Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha partecipato il 10 dicembre all’evento “W la Salute”, organizzato presso il Ministero della Salute. L’iniziativa aveva l’obiettivo di sensibilizzare i giovani sull’importanza di adottare uno stile di vita sano ed equilibrato, coinvolgendo insegnanti e studenti in un confronto sui temi fondamentali come alimentazione, tecnologia e sicurezza stradale.
Come riportato dall’Agenzia ANSA, durante il suo intervento, Valditara ha evidenziato quelli che considera i principali rischi per la salute delle nuove generazioni, con particolare attenzione all’uso eccessivo di smartphone, social media e videogiochi.
In merito all’uso di cellulari e social media, il Ministro ha sottolineato l’importanza di ridurne l’utilizzo e di fare molta attenzione ai possibili pericoli:
Fino a 14 anni non si dovrebbe usare il cellulare e occorrerebbe stare molto attenti ai social, che presentano tante insidie. Dite ai genitori di non darvi il cellulare in mano, tornate a usare la penna, la carta, il libro. Ci sarà tempo per il cellulare.
Uno dei temi più controversi trattati dal Ministro è stato quello dei videogiochi, accusati di favorire dipendenze e comportamenti aggressivi:
Il cellulare abitua alla dipendenza, così come i videogiochi, che portano a perdere il contatto con la realtà. Ci sono videogiochi in cui si impara ad ammazzare una persona, questo non va bene. No ai videogiochi violenti che stimolano l’aggressività.
I nostri figli, quando arrivano a casa, accendono computer o televisione e spesso guardano videogiochi dove ammazzare una persona è una cosa normalissima. Basta cliccare un bottone e si ammazzano una, dieci, cento persone.
Le affermazioni del Ministro si inseriscono in un dibattito consolidato che associa i videogiochi alla violenza, senza considerare la diversità del settore. Esistono, infatti, sistemi di classificazione come il PEGI, che aiutano genitori e educatori a selezionare contenuti adeguati per i giovani.
Il suo discorso ha suscitato perplessità, soprattutto per la tendenza a generalizzare i videogiochi come pericolosi, rischiando di apparire paternalista e poco informato. L’industria videoludica, infatti, è una realtà economica e culturale di rilievo. Nel 2024, il mercato dei videogiochi in Italia ha raggiunto un valore di 2,3 miliardi di euro, comprendendo non solo giochi, ma anche esperienze educative e opere artistiche.
Le parole del Ministro avrebbero potuto stimolare una riflessione più ampia sull’educazione digitale e sull’uso consapevole della tecnologia, ma si sono limitate a perpetuare stereotipi, trascurando gli aspetti positivi del digitale. La vera sfida non è demonizzare strumenti come smartphone e videogiochi, ma insegnare un loro utilizzo responsabile. È necessario un approccio informato e costruttivo che guidi giovani, genitori e insegnanti verso un uso equilibrato di queste tecnologie, integrando l’alfabetizzazione digitale nei programmi scolastici.
Le dichiarazioni di Valditara evidenziano la mancanza di un dialogo aperto e consapevole sui temi digitali. Continuare a concentrarsi solo sui rischi potrebbe alimentare inutili allarmismi, ignorando le potenzialità educative e creative del digitale. Il futuro richiede competenza, apertura mentale e capacità di innovazione per preparare le nuove generazioni a vivere in un mondo sempre più tecnologico.
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