è terminata, quindi la nuova girerà altrove, non avrà senso portarsi dietro personaggi come angrboda, freya, mimir, sindri e compagnia bella. La Santa Monica ha chiuso in maniera becera ragnarok!
    2 – atreus protagonista del prossimo gow? Ma anche no! Come potrebbe il dio dell’inganno corrispondere al titolo dio della guerra? E kratos? E come si presenterebbe ancor più invecchiato… col bastone??

    Prevedo che o chiameranno il gioco in un’altra maniera o la smetteranno di imputtanarsi la vita e ritorneranno sui loro passi…

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