Da quando Microsoft, nel 2014, lanciò il programma dedicato al supporto dei titoli indipendenti dal nome ID@Xbox, la strada fatta è stata tanta. Un’operazione commerciale volta ad aprire le porte del mondo Xbox, e non solo, al sempre crescente mercato dei videogiochi sviluppati da software house, tra i quali, di tanto in tanto, emergono alcune perle indimenticabili, addirittura più di tanti tripla-A che finiscono col deludere le aspettative. Ospiti della Microsoft House a Milano pochi giorni fa, abbiamo potuto assistere alla presentazione da parte di Agostino Simonetta – capo di ID@Xbox Europe – del panorama dei prossimi titoli indipendenti made in Italy (ma non solo), tra i quali abbiamo scovato alcuni giochi che terremo sicuramente sotto controllo nei prossimi mesi.
È un’offerta, quella di ID@Xbox, che si presenta variegata, ricca di alternative e di concept interessanti. Tra i titoli presentati, alcuni ci erano già ben noti prima del nostro arrivo al QG di Microsoft Italia, e uno di questi è il nuovo gioco targato Storm in a Tea Cup, dal titolo Close to the Sun. Presentato alla GamesCom di Colonia dello scorso anno, il gioco sviluppato su Unreal Engine 4 si è mostrato in tutto il suo splendore, con un concept che ricorda davvero molto da vicino, per ambientazione, arte e atmosfere, BioShock. Il paragone con il grande capolavoro di Ken Levine diventa naturale dal primo istante nel quale riusciamo a salire a bordo della gigantesca nave di Nikola Tesla, quasi un fantascientifico luogo nel quale l’intera esperienza dai toni spiccatamente horror sarà ambientata. Nel mondo immaginato da Storm in a Tea Cup, infatti, il brillante Tesla ha creato questa nave per sviluppare la propria tecnologia in libertà e impedire alle leggi di alcuni Paesi di interferire con il suo lavoro, ma qualcosa non è andato come avrebbe dovuto. La protagonista Rose viene spinta a salire a bordo della nave di Tesla da una richiesta di aiuto della sorella, una fisica del Multiverso misteriosamente scomparsa. Abbiamo già intuito alcuni elementi, forse, di quella che potrebbe essere la trama di questo intrigante videogioco, previsto per il Q1 del 2019, sul quale gli sviluppatori hanno voluto lavorare in maniera tale da offrire al giocatore un’esperienza personale. C’è chi potrà dedicarsi ad esempio a seguire interamente la storia, e c’è invece chi potrà crogiolarsi nel mare di lore di Close to the Sun.
Molto breve ma particolarmente intensa è stata la sessione su Ashen, un GDR action che ricorda da vicino un souls like per la prontezza di riflessi richiesta e alcune meccaniche di gioco. Il mondo di gioco è oscuro, affascinante, i personaggi sono mossi da un Unreal Engine sempre in gran forma, e il gameplay si rifà a grandi esponenti del suo genere cercando però sempre di mantenere una certa identità, specie per la voglia di includere pericoli in ogni dove per mantenere sempre in allerta il giocatore. Difficile riuscire a dirvi qualcosa di più su questo promettente titolo, poiché la versione di prova si riduceva a pochi minuti di gioco, ma il sentore di un ottimo titolo c’è tutto.
Non sono mancate alcune gradite conferme, sul punto di entrare nella parte conclusiva del processo produttivo e cercare spazio nell’affollato mondo ludico. È il caso di DayZ, il celebre titolo nato come una mod survival di Arma III e finito poi col diventare un prodotto stand-alone col passare degli anni e ancora in via di perfezionamento. Il gioco mantiene stabilmente la sua idea iniziale: il giocatore, proprio come accade in un qualsiasi survival, inizia il suo viaggio senza alcun oggetto, e starà a lui esplorare abitazioni abbandonate e luoghi pericolosi per riuscire a recuperare armi e oggetti utili per fronteggiare sia gli zombie che i giocatori nemici. L’interfaccia è stata leggermente rivisitata dalle ultime apparizioni di DayZ, ma non abbiamo potuto, purtroppo, fare a meno di notare che i bug sono ancora all’ordine del giorno. Abbiamo visto, nel corso di una nostra sessione così come in altre, numerose compenetrazioni dei nemici negli oggetti, e fa abbastanza preoccupare il fatto di vedere problemi di questo tipo dopo uno sviluppo che va avanti da anni e anni.
Ottime sensazioni invece da Warhammer Vermintide 2, RPG action procedurale che si pone come un’evoluzione, e un miglioramento, delle meccaniche del primo capitolo della serie. Gli sviluppatori hanno cercato infatti di ampliare le scelte e le possibilità del giocatore, a partire dai personaggi ora molto più variegati. Gli scenari di gioco, per natura stessa del gioco, saranno ricorrenti e questo potrebbe tradursi in una ripetitività poco avezza ad alcuni, ma Vermintide 2 punta tutto sui nemici, sui differenti spawn che di questi e sul fatto che ogni missione cercherà di differenziarsi dalla precedente. A prescindere da questo, però, la componente GDR sembra davvero essere stata potenziata, e il sistema di combattimento può regalare soddisfazioni, cosa che i giocatori PC hanno già potuto constatare da mesi. Su Xbox il gioco uscirà solamente tra pochissimi giorni, e speriamo che questa conversione si dimostri all’altezza. Dopo la prova a Milano, ne siamo convinti.
C’è stato spazio anche per scoprire titoli da poco annunciati, come Tunic. Presentato durante lo showcase Microsoft all’E3 2018, questo curioso Zelda-style (e ci riferiamo ovviamente ai primi titoli del franchise di Zelda) dallo stile semplice e colorato, ma non per questo banale, è stato una delle più grandi sorprese. Il protagonista, una volpe particolarmente agguerrita, inizia il suo lungo viaggio con un piccolo e semplice bastone di legno col quale colpire i nemici, ma ben presto ci si imbatte in armi di caratura ben più importante come spade e scudi donando nuova linfa al combat system e aprendo a molte più possibilità. Ancora privo di una data di uscita, da Tunic ci aspettiamo un’esperienza soddisfacente, divertente ma non necessariamente votata esclusivamente ad un pubblico infantile, come lo stile grafico e artistico potrebbe lasciar intendere.
È venuto poi il momento delle prove di Vigor, un survival votato al multiplayer fortemente influenzato dalle Battle Royale ma del quale possiamo dire ben poco non avendo potuto testare praticamente niente del gioco, e successivamente di Die Young, altro survival ma stavolta single player e ambientato su un’isola nella quale una ragazza si è dispersa ritrovandosi nel mirino di spietati rapitori. Un gioco che prova a strizzare l’occhio al parkour di Dying Light e ad alcune meccaniche di crafting ormai ricorrenti, ma un concept che ha ben poco di originale o di innovativo. Su Steam, per fare un esempio, si trovano già decine di titoli di questo tipo, ma naturalmente questo non significa che Die Young debba essere bollato come un gioco da non considerare. Lo proveremo sicuramente in futuro, ma la release è lontanissima. È invece atteso tra pochissimi giorni All-Stars Fruit Racing, un gioco di corse arcade che abbiamo già avuto modo di testare alla Games Week di Milano e che ricorda inevitabilmente moltissimo Mario Kart e i suoi numerosi emuli come Crash Team Racing. Ed è proprio questo che potrebbe dare a gioco una notevole importante per il mercato console e PC, che, tralasciando Switch, è privo di racing game di questo tipo da godersi soprattutto in compagnia di altri 3 amici in locale. All-Stars Fruit Racing prova a rifarsi a questi mostri sacri del genere non senza provare ad innovare qualcosa, proponendo ambientazioni fantasiose e fruttose, e sviluppando un sistema di combattimento tra i veicoli sul quale vogliamo sapere di più nella versione definitiva. Parlando sempre di Italia, è impossibile non citare Super Cane Magic Zero, il videogioco realizzato da Studio Devil con il noto disegnatore Sio, un action RPG ispiratissimo, coloratissimo, fantasioso. Novembre, quando cavolo arrivi??
Chiusura dedicata ad un progetto sul quale la curiosità è tantissima. Uno dei ragazzi di MeanGrip, SH tutta italiana, ci ha parlato infatti di Reverse: Time Collaps, avventura grafica in sviluppo purtroppo ancora senza una data di uscita ma che si avvale di un concept davvero intrigante. In Reverse impersoneremo tre protagonisti sparsi, a causa di un catastrofico evento, in giro per il tempo. Dal 2047 visiteremo infatti alcuni momenti importanti della storia umana, a ritroso fino ad arrivare al 1947 e al misterioso incidente di Roswell, tutto questo per riuscire a risolvere il problema che sta affliggendo il tempo stesso, che si sta lentamente (o forse velocemente?) frantumando. Fin qui, nulla di “nuovo” sotto il sole, direte voi. La grande intuizione degli sviluppatori di Reverse sta infatti nelle meccaniche di gioco. Durante la storia saremo infatti chiamati a risolvere alcuni enigmi ambientali necessari per proseguire, e per farlo spesso dovremo interagire tra le varie epoche dei tre protagonisti. Se ad esempio sceglieremo di spostare un oggetto nel passato, questo avrà ripercussioni sul presente e sul futuro, e questo aiuterà ad aprire porte prima chiuse o a superare una fase stealth. Vi è poi quella che gli sviluppatori chiamano la rottura della quarta parete, perché il giocatore, dunque noi, viene identificato in tutto e per tutto come il quarto protagonista della storia. Tramite l’utilizzo di una app, che verrà resa disponibile per Android e iOS, saremo chiamati a cercare soluzioni su internet da comunicare agli altri protagonisti nelle varie epoche, a risolvere enigmi, addirittura ad informarci su notizie di attualità quasi come se il gioco sapesse cosa accade nel mondo reale ogni giorno. Siamo sinceri, è un’idea che ci ha catturato ma sulla quale ci sono ancora parecchi dubbi e incertezze, su tutte proprio la data di uscita.
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